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Mattino-PAdova-Le mani dei politici sui Conservatori

MOBILITAZIONE AL "POLLINI" I musicisti contro la Moratti "Le mani dei politici sui Conservatori" "Il ministro vuole affossare la riforma Autonomia in pericolo" Dopo il mondo della scuola, le ...

12/02/2003
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Il Mattino

MOBILITAZIONE
AL "POLLINI"
I musicisti contro la Moratti
"Le mani dei politici sui Conservatori"
"Il ministro vuole affossare la riforma Autonomia in pericolo"

Dopo il mondo della scuola, le Università, gli Enti di ricerca scientifica, è la volta dei Conservatori ad andare alla guerra contro il ministro Letizia Moratti. E se a scendere in campo, con toni insolitamente accesi, sono i "tranquilli" musicisti, è segno della gravità dei motivi della loro protesta. La quale peraltro non è un fuoco divampato in questi ultimi giorni: già gennaio i 7 Conservatori veneti avevano "manifestato", con proclami e concerti, in piazza a Venezia.
Ieri la mobilitazione regionale anti-Moratti si è trasferita al Pollini di Padova, il cui auditorium si è affollato di docenti e allievi, e di esponenti politici. L'incontro, in contemporanea con altri organizzati in molti dei 64 Conservatori italiani, è avvenuto alla vigilia della scadenza governativa di oggi. In cui dovrebbe tornare in Consiglio dei ministri, forse per il varo definitivo, il principale dei regolamenti attuativi della legge 508 del 1999: la tanto attesa (per un settantennio) grande riforma dei Conservatori stessi e delle Accademie, in pratica di tutto il mondo delle istituzioni di alta formazione artistica e musicale. Le quali, appunto con la "508", vengono a essere di fatto equiparate, quanto a istruzione da esse impartita, al livello delle università, in sintonia con le legislazioni del resto dell'Europa. Infatti la legge, dopo la sua approvazione da parte del Parlamento (all'unanimità) nel '99, era stata salutata come una grande rivoluzione positiva, capace di portare i Conservatori italiani fuori dal lunghissimo "limbo" istituzionale in cui erano rimasti relegati, di svecchiare e rimettere in moto strutture quasi ferme dai tempi del fascismo.
Il fatto è che alle grandi speranze suscitate dall'arrivo della "508" è seguìta la "gelata" dei regolamenti attuativi che ad essa intende imporre il ministro Letizia Moratti. I quali - accusano i Conservatori - vengono a configurare non i modi concreti di realizzazione della legge stessa, ma al contrario un vero e proprio "tradimento" del suo spirito e anzi un autoritario tentativo di controriforma. In contrasto, anche sul piano dei sacri princìpi, con l'articolo 33 della Costituzione, che sancisce la libertà di estrinsecazione e d'insegnamento per l'arte, la cultura e la scienza. Sott'accusa è in particolare proprio la lesione dell'autonomia dei Conservatori (che in base ad essa hanno cominciato da alcuni anni a rinnovarsi, al pari delle Università) minacciata dai decreti attuativi.
Due i principali argomenti del contendere. Intanto, la volontà, da parte della Moratti, di mettere a capo di ciascun Conservatorio, collateralmente e magari in conflitto con il suo direttore (che ora viene eletto dai docenti, essendo dunque "espressione" della scuola), un presidente di nomina ministeriale, di fatto su scelta politica, con tutti i relativi pericoli di ingerenza e di clientelismo. L'altra questione è la composizione del Consiglio di amministrazione: la cui componente interna verrebbe a essere minoritaria rispetto a quella esterna, consegnando dunque i Conservatori alle pressioni del mondo sociopolitico ed economico.
Di ciò al Pollini si è discusso con Dora Liguori presidente del Cnam, coi direttori dei Conservatori veneti, con gli onorevoli Piero Ruzzante e Andrea Colasio e il senatore Paolo Giaretta (dell'Ulivo, ma ha fatto sapere il suo interessamento anche Maurizio Saia, di An). Se il "diktat" passerà, scatterà la lotta dura.


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