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Unità: Superiori, Bolzano chiede il rinvio della riforma

La provincia ha fatto un passo ufficiale: i regolamenti non sono ancora legge Non può fare la norma di recepimento. Ma il timore del caos riguarda tutti

16/03/2010
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l'Unità

G.V.
La Provincia di Bolzano chiederà al governo lo slittamento di un anno per l’applicazione in Alto Adige della riforma della scuola superiore: la decisione è stata resa nota dalla stessa giunta provinciale, attraverso un comunicato ufficiale, al termine della seduta di ieri. «La relativa normativa - si legge nella nota emessa dalla giunta di Bolzano - non è ancora entrata ufficialmente in vigore e la Provincia non riuscirebbe a disporre in tempo dei sei mesi previsti per recepire la normativa con legge propria e per redigere i nuovi programmi». E poiché i tempi per l’attuazione dei nuovi regolamenti sui nuovi istituti liceali, tecnici e superiori sarebbero troppo stretti, la giunta ha annunciato che esprimerà ufficialmente al governo «la richiesta di far slittare l’applicazione della riforma all’anno scolastico 2011/2012». L’iniziativa della provincia di Bolzano è certamente legata allo statuto speciale di cui gode. Va da sé che un problema analogo potrebbero averlo anche le altre regioni a Statuto speciale. Se così fosse si tratterebbe di una larga fetta di cittadini a cui sarebbe concesso un inizio più umano e organizzato di una riforma che resta improponibile e dannosa di per sé. La provincia di Bolzano ufficialmente lega la richiesta alla legge di recepimento. Ma la montagna di problemi burocratici e giuridici legati alla approvazione definitiva dei regolamenti delle superiori (non c’è ancora la firma del Presidente della Repubblica, né ovviamente la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale) potrebbe essere motivo di ricorsi e ufficiali prese di posizione di molte altre amministrazioni. Tra undici giorni esatti si chiudono le preiscrizioni alle superiori con regolamenti che in punta di diritto non esistono.
IL CAOS Le scuole, tra l’altro, per non perdere iscritti stanno affannosamente moltiplicando le modalità per accrescere l’offerta formativa. Una è la lievitazione del cosiddetto «contributo volontario». Ma questo è un enorme capitolo da affrontare a parte.


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