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Mattino-Padova-La Cgil: "Non siamo pentiti questa è una legge iniqua"

La Cgil: "Non siamo pentiti questa è una legge iniqua" INTERVENTI Il referendum fallito sui buoni scuola Riceviamo e pubblichiamo l'intervento che segue. Com'era prevedibile, non è stato ragg...

08/10/2002
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Il Mattino

La Cgil: "Non siamo pentiti questa è una legge iniqua"
INTERVENTI Il referendum fallito sui buoni scuola

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento che segue.
Com'era prevedibile, non è stato raggiunto il quorum per rendere valido il risultato del referendum regionale abrogativo della legge sui cosiddetti "buoni scuola". Il black out pressoché totale sui mezzi di informazione, il disimpegno durante la campagna referendaria delle forze contrarie all'abrogazione della legge e, in misura marginale, l'invito, discutibile sul piano "dell'educazione civica", all'astensionismo rivolto ai cittadini da parte di settori del mondo cattolico, hanno reso inutile il ricorso alle urne.
Resta così in vigore una legge ingiusta, che finanzia esclusivamente gli alunni delle scuole private, e quindi dannosa per la scuola pubblica della nostra regione. Nonostante non fossimo tra i promotori del referendum (anche perché nutrivamo seri dubbi - evidentemente fondati - sulla possibilità di raggiungere il quorum) ci siamo battuti con forza per sostenere le ragioni del sì.
Non siamo certo pentiti di questa scelta, anche perché quasi 750 mila cittadini veneti (pari al 93,5% dei votanti!) hanno votato per il sì, confermando di voler abrogare una legge vissuta palesemente come ingiusta. Il risultato fa capire bene perché i contrari all'abrogazione della legge confidassero sull'astensionismo!
Si è creato un fronte largo contrario a questa legge e a qualsiasi attacco alla scuola pubblica, non a caso in diversi territori Cgil-Cisl-Uil hanno sostenuto unitariamente il voto per il sì.
La battaglia per difendere e rafforzare la scuola pubblica deve assolutamente continuare, al di là del referendum, soprattutto di fronte agli attacchi al diritto universale all'istruzione portato dalle proposte del ministro Moratti e dalla proposta di legge finanziaria, che prevede tagli per il personale e riduzioni di investimenti per la ricerca e le attività didattiche. E infatti questa è una delle ragioni alla base dello sciopero generale proclamato dalla Cgil per il prossimo 18 ottobre. Per questo noi continueremo con coerenza la nostra iniziativa per difendere il diritto all'istruzione pubblica e gratuita, come stabilisce la nostra Costituzione, convinti che una società sia più ricca e migliore quanto più investe nel sapere diffuso e accessibile a tutti i cittadini. Ci aspettiamo altrettanta coerenza anche da parte di coloro che, durante la campagna referendaria, hanno sostenuto la necessità di non abrogare la legge ma di modificarla, ammettendo che, in effetti, la sua applicazione ha causato palesi disparità tra gli alunni, favorendo quelli delle scuole private, unici beneficiari dei buoni scuola, e discriminando quelli delle scuole pubbliche, esclusi da qualsiasi sostegno.
Vedremo se, adesso, agiranno di conseguenza, correggendo questa clamorosa ingiustizia. Non sarà semplice, perché da una "cattiva" legge è difficile che esca un regolamento attuativo "buono". Quello che è certo è che non assisteremo passivi al permanere di questa ingiustizia.
Stefano Cecconi Segretario Cgil Veneto Angiola Tiboni Segretaria della Federazione formazione e ricerca Cgil


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