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Università di Verona. Dimissioni dei rappresentanti dei ricercatori in Senato accademico

L'ennesimo effetto del Ddl Gelmini

15/07/2010
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I rappresentanti dei ricercatori in Senato Accademico per le Facoltà di Lettere e filosofia, Lingue e letterature straniere, Scienze della formazione, Scienze matematiche fisiche e naturali dell' Università di Verona, hanno deciso di rassegnare le loro dimissioni.

E' l'ennesimo atto della battaglia contro il disegno di Legge Gelmini e contro la Manovra economica presentata dal Governo.

I due provvedimenti, infatti, come si può legge nel comunicato dei ricercatori dimissionari: "Penalizzano fortemente il sistema universitario nazionale, sia dal punto di vista della didattica che nella valorizzazione della ricerca scientifica. In particolare, pregiudicano le prospettive di carriera dei ricercatori, ossia della componente più giovane e attiva dei docenti universitari. Per questo i ricercatori italiani hanno in larga parte deciso di astenersi dall’attività didattica nel prossimo anno accademico, come forma estrema di protesta".

E' sulla base di questa critica alle politiche del Governo che, si legge ancora nel comunicato:"I ricercatori dell’Università di Verona, tramite i loro rappresentanti, avevano chiesto al Senato Accademico di esprimersi in modo netto contro tali provvedimenti legislativi, e insieme di appoggiare la loro agitazione ritardando la promulgazione del manifesto degli studi e indicendo un’Assemblea generale di Ateneo, nella quale il problema potesse essere discusso e presentato all’opinione pubblica veronese". Di fronte al respingimento di tali proposte, i rappresentanti dei ricercatori in Senato Accademico hanno deciso di rassegnare le loro dimissioni.

Roma, 15 luglio 2010