FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3771731
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » La Sicilia-Ssis a rischio di cancellazione

La Sicilia-Ssis a rischio di cancellazione

La riforma Moratti prevede che sia sostituita con la formula "3+2": se ne discute oggi in commissione Ssis a rischio di cancellazione Il coordimanento dei supervisori di Catania lancia l'allarme ...

07/11/2002
Decrease text size Increase text size
La Sicilia

La riforma Moratti prevede che sia sostituita con la formula "3+2": se ne discute oggi in commissione
Ssis a rischio di cancellazione
Il coordimanento dei supervisori di Catania lancia l'allarme

Si riapre oggi, in sede di commissione parlamentare, il dibattito sulla riforma della Scuola proposta dal ministro signora Moratti. In questo contesto si discuterà anche del famigerato art. 5 che, di fatto, cancellerà le Ssis (scuole di specializzazione di istruzione secondaria) e la filosofia che le ha ispirate, quella cioè di preparare i neolaureati all'insegnamento attraverso percorsi formativi specifici.
Non più, dunque, una formazione casuale e affidata alla buona volontà di ognuno, ma un percorso definito, finalizzato all'integrazione di conoscenze teoriche disciplinari e psico-pedagogiche e di competenze progettuali, metodologiche e didattiche. Per questo il progetto culturale delle Ssis prevede, per un totale di mille ore d'impegno in due anni, quattro aree di studio e di formazione: 1) insegnamenti di carattere piscopedagogico, 200 ore di corso comune a tutti gli indirizzi; 2) insegnamenti disciplinari dei singoli indirizzi con approfondimento dei presupposti epistemologici, 300 ore di corso; 3) laboratori di didattica disciplinare in cui vengono simulate le situazioni di insegnamento, 200 ore di corso; 4) tirocinio gestito dai docenti delle scuole che nella Ssis hanno il ruolo di supervisori, 200 ore di corso e la relazione sul tirocinio che, insieme all'esame scritto e al colloquio orale, è uno dei tre elementi della valutazione finale. Un progetto formativo il cui senso, e il cui fine programmatico, è quello di preparare all'insegnamento mettendo insieme il sapere e la riflessione critica sul sapere, il sapere fare e la riflessione critica sul sapere fare, le quattro abilità e competenze che corrispondono alle quattro aree in cui si articola il progetto delle Ssis. Un approccio innovativo che, tra l'altro, per la prima volta, tenta di superare il tradizionale scollamento che si registra in Italia tra il mondo dell'università e quello della scuola. Perché entrambi si integrano e mettono in campo le rispettive competenze per la formazione del futuro insegnante.
Un approccio - al quale altri Paesi d'Europa guardano con interesse e come modello - che la riforma dell'art.5 cancellerebbe con un colpo di spugna trasformando l'accesso alla professione in una laurea specialistica, "3+2", esclusivamente gestita dall'università. A denunciare questo rischio è il coordinamento dei supervisori (delle scuole secondarie di tutte le classi di concorso) della Ssis di Catania, 33 docenti, che in ottobre, dopo la partecipazione al terzo convegno nazionale tenutosi a Palermo, si sono riuniti per fare il punto sulle prospettive della Scuola di specializzazione. Un'occasione che per ribadire che la specificità e la peculiarità di questo progetto formativo è data essenzialmente dal tirocino. I supervisori ricordano che "la tanto contestata "sopravvalutazione" della specializzazione Ssis - cioè i trenta punti, a fronte dei sei punti delle altre abilitazioni diversamente conseguite - è stata motivata proprio in ragione dei due anni di tirocinio previsti, equivalenti a ventiquattro punti, pari a due anni di insegnamento". Eppure, proprio questo aspetto essenziale delle Ssis, viene ora messo in forse dalla riforma che trasformerà il tirocinio in una sorta di appendice, non più formazione integrata in base a un progetto organico, ma apprendistato, addestramento professionale che dovrebbe essere fatto mediante la stipula di contratti di formazione lavoro.
Il coordinamento dei supervisori Ssis di Catania, attraverso i propri portavoce professori Marinella Fiume e Nino Indelicato, non difendono solo l'esperienza di questo progetto formativo, ma hanno da dire anche sul modo in cui è stata impostata la Ssis nell'università etnea che ha ritenuto marginale - e tale è diventata anche nell'opinione degli allievi e in quella pubblica - l'esperienza del tirocinio, l'unica delle quattro aree affidate ai supervisori. E questo sebbene a Messina e a Palermo - e la Ssis in Sicilia è una realtà interateno - ai supervisori sono stati affidati non solo il tirocinio, ma anche la gestione della terza area, cioè la responsabilità dei laboratori di didattica disciplinare. Una scelta corretta, quest'ultima - dicono i supevisori catanesi - perché la progettazione teorica, la simulazione del tirocinio, l'esperienza in classe e la riflessione critica su questa sono strettamente connesse.
Di qui la denuncia del ruolo marginale dato ai supervisori di Catania e della loro esclusione dalla progettazione dei piani di studio delle altre aree. Per cui capita che le cattedre siano attribuite in base alle disponibilità soggettive dei docenti universitari anzicchè in base a un progetto organico che punta alla formazione dei corsisti. Nella speranza che le Ssis non vengano cancellate per legge, i supervisori chiedono che al tirocinio vengano assicurate le risorse indispensabili (sede, telefono, computer, fax, contributi per i tutor), che i fondi attribuiti alla Scuola siano divisi proporzionalmente al peso, al monte ore, che quest'area ha nel corso complessivo e sollecitano la partecipazione della scuola nella progettazione dei piani di studio delle altre aree e nella progettazione e nella gestione dei laboratori.
Pinella Leocata


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL