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Scuola e legge di bilancio, incontro al MI: è il momento di un salto di qualità o sarà mobilitazione

Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL

18/11/2020
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Roma, 18 novembre- Questo pomeriggio si è svolto un incontro con i vertici del Ministero dell’Istruzione sugli interventi relativi alla scuola in vista della prossima Legge di Bilancio.

Francesco Sinopoli, segretario generale FLC CGIL, a margine dell’incontro dichiara:  “La Legge di Bilancio è un passaggio fondamentale per affrontare l’emergenza e per porre le basi per un utilizzo davvero significativo delle risorse del Next Generation EU all’interno di un progetto di sviluppo e rilancio del sistema di Istruzione. Oggi abbiamo chiesto il superamento delle norme che da anni impongono criteri di risparmio nella costituzione delle classi e degli organici docente e ATA. Ciò significa l’eliminazione della differenza tra organico di fatto e organico di diritto, l’eliminazione delle classi pollaio, il ripristino e l’estensione in tutto il Paese del tempo scuola tagliato in questi anni, la stabilizzazione dell’organico covid, la stabilizzazione sempre più estesa dei posti di sostegno in linea con i fabbisogni degli studenti con disabilità insieme ad un massiccio piano di specializzazioni. Abbiamo chiesto un impegno deciso verso l’obbligatorietà della scuola dell’infanzia con risorse da destinare all’ampliamento dell’offerta statale e infine, l’attivazione di estesi processi di stabilizzazione del personale precario che in questi anni e, ancora di più, in questi mesi, ha garantito il funzionamento degli istituti. Su questi punti, incalza Sinopoli, ci deve essere un forte impegno del Ministero e del governo nel reperire cospicue risorse a partire dal prossimo scostamento di bilancio preannunciato dal Ministro Gualtieri”.

"Bisogna riconoscere il lavoro docente, dirigente e Ata adeguando gli stipendi a quelli dei colleghi europei. A tale scopo si stanzino nella Legge di Bilancio 2021 le risorse necessarie per il rinnovo del Contratto ormai scaduto da due anni. 84 euro lordi di aumenti medi mensili non sono accettabili a fronte del livello di professionalità e di responsabilità ricoperto dal personale della scuola".

“Riaprire la scuola in presenza dopo mesi di sospensione - continua il dirigente sindacale - è stato, in primo luogo, merito della scuola militante, quella fatta di lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti che con un lavoro incredibile fin dall’estate hanno operato giorno per giorno per riuscire a garantire e conciliare il diritto all’istruzione con quello alla salute. Molto di quel lavoro rischia di essere oggi vanificato: chi doveva garantire sicurezza nei trasporti e sanità non è stato in grado di realizzare gli interventi necessari e così chiudere le scuole diventa l’opzione più semplice”.

“I provvedimenti di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado adottati da qualche Regione, aggiunge Sinopoli, si portano dietro il fallimento del sistema sanitario regionalizzato. Avevamo detto mesi fa che trasporto scolastico e presìdi sanitari in ogni scuola sarebbero stati indispensabili per garantire l’attività in presenza anche nelle situazioni di più grave espansione della pandemia. Queste semplici proposte sono rimaste inascoltate. Quanto sta avvenendo rende ancora più forte la nostra netta opposizione al regionalismo differenziato”.

“Non è più il tempo delle promesse per i settori della Conoscenza, ma quello delle scelte politiche coerenti e razionali,  anche le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici sono insufficienti e non tengono in alcun conto della necessità di valorizzazione delle professionalità presenti nel nostro comparto e dunque, conclude, in assenza di un deciso salto di qualità sui settori della conoscenza con investimenti significativi e stabili nel tempo, sarà mobilitazione generale".