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Presentata in conferenza stampa alla Camera "All in" legge di iniziativa popolare sul diritto allo studio

La LIP, sottoscritta da oltre 57.000 cittadini, promossa da LINK e sostenuta anche dalla nostra organizzazione, ha già raccolto l’adesione di 37 parlamentari

01/02/2017
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Abbiamo sostenuto in maniera convinta la raccolta di firme per questa Legge di iniziativa popolare sul diritto allo studio promossa dall’associazione studentesca LINK.

La questione del diritto allo studio non riguarda solo gli studenti e le loro famiglie, ma parla all’intero Paese.

L’Italia è purtroppo agli ultimi posti per numero di laureati, per immatricolati, per spese in istruzione, per numero di ricercatori. In questi anni si è ridotta l’offerta formativa e il finanziamento ordinario delle Università è calato in poco tempo di quasi un miliardo di euro. Il personale universitario è diminuito di quasi il 20% e vi si è fatto fronte con un ricorso sempre più imponente a forme di lavoro precario.

Il pur piccolo aumento delle immatricolazioni registrato lo scorso anno è a macchia di leopardo e lascia ancora indietro il Mezzogiorno d’Italia.

C’è evidentemente un problema di strutture con la crisi economica che morde e non consente alle famiglie meno abbienti di pagare gli studi ai propri figli.

“Il figlio dell’operaio faccia l’operaio e il figlio del medico faccia il medico. “Non servono laureati, ne abbiamo già troppi”.

Queste affermazioni purtroppo le sentiamo ancora oggi da parte di chi vuole che il cosiddetto “ascensore sociale” si fermi definitivamente. Va invece ribaltata questa impostazione, tornando ai principi sanciti dalla nostra Carta Costituzionale. Anche chi non ha mezzi deve poter studiare e raggiungere i più alti gradi dell’istruzione.

Registriamo come positivo l’aver introdotto una “no tax area”, così come le altre timide aperture previste per il diritto allo studio nella ultima legge di stabilità, ma non vanno bene le super borse così come non andavano bene i Superprofessori e i Superdipartimenti. Non bisogna esportare anche tra gli studenti questo malato concetto meritocratico di stampo “Brunettiano”.

Si deve invece e con convinzione investire risorse per il diritto allo studio, per superare definitivamente lo scandalo degli idonei senza borsa e lottare per l’emersione degli affitti in nero, creando più strutture, più aule e più laboratori e assumendo nuovi ricercatori. Attrarre gli studenti stranieri e non solo mandare via i nostri giovani è un obiettivo che andrebbe pervicacemente perseguito.

Trentasette parlamentari hanno finora firmato questa proposta di legge che ora andrebbe calendarizzata al più presto perché un Paese più istruito è un Paese più consapevole e ogni euro che si spende in istruzione è un euro che “frutta”, come sanno quei paesi che investono quote consistenti del loro PIL in istruzione.

Con la cultura si mangia, ed anche bene!