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Messaggero Veneto-Friuli-Scuola, protesta contro i tagli

organizzata da Cgil, Cisl, Uil e Snals Scuola, protesta contro i tagli Nel prossimo anno scolastico verranno meno circa 700 posti di lavoro di GIACOMINA PELLIZZARI Il mondo della scuola prot...

08/04/2002
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MessaggeroVeneto

organizzata da Cgil, Cisl, Uil e Snals
Scuola, protesta contro i tagli
Nel prossimo anno scolastico verranno meno circa 700 posti di lavoro

di GIACOMINA PELLIZZARI
Il mondo della scuola protesta contro il taglio dei professori, dei bidelli e dei collaboratori amministrativi (Ata) che complessivamente, secondo le stime sindacali, saranno decurtati di quasi 700 unità. Per denunciare i disagi che emergeranno nel prossimo anno scolastico le segreteria regionali di Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno invitato i parlamentari, i consiglieri regionali, i sindaci, i rappresentanti dei partiti politici, delle istituzioni, delle associazioni professionali insieme ai membri degli organi collegiali, dei genitori e degli studenti a partecipare, il 12 aprile alla scuola media Tiepolo, alle 16.30, all'iniziativa regionale di protesta che darà il via alla battaglia per 'una scuola di qualità per tutti'. I politici, in primis il presidente del Consiglio regionale Antonio Martini, saranno sollecitati a trovare una via d'uscita a Roma, facendosi portavoci con il Governo delle difficoltà che incontreranno gli studenti e le famiglie friulane nel prossimo anno scolastico.
A mobilitare le segreterie sindacali sono stati i dati emersi dall'assegnazione degli organici nelle scuole di ogni ordine e grado della regione dove si registra un incremento di 2 mila 132 iscrizioni. A detta dei sindacati, infatti, il decreto ministeriale, quello che, rispetto all'anno in corso, a parità di alunni, prevede 169 posti in meno, proprio per effetto dell'aumento delle iscrizioni avrebbe dovuto assegnare 200 cattedre in più ed impedire la riduzione di altrettanti posti di sostegno. Ma così non è stato e le conseguenze ricadranno anche sul personale Ata che dovrà fare i conti con circa cento posti in meno. Focalizzando l'attenzione sui soli posti di insegnamento chiesti dai dirigenti scolastici emerge un bilancio negativo di oltre 400 unità.
Più del 50 per cento dei tagli interessa le scuole della provincia che, nel confronto con Pordenone, Gorizia e Trieste, sarà la più penalizzata. Gli effetti non tarderanno a farsi sentire. "Nelle scuole materne alcune classi osserveranno solo l'orario antimeridiano, in altre, soprattutto nelle zone montane, i professori saranno costretti a fare la spola tra diversi comuni" sottolinea il segretario regionale della Cgil-scuola, Antonio Luongo, secondo il quale in certe scuole elementari è già stata respinta l'attivazione del tempo pieno, l'insegnamento delle lingue straniere, la realizzazione dei lavori di gruppo e le compresenze tra insegnanti.
Nelle scuole superiori, invece, verranno meno gli indirizzi di studio specialistici e alcune classi serali frequentate per lo più dagli studenti lavoratori. In questo ordine di scuole la scure delle cattedre colpirà non solo gli istituti scolastici cittadini, ma anche quelli dislocati nei comuni di Tarvisio, San Daniele, San Giovanni e San Pietro al Natisone, Cividale e Gemona del Friuli, San Giorgio di Nogaro e Tolmezzo.
Inutile dire che per le migliaia di insegnanti precari che da anni attendono di entrare in ruolo si prospettano tempi duri anche perché la legge finanziaria ha aumentato, da 10 a 15, il numero dei giorni di assenza del titolare necessario per convocare il supplente. "Questo significa - sottolineano le rappresentanze sindacali - che in caso di assenze inferiori ai 15 giorni gli alunni rischiano di rimanere soli in classe".


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