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L'accordo sui concorsi non mette la scuola nella condizione di ripartire a settembre con il maggior numero possibile di lavoratori stabili
Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL
25/05/2020
Roma, 25 maggio 2020 - “L'accordo sui concorsi non risponde all'obiettivo di semplificare la procedura concorsuale e mettere la scuola nelle condizioni di ripartire il prossimo settembre. Ci troveremo di fronte a un nuovo anno scolastico che comincia con oltre 200 mila cattedre scoperte, avvicendamento di supplenti e difficoltà per famiglie e alunni”. Così Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL.
Per il dirigente sindacale: “La procedura straordinaria nasce dall'esigenza di riparare ad un torto che lo Stato ha commesso verso lavoratori precari che lavorano da anni nella scuola con contratti a termine, a dispetto delle norme europee che prevedono la stabilizzazione. Ma l'accordo raggiunto non snellisce la procedura, perché sostituisce il quiz con una prova scritta a risposte aperte, a cui poi seguiranno formazione e prova orale selettiva, con il risultato che i tempi di espletamento del concorso si allungheranno piuttosto che accorciarsi".
“Il Paese ha bisogno di un sistema scolastico che sia davvero in grado di recuperare il debito maturato nei confronti di studenti e famiglie in questi mesi di sospensione delle attività scolastiche. Senza tutti i docenti in cattedra a settembre, si parte davvero col piede sbagliato”. Conclude Sinopoli.
Per il dirigente sindacale: “La procedura straordinaria nasce dall'esigenza di riparare ad un torto che lo Stato ha commesso verso lavoratori precari che lavorano da anni nella scuola con contratti a termine, a dispetto delle norme europee che prevedono la stabilizzazione. Ma l'accordo raggiunto non snellisce la procedura, perché sostituisce il quiz con una prova scritta a risposte aperte, a cui poi seguiranno formazione e prova orale selettiva, con il risultato che i tempi di espletamento del concorso si allungheranno piuttosto che accorciarsi".
“Il Paese ha bisogno di un sistema scolastico che sia davvero in grado di recuperare il debito maturato nei confronti di studenti e famiglie in questi mesi di sospensione delle attività scolastiche. Senza tutti i docenti in cattedra a settembre, si parte davvero col piede sbagliato”. Conclude Sinopoli.
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