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Formazione professionale: Sicilia, protesta davanti Palazzo D’Orleans

La CGIL e la FLC chiedono risposte in tempi certi e immediati.

06/11/2014
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A cura dell’ufficio stampa CGIL Sicilia

Una manifestazione per chiedere al governo regionale di “fare uscire la formazione professionale dalla situazione di stallo in cui si trova, che sta determinando difficoltà e disagio per lavoratori e utenti del sistema”: è quella dei lavoratori del settore in corso davanti palazzo d’Orleans. “Abbiamo deciso per questa ulteriore iniziativa di protesta, a carattere unitario - dicono Giusto Scozzaro, segretario generale della FLC CGIL Sicilia e Monica Genovese, della segreteria della CGIL Sicilia - per chiedere al governo alcuni passi concreti e immediati: il rafforzamento dell’organico del Dipartimento formazione per velocizzare i rendiconti e i pagamenti; la rimodulazione della spesa del progetto Prometeo, miseramente fallito, per dare prospettive a 1.400 lavoratori, i cui fondi sommati alle economie degli enti non più accreditati possono essere dirottati su progetti di aggiornamento e riqualificazione che garantirebbero anche i salari.

Inoltre - continuano Scozzaro e Genovese - la firma del decreto sull’obbligo di istruzione e formazione con l’erogazione delle risorse e l’avvio dei corsi e l’apertura di un tavolo nazionale specifico sugli ammortizzatori sociali, al quale il governo regionale deve partecipare non omettendo comunque di fare la sua parte”. A questo si aggiunge, dicono ancora i due sindacalisti, che “bisogna subito sbloccare Garanzia giovani e mettere in campo un impegno per l’attivazione dei servizi per l’impiego: la Sicilia è oggi una delle poche regioni a non realizzare politiche attive del lavoro”.

Sono queste le richieste che i sindacati intendono avanzare al nuovo assessore alla formazione, Mariella Lo Bello e al governo regionale. “Su queste- sottolineano Scozzaro e Genovese- i tempi dovranno essere certi e veloci, perché la situazione è insostenibile. Mancano i finanziamenti, i corsi non partono, ci sono lavoratori che non prendono stipendio anche da 28 mesi, mancano gli ammortizzatori sociali e anche i contratti di solidarietà che in certi casi si sta cercando di esperire rischiano di non decollare”.