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Nuova Sardegna-Riforma Moratti, professori preoccupati

Riforma Moratti, professori preoccupati Numerose e affollate assemblee in Alta Gallura. Il rischio per le pensioni ...

10/03/2005
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Nuova Sardegna

Riforma Moratti, professori preoccupati
Numerose e affollate assemblee in Alta Gallura. Il rischio per le pensioni


TEMPIO. Attesa e timori. Sono questi gli stati d'animo più diffusi oggi nel mondo della scuola. Attesa per la riforma Moratti che, dopo aver investito elementari e medie, presto coinvolgerà anche le superiori. Timori per le conseguenze ancora poco chiare delle sue applicazioni e per la difesa di migliaia di posti di lavoro che sembrano a rischio. Questo, almeno, secondo quanto si sente dire nelle diverse assemblee sindacali che, periodicamente convocate, servono ai lavoratori della scuola per fare il punto sulla situazione generale. Nel corso dell'ultima assemblea dei Cobas svoltasi a Tempio, assemblea che ha fatto registrare una buona partecipazione di insegnanti, personale ausiliario e tecnici delle scuole dell'alta Gallura, sono emerse notizie poco rassicuranti sul futuro. Una di queste tocca molto da vicino i lavoratori della scuola, che, come tanti altri dipendenti del pubblico, verranno chiamati a pronunciarsi sui cosiddetti fondi chiusi e valutare l'opportunità dei fondi pensione della previdenza complementare. Un passaggio, secondo i Cobas, decisamente contrari al fondo Espero, dalle prospettive non sufficientemente chiare e che comporterà di sicuro l'eliminazione dell'Inpdap.
Impegnati in calcoli di non poco conto, i lavoratori della scuola (e, in questo caso, soprattutto gli insegnanti delle superiori) sono chiamati anche a valutare gli effetti che la riforma Moratti, una volta definita e trasformata in decreto legge, dovrebbe produrre. Se l'impianto della riforma non dovesse venire modificato, la scuola secondaria non si limiterà a cambiare solo i connotati. La riforma, che ridurrà tutte le scuole a due sole tipologie (licei e istituti professionali), introdurrà diversi insegnamenti opzionali e modificherà radicalmente il monte ore delle discipline. Giusto per fare un esempio, l'educazione fisica vedrà dimezzate le sue ore. Sorte analoga, allo Scientifico, toccherà al latino. Scomparirà del tutto l'insegnamento di diritto al Linguistico, e l'economia aziendale si ridurrà a un terzo delle attuali ore d'insegnamento.
Dai Cobas è stato lanciato un appello perché gli insegnanti non accettino supinamente le scelte dei dirigenti scolastici, non approvando, là dove è possibile, la proposta di percorsi integrati che, di fatto, sono un po' come l'anticamera della riforma. Ai dirigenti scolastici, sempre secondo i Cobas, bisognerebbe saper dire di no anche quando scelgono i criteri per l'individuazione dei tutor. Tra le novità meno gradite ci sarà la nuova formazione dei docenti, che saranno assunti non più attraverso i concorsi, ma dopo la frequenza di corsi gestiti dalle Università. Una voce che non quadra con la ventilata assunzione di 200mila precari e le stime catastrofiche dei Cobas che ipotizzano, se mai la riforma Moratti dovesse passare, un taglio di 400mila cattedre.
Giuseppe Pulina


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