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Ferrara: a settembre rischiamo di non aprire

Bidelli e segretari i punti di maggiore sofferenza. «I prof? Tagliate 280 cattedre»

16/07/2011
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Nuova Ferrara

BENEDETTA SALSI

Sono sul piede di guerra. E hanno voglia di gridare tutta la loro insofferenza per questa situazione «paradossale» in cui enti locali, Comuni e Provincia, stanno zitti. Così, dati alla mano, istituto per istituto, Fausto Chiarioni segretario di categoria della Cgil, lancia il suo allarme: il mondo dell'istruzione viene martoriato dai tagli agli organici e a settembre «molte scuole rischieranno di non aprire». «Altro che 67mila assunzioni... Sfatiamo anche questo mito che, comunque, è un dato importante. Ma non sono incrementi di personale. Si tratta di una stabilizzazione, trasformazioni del contratto di lavoro, precari che già lavorano nel mondo della scuola da 10, 20 anni». La verità che racconta la Cgil è diversa. Dipinge uno scenario fosco: sui banchi ferraresi si starebbe per abbattere una sorta di tsunami. «Sta per arrivare il terzo taglio agli organici dei docenti e degli Ata, quello che fa riferimento alla manovra del 2008. È il colpo finale sul nostro territorio: 79 docenti che vengono tagliati in organico di diritto e 69 tra bidelli', segretari e tecnici di laboratorio da settembre». UN BAGNO di sangue che continua da tre anni, «in cui solo a Ferrara sono stati depennati 280 docenti e qualcosa come 180 Ata», è la denuncia. Non usa mezzi termini Chiarioni. «Non avremo nemmeno il personale sufficiente per tenere aperti tutti i plessi scolastici. Non stiamo facendo terrorismo, è così: le scuole lo hanno già evidenziato. Non riusciranno a fare funzionare la macchina: aprire le scuole, pulirle, a dare assistenza all'handicap, fare funzionare gli uffici amministrativi. Non riusciremo nemmeno ad avere un bidello' per ciascun plesso. Quest'anno hanno tagliato 10 assistenti amministrativi, 2 tecnici (laboratori, gestione dell'attrezzatura informatica) e 57 collaboratori scolastici. Nel 2008-2009 avevamo in totale 1.163 operatori Ata, poi sono calati progressivamente e ora siamo a 952. Un consuntivo di meno 211 operatori. Facciamo un esempio? Renazzo. Ha 18 plessi con la sede, è una direzione didattica. Il personale dovrebbe essere proporzionato al tipo di servizio: bisogna avere due collaboratori scolastici nelle scuole materne, invece ne verranno a mancare 4». Secondo le tabelle, altri 3 ad Argenta e a Comacchio, al Govoni e al Copernico. Fino ad arrivare a 57. «SAPEVAMO che il sistema avrebbe collassato con la riforma Gelmini. Le manovre vanno in contrasto con l'incremento di circa 700 alunni ogni anno che si registra nella nostra provincia». E non risparmia proprio nessuno. Perché la battaglia avrebbe bisogno di un coro all'unisono. Invece... «Servirebbe anche la denuncia da parte dei dirigenti scolastici, non stanno dicendo niente. Sembrano disinteressati, come le amministrazioni locali. Che le Province dimostrino che hanno una ragione di esistere. Intendono prendere posizione? Lo stesso i Comuni. I cittadini andranno sicuramente da sindaci e assessori, come stanno facendo a Bondeno. Vogliono risposte». Poi, lo spinoso argomento delle graduatorie a pettine', con l'inserimento di insegnanti provenienti da altre regioni, secondo punteggio. «Sia l'apertura, sia la chiusura delle liste avrebbe portato un problema. Purtroppo è una battaglia che non si può combattere, le cose andavano fatte in maniera diversa fin dall'inizio». Ora, si contano i cocci.


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