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Corriere di Romagna-La scuola pubblica? E' ora di seppellirla'

La scuola pubblica? E' ora di seppellirla' RAVENNA - 'La scuola pubblica è morta'. Ne danno il triste annuncio gli Studenti in lotta, il comitato Emergenza legalità, il comitato Scuola e costi...

22/02/2003
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Corriere di Romagna

La scuola pubblica? E' ora di seppellirla'
RAVENNA - 'La scuola pubblica è morta'. Ne danno il triste annuncio gli Studenti in lotta, il comitato Emergenza legalità, il comitato Scuola e costituzione, Cgil scuola, Giovani comunisti, Uds. Ieri, in seguito alla votazione in Senato della legge delega Moratti si sono trovati in piazza del Popolo e hanno dato vita ad un corteo funebre, nel solare e gelido pomeriggio di ieri.I manifestanti hanno potuto assistere, prima di iniziare la lenta marcia per le vie del centro, alla 'dolorosa e lunga agonia della scuola pubblica', messa in scena dagli studenti a poche decine di metri da Palazzo Merlato. Luca, studente dell'Itis, sostenendosi ad un bastone su cui caricava 'il peso degli anni', ma soprattutto 'le sofferenze date da anni di vessazioni'. Rappresentava lo 'spirito della scuola pubblica, o quello che ne rimane' e, tossendo e barcollando, raccontava di 'aver visto, negli ultimi anni, menti fulgide e luminari fuggire, scuole crollare sotto il peso dell'inefficienza. Non immaginavo di poter arrivare a questo punto - ha spiegato lo 'spirito della scuola pubblica' - con le cagne private che mordono le mie caviglie'.Lo spirito conclude la sua agonia e esala l'ultimo sospiro fra i testi scolastici, disposti a terra a formare una sorta di lettiga: 'Non fate che anche loro mi seguano nell'aldilà - chiede con un filo di voce, prima che un personaggio nero vestito e provvisto di falce, 'la Finanziaria 2003, by Tremonti', glielo tagli -. Hanno bisogno di evolversi, non di essere buttati per essere sostituiti da altri'.Ma la rappresentazione degli studenti è melodrammatica e non tralascia il sarcasmo. Mentre la scuola pubblica pronuncia le sue ultime parole, di tanto in tanto fa passerella Letizia Moratti, alias Lara, studentessa del liceo artistico.Prima ridacchia, si prende gioco dello spirito sofferente e lascia cadere fra le sue mani un centesimo, poi si adopera nel discorso funebre: 'Sudditi e suddite, studenti operai e studenti manager, insegnanti e quant'altra feccia - attacca Letizia/Lara -, vi annuncio la morte di quel vetusto calderone che chiamavate scuola pubblica. Ma finiamola con le illazioni, la scuola è davvero di tutti, di tutti quelli con un reddito adeguato s'intende. Professori, vi vedo con le lacrime agli occhi. Non corrucciatevi, anche per voi ci sarà tanto tempo libero, quando taglieremo qua e là. Ma bando alle ciance - conclude - è ora di portare in corteo questo straccio morto. Che morto un papa se ne fa un altro. E vedrete che papa'.Parte così l'ultima parte della cerimonia funebre. Studenti con professori e cittadini (poco meno di duecento persone) sfilano in un buio e rispettoso corteo, in riverenza al 'morto eccellente'. A cadenziare il passo, lento e incerto, si occupa un tamburino, che suona a morto. Nei discorsi finali parole di speranza: 'La morte della scuola pubblica è sopraggiunta per un male terribile: l'indifferenza. Delle istituzioni, che hanno ignorato anni di lotte studentesche, e di molti cittadini. Sono i cittadini stessi che, con un atto di responsabilità ed unità, possono compiere il miracolo della risurrezione'.

Andrea Tarroni


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