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Dal Secolo XIX. Cinquemila in piazza per la scuola

di Sondra Coggio

28/09/2008
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«Duecento tra noi maestri delle scuole primarie spezzine rischiano il posto per effetto della scelta di tornare alla figura del maestro unico, dagli attuali seicento maestri elementari, si scenderà di almeno un terzo. Oggi, ci sono tre insegnanti ogni due classi elementari. Uno e mezzo per aula: non vogliamo tornare indietro, e azzerare tutto il lavoro fatto in questi anni, per dare ai bambini spezzini quei laboratori e quegli spazi creativi che abbiamo conquistato con il tempo modulare e prolungato». Percuote un rumorosissimo campanaccio, la maestra elementare di lungo corso. E altre maestre, dalle fila del corteo, applaudono. «Io, che sono di ruolo, dovrò tornare a fare supplenze?», domanda una collega, che agita una specie di tamburello. «Allungheremo ancora le liste dei precari, come se non ne avessimo già abbastanza?», si fa avanti una più giovane. E buttando fiato nel fischietto, non le manda a dire alla ministra Maria Stella Gelmini i cui decreti non sembrano proprio andare giù ad una buona parte almeno dei docenti della provincia.

L'irritazione della categoria si è vista e si è sentita, ieri mattina, per effetto della manifestazione di protesta promossa da Cgil scuola: un corteo rumoroso, con fischietti, tamburi improvvisati e tamburelli, ha sfilato per via Prione e corso Cavour. C'erano docenti e non docenti, pensionati del settore, studenti con striscioni a sostegno della scuola pubblica, e anche parecchi bambini, al seguito delle famiglie.

«Cinquemila adesioni», resoconta il segretario della Camera del Lavoro, Lorenzo Cimino, leader del sindacato degli insegnanti prima di assumere la guida della Cgil: «Siamo più che soddisfatti. La città ha lanciato un segnale forte a Roma».

Di certo, c'erano in tanti: «Sono venuti delle materne, delle elementari, delle medie e delle superiori – sottolinea la responsabile scuola Cgil Lara Ghiglione – abbiamo avuto anche un drappello del conservatorio “Puccini”, che rischia il biennio. A parte il problema del maestro unico, ci sono tanti aspetti che preoccupano: si allungheranno le liste dei precari, si tornerà indietro in termini pedagogici. E poi c'è l'ultima sparata, di questa mattina: si tornerà a bocciare alle primarie. Ma come si può imputare ad un bambino di sei o sette anni l'insuccesso scolastico? No, sono segnali che preoccupano seriamente».

Nelle fila dei contestatori, si sono visti anche dei dirigenti scolastici di lungo corso: accanto a giovani precari, che temono di non arrivare mai a concretizzare il sogno di una assunzione in ruolo. «Se ci saranno esuberi fra quanti ora lavorano, che perderanno il posto, quando mai entreremo noi?», domandano. Proprio ora che la popolazione scolastica spezzina aveva ripreso a salire, superando le 25mila unità, il timore è quello di una contrazione dei posti di lavoro. Fanno paura, i tagli: delle ore e delle risorse. E' vero che ci sono ancora molte incognite, perché per ora non sono stati diramati i regolamenti attuativi dei decreti, ma l'aria è pesante, fra i 2.500 insegnanti che operano in provincia.

E c'è forte timore soprattutto per il tempo scuola: «Io sono una madre che lavora – testimonia una mamma, che ha portato con sé i bambini al corteo – oggi ho delle garanzie: i miei figli frequentano una scuola a tempo pieno, di qualità. Cosa accadrà, quando si tornerà indietro? E' anche una questione economica. Non tutti possono permettersi di pagare, per avere un servizio anche al pomeriggio».

La difesa del tempo pieno è tema molto sentito alla Spezia, perché in questa città si sono avute le primissime sperimentazioni: «Si tratta di un patrimonio che la categoria intende difendere», sottolinea Cimino.

In corteo anche le bandiere di Rifondazione Comunista: «Noi siamo qui per costruire insieme l'opposizione», spiega Sergio Olivieri.

E' vero che sulla vertenza scuola fin qui i sindacati spezzini hanno marciato in modo unitario, ma ieri la Cgil ha lanciato un segnale forte: «Noi non siamo disponibili a rinunciare alle piattaforme concordate con la base - scandisce dal palco, Valeria Fedeli, dirigente nazionale della Cgil-scuola - . Ci batteremo fino all'ultimo minuto e fino all'ultimo euro: l'obiettivo è quello di marciare unitariamente con le altre sigle confederali, ma se avvertiremo segnali di possibili defezioni, andremo avanti anche da soli».


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