FLC CGIL

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Inizia la tavola rotonda sul tema “Il valore sociale del lavoro nella conoscenza: la nuova sfida per lo sviluppo”. Conduce e coordina la discussione Rita Candeloro per la segreteria nazionale FLC Cgil.

Rita ricorda il lavoro fatto fin qui negli incontri preparatori del seminario, con la complessità di tenere insieme pezzi e comparti molto diversi e con regole nel lavoro molto diverse. Un punto c’è in comune ed è la finalità dei rispettivi lavori, e cioè quello di incrementare ed incentivare i saperi e la conoscenza dei cittadini se è vero, come è vero, che questa è oggi la vera ricchezza di un Paese. Quello che manca in tutti i pezzi e comparti è il riconoscimento del valore sociale di questi lavori nel campo della conoscenza e della ricerca e quindi della sua valorizzazione in terreni di investimenti. Conciliare la qualità del servizio con la piena autonomia professionale e organizzativa e nella ricerca didattica è uno degli elementi da indagare ed approfondire. Al dott. Oliva chiede quali sono gli effetti del contesto attuale, molto deprivato, sulla valorizzazione e riconoscimento sociale del lavoro nella Conoscenza.

Attilio Oliva, Vice presidente della Luis, riconosce che Cgil e Confindustria sono gli attori che prendono più sul serio la tematica della conoscenza del Paese. Siamo in una competizione internazionale, abbiamo un ritardo storico, rischiamo di essere schiacciati. Oggi c’è una crisi reale che si vede anche nel mondo della formazione. Le ricette sono:

1) una buona concorrenza ben regolata che protegge i lavoratori dagli abusi e significa confronti tra scuole anche per arrivare a collaborare;

2) il fattore tempo: occorre decidere, in tempi ragionevoli, cosa che nella scuola non è avvenuta, in particolare sui sistemi di governance che non esiste nelle scuole e sono nelle università solo dei patteggiamenti;

3) meritocrazia intesa come rispetto di chi fa più e meglio, con ricadute su stipendi e riconoscimenti e questo in particolare nei livelli alti e nelle modalità di reclutamento.


Partendo dalla considerazione che il tema della conoscenza, citato ripetutamente dal dott. Oliva, e della privatizzazione è uno dei temi caldi a livello europeo con orientamenti e giudizi molto diversificati, Rita sottolinea che in Italia sono in atto tentativi forti di “neocentralizzazione” nel campo della scuola, università e ricerca. Sono in discussione provvedimenti legislativi sullo stato giuridico che tendono ad escludere il reclutamento pubblico, fatto che rappresenta la negazione dell’autonomia, della libertà di insegnamento e della laicità del sistema e l’eliminazione della contrattazione. Con questa premessa, viene chiesto a Michele Gentile del Dipartimento settori pubblici della CGIL il parere della CGIL sulla Direttiva Bolkestein e sui disegni di legge del governo.

Michele Gentile del Dipartimento settori Pubblici della CGIL, si ricollega alle affermazioni del dott. Oliva e afferma che le istituzioni della Conoscenza non sono aziende e, regole, obiettivi e finalità non sono quelle dell'azienda. Alla competitività contrapponiamo efficacia, alla fretta decisionale si contrappongono gli obiettivi delle istituzioni pubbliche ed il sistema della partecipazione. Il Dirigente Scolastico non è sostituibile con l'imprenditore come vuole questo governo che ha programmato la riduzione dei livelli della conoscenza attraverso la terziarizzazione, la precarizzazione, le proposte di riforma sullo stato giuridico dei docenti scolastici ed universitari. Alla meritocrazia contrapponiamo il passaggio dal modello ministeriale al modello delle autonomie, dal modello della legge a quello della contrattazione. La direttiva Bolkestein introduce criteri che non migliorano "il pubblico" ma lo rendono residuale, abbatte i diritti dei lavoratori, introduce una concrrenza sleale che non è più competitività. La CGIL è contraria a considerare le istituzioni della conoscenza come aziende, è contraria all'abbattimento dei diritti, è convinta che si debba valorizzare il ruolo sociale dei lavori della Conoscenza.


A questo punto la domanda che scaturisce è: "Ma i diritti dei lavoratori da un lato e la qualità del servizio, possono essere regolati dal mercato?". La domanda viene rivolta ad Emanuele Barbieri, esperto di politica scolastica, che sottolinea come la sfida lanciata dal dott. Oliva sia seria, perché seria è la riflessione che la competizione mondiale richiede.

Si chiede qual è l’approccio necessario per stabilire il cambiamento di cui abbiamo bisogno, sostenendo che è sbagliato fare trasposizioni meccaniche dei modelli degli altri paese europei.

Per esempio, il sistema finlandese può vantare una cultura diffusa, non ha grande richiesta di fare l’insegnante e, non ultimo, c’è una differenza di clima che induce comportamenti più riflessivi. Le forme di reclutamento per scuola, che là sono possibili, da noi indurrebbero comportamenti clientelari dannosi. Ciò che caratterizza le culture degli altri paesi non è trasferibile alla cultura del nostro Paese.

