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I dirigenti scolastici toscani continuano a rischiare il posto

Rapezzi, segretario generale FLC CGIL Toscana: “il Governo dà una risposta ideologica a un problema amministrativo”.

20/05/2014
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A cura della FLC CGIL Toscana

Il 19 maggio 2014 a Firenze una rappresentanza di dirigenti scolastici toscani e degli idonei toscani (tra cui Ludovico Arte, Francesca Lascialfari, Lucia Bacci, Maria Centonze, Maria Rosaria Mencacci e Simone Cavari) e degli idonei lombardi esclusi dalla graduatoria finale del concorso (tra cui Agnese Canevari, Alessandra Canepa, Anna Celso, Marisa Fiorellino) in conferenza stampa ha definito il DL approvato in Senato “una falsa soluzione, del tutto inidonea perché, al di là delle dichiarazioni, non contiene risposte concrete, non ha il coraggio di farsi carico dei problemi creati dall’Amministrazione, non garantisce i diritti di chi - dopo aver superato positivamente e con merito un concorso - è stato assunto in servizio a tempo indeterminato”.

E a Firenze nasce un asse tra Toscana e Lombardia. “Per i dirigenti scolastici toscani che hanno superato il concorso del 2011 - 112 in servizio da due anni e 23 idonei -, poi parzialmente annullato dal Consiglio di Stato per un errore nella procedura di sostituzione del presidente, il DL è del tutto insoddisfacente. Così come è insoddisfacente per i 96 idonei lombardi, che hanno regolarmente superato il concorso, ma sono poi stati esclusi a seguito della ricorrezione degli scritti, dovuta ad un’incredibile vicenda di presunta trasparenza delle buste, anche se i giudici non hanno riscontrato in concreto nessuna violazione del principio di anonimato”, è stato spiegato. I due casi hanno un punto in comune: la responsabilità dell’annullamento del concorso viene attribuita dalla magistratura amministrativa all’Amministrazione scolastica, ma chi ci rimette sono i cittadini incolpevoli, che hanno il torto di aver superato con merito le prove e di essere stati valutati positivamente da Commissioni il cui operato non è stato messo in alcun modo in discussione dalle sentenze.

Due le richieste al governo e all'amministrazione: un’esecuzione intelligente delle sentenze, che tenga conto delle diverse posizioni dei dirigenti in servizio, degli idonei e dei ricorrenti, anche al fine di non alimentare il contenzioso che già grava sul MIUR; un concorso riservato che restituisca certezza a chi, per un errore non proprio, fosse escluso dalla rinnovazione del concorso ordinario o, come in Lombardia, fosse escluso dalle graduatorie finali.

Adesso, i dirigenti scolastici toscani, insieme agli idonei toscani e lombardi, continueranno a difendere in ogni sede, nazionale ed europea, i propri diritti, e attueranno azioni comuni di mobilitazione per ottenere il riconoscimento del ruolo di dirigente scolastico legittimamente guadagnato sul campo con sacrifici e pieno merito. “Il governo risponde in maniera ideologica a un problema di carattere amministrativo: davanti ad un errore formale non imputabile ai partecipanti al concorso, di fatto replica punendo le persone e coprendo la legittimità degli atti dell'amministrazione stessa. Con buon senso e rispetto della sentenza si poteva dare una risposta complessiva alle aspettative di tutti i soggetti in campo, si è invece scelta la risposta burocratica. Pertanto, sosterremo l'azione legale delle persone coinvolte - esiste anche un legittimo interesse pubblico per la funzionalità delle scuole - e inseriremo il tema del Concorso dei dirigenti scolastici della Toscana all'interno della più ampia vertenza scuola”, spiega Alessandro Rapezzi, segretario generale di FLC CGIL Toscana.

Leggi il comunicato stampa dei dirigenti scolastici della Toscana e della Lombardia