Repubblica-Anno scolastico a rischio rinvii in Sicilia e Campania
L'annuncio delle regioni dopo la sentenza del Tar del Lazio sulle supplenze annuali Anno scolastico a rischio rinvii in Sicilia e Campania Si estende l'allarme, ma il ministero replica: "Grad...
L'annuncio delle regioni dopo la sentenza del Tar del Lazio sulle supplenze annuali
Anno scolastico a rischio rinvii in Sicilia e Campania
Si estende l'allarme, ma il ministero replica: "Graduatorie regolari, situazione gestibile"
MARIO REGGIO
ROMA - Slitta in Sicilia l'inizio dell'anno scolastico. Le scuole apriranno il 30 anziché il 17 settembre. Probabile rinvio anche in Campania. In Sicilia l'annuncio è stato dato ieri dall'assessore regionale ai Beni Culturali, Fabio Granata. "Il ritardo è dovuto agli effetti che sta provocando la sentenza del Tar del Lazio - afferma l'assessore, famoso per aver rispolverato l'obbligo del grembiule per gli alunni delle elementari - che rimette in discussione le graduatorie per l'assegnazione delle supplenze annuali. E poi qui in Sicilia le condizioni climatiche permettono di tornare alla tradizionale riapertura a fine settembre. Ma ripeto: se non ci fosse stata la sentenza del Tar non avrei deciso lo slittamento". Anche la regione Basilicata nei giorni scorsi, ma solo per questioni climatiche, ha deciso di spostare il primo giorno di scuola dall'11 al 16 settembre.
In Campania l'allarme è stato lanciato dall'assessore regionale all'Istruzione Adriana Buffardi, che è anche la coordinatrice nazionale scuola dei governi locali. "Ho chiesto un incontro al direttore regionale per verificare se ci siano le condizioni per un regolare avvio dell'anno scolastico - afferma Adriana Buffardi - ma c'è il rischio di un ritardo nell'avvio anche in altre regioni".
Il ministero dell'Istruzione, malgrado le roventi polemiche, ostenta sicurezza. E ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato, ribadendo che la situazione è "totalmente gestibile e non pregiudica il regolare avvio dell'anno scolastico. Al momento - si legge in un comunicato - non risulta che qualche centinaio di casi di insegnanti precari che potrebbero essere collegati agli effetti della sentenza del Tar del Lazio. Si va avanti con le graduatorie esistenti".
La bagarre è scoppiata due giorni fa, quando è stata depositata in cancelleria la sentenza del Tar del Lazio che obbliga il ministero e rivedere le graduatorie dei supplenti, circa 40 mila, per le medie inferiori e le superiori. Secondo il Tar il ministero, nella circolare inviata ai Provveditorati, ha permesso ai corsisti delle scuole di specializzazione universitarie di cumulare ai 30 punti previsti dalla legge quelli ottenuti con le supplenze, creando così un grave danno ai precari storici. Se il ministero dell'Istruzione ostenta sicurezza, presidi, genitori e studenti non nascondono la loro preoccupazione. Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi dichiara: "La sentenza del Tar rappresenta un ulteriore elemento di difficoltà che si aggiunge ad altri motivi di preoccupazione, come il mancato esaurimento delle nomine al 31 luglio, gli organici incompleti, l'inizio della sperimentazione della riforma". Angela Nava, portavoce del coordinamento dei genitori democratici, afferma: "Se l'anno scolastico inizierà con i docenti già nominati, rischiamo di trovarci alle prese con un cambio a scuola avviata, un vero dramma per gli studenti". Duro il giudizio di Claudia Pratelli, portavoce dell'Unione degli Studenti: "Quello che sta accadendo dimostra che lo Stato si ritira sempre più da ciò che dovrebbe essere il suo interesse primario, cioè la scuola e la formazione". Sul sentiero di guerra i Cobas che annunciano battaglia alla riapertura delle scuole: "Stiamo preparando la nostra risposta all'attacco alla scuola pubblica". Polemico anche il Coordinamento interuniversitario degli specializzati e specializzandi: "La non cumulabilità del punteggio è assurda, il ministero non si è difeso al Tar e ha lasciato che la situazione degenerasse. Abbiamo intenzione di presentare un ricorso al Consiglio di Stato per salvaguardare i nostri diritti". Non risparmia critiche il prof Giunio Luzzatto, già direttore dei corsi di abilitazione al'insegnamento dell'Università di Genova: "È difficile comprendere se le azioni ministeriali siano state determinate da insipienza o da deliberata volontà di nuocere, da colpa o da dolo - afferma -. E' certo che qualcuno vuol far apparire ingestibile il sistema delle graduatorie, in linea con le posizioni di chi vorrebbe puntare ad una discrezionalità dei Presidi nel chiamare, per le supplenze, persone a propria scelta".