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Mattino-Padova-Scuola, niente iscrizioni a 5 anni

Scuola, niente iscrizioni a 5 anni Il direttore generale Martinelli ribadisce il no alla "primina" Lo stop arriva da Roma mancano i fondi per assumere i maestri L'indirizzo è stato dettato di...

24/01/2003
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Il Mattino

Scuola, niente iscrizioni a 5 anni
Il direttore generale Martinelli
ribadisce il no alla "primina"
Lo stop arriva da Roma mancano i fondi per assumere i maestri

L'indirizzo è stato dettato direttamente dal ministero della Pubblica istruzione che ha convocato a Roma i dirigenti scolastici regionali: finché non sarà approvata la riforma Moratti, le scuole non possono accettare iscrizioni anticipate alle materne o alle elementari. In altre parole resta valida la legge che è in vigore. Inutile cercare scorciatoie.
Se poi, entro breve tempo la riforma sarà approvata, si tenterà di riaprire le liste. Ma fino ad allora niente iscrizioni prima dei tre o i sei anni, nessuna "prenotazione" o preiscrizione, o iscrizione con riserva. Così ieri il direttore generale scolastico per il Veneto, Enzo Martinelli, di fronte alle richieste di chiarimento arrivate da numerosi istituti scolastici pressati dalle famiglie, ha emanato un'altra circolare (un primo chiarimento era arrivato nei primi giorni di gennaio) per ribadire che "per l'anno 2003/2004 sarà possibile accogliere richieste per l'iscrizione alla scuola materna solo per chi abbia compiuto tre anni entro il 31 gennaio 2004 e alla scuola elementare per chi abbia compiuto sei anni entro il 31 dicembre 2003.
Per i bambini che compiono gli anni dopo quella data non sarà possibile accettare le iscrizioni, neppure con riserva e neanche per gli istituti che hanno avviato la sperimentazione". "La legge è legge - spiega Martinelli - e, nonostante i buoni propositi del ministro, per ora resta valida la vecchia normativa in vigore. Solo dopo l'approvazione definitiva da parte del Parlamento, solo dopo, cioè, che si conosceranno le nuove regole si potranno riaprire le iscrizioni".
Eppure le richieste delle famiglie sono moltissime. "Lo so - dice Martinelli - ma non è solo un problema formale che dà origine al divieto. C'è anche un problema sostanziale: se si anticipa l'ingresso scolastico bisogna aumentare classi ed insegnanti. E' necessario che insieme alla nuova legge arrivi un aumento dei fondi a disposizione della scuola. Senza fondi non è possibile finanziare nuove classi". Il divieto colpisce però anche quegli istituti che avevano avviato la sperimentazione dell'anticipo della frequenza scolastica e che erano stati a fatica individuati tra quelli statali (sulle sedici scuole che avevano accettato la sperimentazione più della metà sono stati istituti paritari dato che in quelli statali c'era stata un'alzata di scudi da parte dei sindacati).
Perché non proseguire? "Adesso ci si accorge che c'è stato un grande successo dell'iniziativa perché c'è una grande richiesta di anticipare la scuola. Ma se oggi si dà il via a continuare le sperimentazione, tutte le nuove iscrizioni vengono dirottate verso questi istituti e si svuotano le altre scuole. Mentre queste oggi hanno la possibilità di ampliare le iscrizioni solo nell'ambito territoriale".
Il ministro Moratti ha assicurato che si potrà tornare indietro se la legge verrà approvata in tempo. Con quali speranze? "Le possibilità ci sono - dice Martinelli - perché non ci vuole molto tempo a formare classi materne o elementari. Basta che, con le nuove norme, arrivino i fondi".


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