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Messaggero Veneto-Scuole impreparate per la sperimentazione

Scuole impreparate per la sperimentazione L'assessore comunale Pasut: "Progetto lacunoso che non tiene conto della carenza delle strutture" Il testa-coda tra passato e futuro possibile della ri...

18/08/2002
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MessaggeroVeneto

Scuole impreparate per la sperimentazione
L'assessore comunale Pasut: "Progetto lacunoso che non tiene conto della carenza delle strutture"

Il testa-coda tra passato e futuro possibile della riforma crea polemiche nella scuola: è il caso della mini-sperimentazione proposta dal ministro Moratti per settembre in due circoli didattici per provincia con accesso anticipato dei bambini alle materne e prima elementare. Il nuovo che avanza tocca da vicino anche gli enti locali, tenuti per legge (la famosa Bassanini del '97) a interventi di supporto e riequilibrio per ottimizzare il servizio scuola (per esempio sul fattore strutture, edilizia, mense e quant'altro). Per saperne di più sui possibili scenari, entriamo dritti al cuore del problema con l'assessore all'Istruzione, formazione e università del Comune di Pordenone Ezio Pasut.
"Chiariamo che non c'è stata una formalizzazione dell'atto di iscrizione da parte delle 54 famiglie residenti a Pordenone che virtualmente potrebbero chiedere di anticipare l'ingresso alla scuola materna dei propri figli '#8212; afferma Pasut, dirigente della terza scuola media cittadina '#8212;. Una variabile aggiunta potrebbe essere il numero dei non residenti che chiede l'iscrizione anticipata nelle scuole pordenonesi, ma resta il fatto che la proposta di sperimentare la riforma partirà dalle scuole intenzionate a mettere in atto un progetto approvato dal direttorato regionale. Gli istituti dovranno attrezzarsi sotto il profilo didattico e organizzativo, previa intesa con gli enti locali. Finora non abbiamo ricevuto segnali, ma a fine agosto faremo un incontro con i dirigenti dei tre circoli didattici di Pordenone per monitorare il tipo di richiesta che arriva dalle famiglie. I progetti di potenziamento e consolidamento delle strutture esistenti sono un obiettivo al di là dell'emergenza sperimentazione e il confronto è sempre aperto, in una collaborazione stretta con le scuole".
I tempi per dire sì alla sperimentazione della riforma non sono troppo stretti, sotto il profilo tecnico del reperimento di aule, laboratori?
"Certo, l'aumento degli allievi provocherebbe conseguenze tutte da approfondire e valutare, tanto più che la tempistica è fuori logica e coerenza, rispetto a una programmazione razionale e non improvvisata. Discuteremo con le scuole le difficoltà e i problemi legati ai servizi (spazi, mense, scuolabus e altro), ma ritengo il progetto Bertagna di sperimentazione lacunoso e frammentato sotto il profilo squisitamente filosofico-pedagogico".
Quali aspetti non sono convincenti?
"Per esempio, si accenna alla riapertura delle iscrizioni ma non ai tempi per richiedere organico docente e Ata aggiuntivo, visto il potenziale aumento dell'utenza. Mi preoccupa poi la lateralità del lavoro collegiale del team dei docenti rispetto alla valorizzazione del maestro prevalente nelle elementari e inoltre il progetto Bertagna nasce senza essere compartecipato dalla base operativa delle scuole. Il tentativo di riforma degli ex ministri Berlinguer e De Mauro aveva una concezione organica e un'intelaiatura logica, mentre la proposta Bertagna si ferma a metà".
Altro problema delle scuole provinciali, l'organico docenti di sostegno insufficiente: il Comune potenzierà il numero degli assistenti?
"Chiariamo che gli enti locali non possono intervenire assumendo docenti di sostegno, piuttosto contribuiscono al supporto dell'assistenza scolastica degli alunni disabili, che non concerne il piano delle attività educativo-didattiche. Nella passata stagione educativa erano 15 gli assistenti del Comune nelle scuole dell'obbligo e quest'anno valuteremo caso per caso, nella piena disponibilità al confronto. Chiederemo alla direzione regionale e al ministero dell'Istruzione la massima apertura per concedere tutto l'organico specializzato necessario all'integrazione".
Chiara Benotti


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