La prima riflessione da fare è che non basta, per migliorare, fare ingegneria istituzionale, l’esperienza degli ultimi anni è esemplare.

I fattori di efficacia del nostro sistema non sono più di tanto riconducibili alla strutturazione dei sistemi. I problemi che dobbiamo affrontare sono più seri di quelli ordinamentali.

L’introduzione del fondo d’istituto, voluta da questa organizzazione, non va nella direzione dell’egualitarismo.

Occorre capire i processi reali che possono incentivare la qualità, uno di questi è la professionalità dei docenti. Ci sono degli sprechi che potrebbero meglio essere utilizzati. Il rapporto medi alunni docenti che da noi è piuttosto basso, va letto nel suo significato reale. Quando poi si critica l’eccesso di certificazione degli alunni portatori di handicap, non ci si preoccupa poi di qualificare gli istituti professionali che ne accolgono la maggior parte.

Invece si fanno riforme al buio senza intercettare i problemi veri.

Definiamo gli obiettivi che sono relativi al diritto della persona a formarsi per tutta la vita e sono le competenze da costruire per la vita e per il lavoro e torniamo alla scuola: il problema non è riconducibile agli organi collegiali.

Accettiamo il terreno della valutazione, ma l’instabilità dei docenti è un elemento di mortificazione che non giova alla qualità.

I cambiamenti ordinamentali devono passare per processi di sperimentazione. Non si rovina il primo ciclo che funziona egregiamente e non si cambia il secondo ciclo al buio.

Occorre molta attenzione ai processi reali e al personale che ha un compito più difficile che in passato. Bisogna favorire per i docenti formazione iniziale, formazione in servizio e valutazione. Per la dirigenza poi è sbagliato il sistema di reclutamento che privilegia l’anzianità.

L’esasperazione del bipolarismo deve finire, abbiamo bisogno di una dirigenza imparziale e competente, e di una scuola che valuta i processi che mette in atto.

Si può ancora dedicare qualche minuto ad una reciproca replica.

Michele Gentile sottolinea come il sistema pubblico viene attaccato. Una società fondata sullo sviluppo ha bisogno di un sistema che aumenti la qualità del lavoro e delle istituzioni.

La precarietà ha un nesso diretto con la qualità dei servizi, c’è un nesso tra qualità dei servizi e la qualità del lavoro, la competizione non è riduzione dei costi. Si deve fermare la precarizzazione e le eventuali esternalizzazioni che sono un attacco ai servizi pubblici.

La Conferenza di Programma della FLC serve a definire gli obiettivi del sistema della formazione nel suo complesso e della ricerca.

Attilio Oliva osserva di aver notato alcune possibili convergenze.

1) sulla governance che deve includere partecipazione senza arrivare al blocco;

2) sulla dirigenza ma anche dei punti da approfondire.

Qualità ed efficacia devono includere confronti tra scuole diverse, tra scuola ed università.

Meritocrazia implica autonomia, burocratizzazione e porta a valutazione e premi nel rispetto di contratti che tengano conto dei problemi.

Eliminare sprechi, razionalizzare e investire di nuovo nella scuola e comunque nel pubblico.

A Barbieri l’ultima replica. Riferendosi alle dichiarazioni del governo circa l’aumento della spesa pubblica del 5% all’anno, si chiede come mai ci siano tagli in tutta la pubblica amministrazione sugli organici. In realtà si spostano risorse per il personale alle consulenze esterne. Se si chiedono sacrifici bisogna avere chiaro il punto di approdo, si riorganizza la spesa se c’è un ragionamento serio, oggi non è così! Molti argomenti dovrebbero essere affrontati, come ad esempio il ruolo degli Enti locali. Occorre fare alleanze perché la politica da sola non ce la fa.

Servizi e comunicazioni

Agenda
  • 6 MAGGIO | Convocazione su Schema di decreto del Presidente della Repubblica, Liceo Made in Italy. MIM, ore 10:00.
  • 6 MAGGIO | "Ritratti di maestri. Suggestioni pedagogiche sulla professione docente". Presentazione del libro di Giorgio Crescenza. Firenze, ore 16:45. Interviene Gianna Fracassi
  • 7 MAGGIO | Elezioni Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), ore 8:00-17:00
  • 7 MAGGIO | Riunione su FUN/CCNI 2024-2025. MIM, ore 15:00
  • 8 MAGGIO | Prosecuzione trattativa sequenza contrattuale art. 178 -lett. e) e g)- CCNL personale Istruzione e Ricerca 2019-2021, ARAN, ore 11:00
  • 13 MAGGIO | Prosecuzione trattativa sequenza contrattuale art. 178 -lett. b)- CCNL personale Istruzione e Ricerca 2019-2021, ARAN, ore 11:00
  • 14 MAGGIO | Prosecuzione trattativa sequenza contrattuale art. 178 -lett. a)- CCNL personale Istruzione e Ricerca 2019-2021, ARAN, ore 11:00
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