FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3848599
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Corriere: «La Cgil? Sui precari abbiamo sbagliato»

Corriere: «La Cgil? Sui precari abbiamo sbagliato»

Susanna Camusso: con Emma Marcegaglia sarà trattativa dura ma leale

04/06/2008
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Il personaggio Dalle tute blu della Fiom alla segreteria confederale la lunga marcia della leader della Cgil Lombardia

«Tremonti porti in Europa l'idea di supremazia della politica sul mercato. Brunetta ha iniziato male»
MILANO — «C'è molto da sfatare nell'idea di una Cgil fatta solo di pensionati, pubblico impiego, metalmeccanici riottosi. Non è così, in Lombardia cresciamo ininterrottamente da 14 anni, cresce il sindacato dei servizi e quello degli edili, ci sono le donne, ci sono i giovani ». Susanna Camusso è rientrata da Roma, dalla conferenza di organizzazione della confederazione, una tre giorni di dibattiti e documenti, mille delegati. Solo lunedì è riuscita a stare un po' con sua figlia Alice che studia alla Normale e vive a Pisa e il 2 giugno ha compiuto vent'anni. Per la figlia, le zie e le amiche di sempre ha preparato cotolette e tabulè. Il primo sindacato italiano spera per rinnovarsi anche in questa donna forte e negoziatrice, venuta su alla scuola della Fiom e del nord-che-produce. Una che «apre» a Tremonti e sa parlare con la minoranza ribelle, che pensa che «i diritti dei lavoratori oggi sono mondiali» e che «l'Italia non è sull'orlo del baratro e c'è la deve fare». A quanto pare, con l' ispiratrice di «siamouscitedalsilenzio », la Lombardia tornerà nella segreteria confederale E' la prima volta dai tempi di Antonio Pizzinato.
Certo che la Cgil sembra nell'angolo...
«Ma quale angolo. C'è una visione nazional-centrica che porta a fare con la Cgil la stessa operazione vista con la politica. Ci si sveglia il mattino dopo le elezioni e si dice: oh, incredibile, ha vinto la Lega»
Su di voi pesa l'accusa di essere il partito dei «no».
«Non siamo un partito, siamo un'organizzazione di interessi, interessi rilevanti, certo. Il nostro mestiere è quello di tutelare i lavoratori, non di distruggere il Paese».
E allora come spiega la rottura con il governo
«Il ministro Renato Brunetta ha cominciato proprio male, con una violazione dell'autonomia della rappresentanza. Non è una questione di forma ma di profonda sostanza. E chi dice che la Cgil si sottrae al confronto sbaglia».
Lei si sarebbe alzata dal tavolo del negoziato?
«È una delle modalità».
Da Trento Sergio Marchionne ha lanciato un appello ai sindacati: io devo competere sui mercati globali, voi chiedete il rispetto di un accordo del 93... E in Italia è impossibile crescere.
«Beh, sulle regole è grottesco: Cgil, Cisl e Uil hanno presentato una piattaforma unitaria di riforma del contratto. Riconosciamo tutti a Marchionne il rilancio della Fiat e l'attenzione ai temi del lavoro. Ma non si metta anche lui a scaricare sui lavoratori tutto quello che non va in questo paese. Noi non abbiamo mai governato».
Ma qualche responsabilità ve la volete assumere o no?
«Sì, sui precari. Qui ci sono colpe anche nostre. Non abbiamo trovato il modo di intercettare i nuovi lavoratori e siamo in ritardo nell' interpretare le loro richieste. Abbiamo continuato a vedere l'impresa solo nella sua dimensione medio-grande. La nostra fatica, e una delle prime sfide per tutta la Cgil, adesso, è quella di recuperare questo ritardo. Sento il peso della sfiducia dei giovani: è chiaro che se ci mettiamo otto anni per rinnovare il contratto degli artigiani, il messaggio che diamo è che loro un contratto non l'avranno mai. Lo sforzo è darci l'organizzazione e la struttura per la tutela collettiva dei nuovi lavoratori. Qui il confronto con le imprese deve essere molto serrato: quando ci sono realtà che non hanno più un corpo centrale di lavoratori, come sta accadendo nell'editoria, viene da pensare che quell'azienda non ha in mente un futuro».
Cosa c'è di irrinunciabile nella trattativa con Confindustria sulla riforma della contrattazione.
«Se snellire le relazioni vuol dire diminuire le tutele, allora sarà molto difficile intendersi».
La presidenza Marcegaglia potrà in qualche modo favorire il dialogo?
«La trattativa sarà durissima. Però Emma Marcegaglia è una donna ed è una donna che "nomina le cose". Non è secondario che abbia subito nominato la sua condizione di donna. Questo è un ottimo punto di partenza per una trattativa».
Quanto pesa nei guai della Cgil la spaccatura con la Fiom?
«La rottura politica c'è, non si può negare, ma non ci sarà nessuna scissione, che è una cosa diversa. Da Gianni Rinaldini è arrivata una grande dichiarazione di lealtà alla conferenza. La Cgil è una sola».
Cosa vorrebbe dire a Giulio Tremonti « Dal ministro dell'Economia mi aspetto che porti in Europa l'idea di supremazia della politica sul mercato. In un'Europa dove a far politica c'è solo la Bce. Ma dico no alle "ricette della paura", alle misure che dividono, come la detassazione degli straordinari che di fatto taglia fuori le donne e i giovani. Mentre invece c'è il tema dei salari e della redistribuzione fiscale. E non credo affatto che siamo sull'orlo del baratro: ce la possiamo e anzi ce la dobbiamo fare».
Paola Pica


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL