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L'Aquila, ora si cerca di puntare sull'Università

La richiesta che fanno al rettore, in vista delle elezioni di ateneo,prima il segretario della Cgil Abruzzo, Gianni Di Cesare, e, poi, lo stesso ministro Barca, è di un dibattito pubblico

16/01/2013
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l'Unità

Il rettore del’università deL’Aquila Ferdinando Di Orio non c’è quando inizia il convegno della Cgil nell'Aulamagna della facoltà di scienze umane, arriverà più tardi a portare il suo saluto. Eppure la scelta del luogo non è casuale, lo spiega Rita Innocenzi che coordina il dibattito: «L’Università è un asse portante della nostra piattaforma, frutto di un lavoro collettivo».Innovazione,ricerca,territorio,sono le parole chiave della relazione fra mondo produttivo e istituzioni di ricerca. Parla il sindaco Massimo Cialente, quando arriva il rettore. Il sindaco chiede accelerazione,certezza dei finanziamenti, chiede un luogo di confronto istituzionale, perché «è inutile che il comune de L’Aquila faccia un piano strategico se manca un piano strategico regionale». Di Orio prende la parola e fa un intervento polemico: «La prima cosa che si deve dire è che noi, l’università, c'è stata. Abbiamo resistito a chi voleva spostarci in altre sedi, abbiamo raggiunto 26mila iscrizioni. Non iniziative di elite ma università di massa. Eppure, allora, il presidente del consiglio (Berlusconi, ndr) disse che una figlia che volesse venire a studiare a L’Aquila l’avrebbe chiusa nel bagno». Il rettore rivendica anche l'avere preso in affitto capannoni industriali capaci di ospitare lezioni per 6000 studenti. «Abbiamo pagato troppo?» chiede riferendosi a una indagine della magistratura. È un impegno che gli viene riconosciuto ma il tema, ora che si avvicinano le elezioni universitarie è anche un altro. A Ferdinando Di Orio quasi scappa una parolaccia quando si parladi«eccellenza».Invece nel dibattito sul futuro de L’Aquila gli istituti di eccellenza, come il Gran Sasso Institute, collegato a quello di Fisica nucleare, Ingv, l'elettronica e tutto ciò che deriva dai compiti della ricostruzione sostenibile e del restauro, in quello che sarà il più grande cantiere d'Europa, sono una parte importante. In un saggio scritto dopo il primo anno post terremoto l'economista aquilana Paola Inverardi sollevava due questioni: l'assenza dell'università nella ricostruzione e l'offerta formativa, «ai potenziali studenti bisogna offrire titoli di studio spendibili sul mercato del lavoro». La richiesta che fanno al rettore, in vista delle elezioni di ateneo,prima il segretario della Cgil Abruzzo, Gianni Di Cesare, e, poi, lo stesso ministro Barca, è di un dibattito pubblico: l'università deve poter votare su programmi chiari e coinvolgere la città che vuole essere città universitaria. 


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