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Il Direttivo Regionale FLC Lombardia sull'incontro di giovedì 11 dicembre

Documento della riunione del 16 dicembre 2008.

17/12/2008
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Il 16 dicembre, il Direttivo Regionale della FLC Cgil Lombardia, a seguito della presentazione di un documento da parte della segreteria e della relazione del segretario generale, ha discusso sugli esiti dello sciopero generale della CGIL del 12 dicembre scorso e del verbale redatto unilateralmente relativo agli impegni che il Governo ha assunto rispetto ai regolamenti attuativi della Legge 133/08.

La FLC Cgil Lombardia conferma il precedente giudizio decisamente negativo denunciando che nessun puntuale impegno è stato preso per la revisioni dei tagli di risorse e di personale per tutti i settori della conoscenza così come previsti dalla legge finanziaria 2009.

Alleghiamo il documento.

Roma, 18 dicembre 2008
____________________

FLC Cgil Lombardia

Con lo sciopero generale del 12 dicembre ’08 anche i lavoratori dei comparti della conoscenza, docenti, personale tecnico e amministrativo, dirigenti scolastici hanno inviato un forte segnale di dissenso rispetto alla politica economica portata avanti dal Governo italiano, con scelte sbagliate ed inique perché producono altre disuguaglianze sul piano economico, sociale e culturale nel nostro Paese.
La FLC CGIL Lombardia, confermando i giudizi negativi sui progetti di riforma, sia del primo ciclo che della secondaria superiore, e questo anche dopo le dichiarazioni a verbale dei Ministri Gelmini, Brunetta, Letta e Tremonti, chiede di non procedere all’emanazione dei provvedimenti attuativi del piano programmatico del ministro Gelmini ritenendo che sia ora fondamentale ridare la parola a tutti i luoghi di formazione e ai suoi protagonisti e attraverso questi costruire processi di trasformazione condivisi.

Sull’incontro di giovedì 11 dicembre e relativo testo a verbale, come FLC CGIL Lombardia esprimiamo un giudizio fortemente negativo, in particolare su tre questioni:

  • preoccupa il fatto che nel citare "l'ottimale utilizzo delle risorse umane della scuola" si faccia contemporaneamente riferimento ad una "rimodulazione delle economie da realizzare”;

  • l'entrata in vigore dal A.S. 09/10 dei regolamenti attuativi del I° ciclo;

  • l'entrata in vigore dal A.S. 09/10 dei regolamenti attuativi relativi al dimensionamento della rete scolastica.

In merito alla prima questione non vorremmo ritrovarci di fronte ad una norma beffa che alla fine prevede un recupero delle risorse quale frutto di economie provenienti da altre operazioni da realizzarsi sulla scuola, magari a spese della sola primaria o dell’intera partita organici, o peggio ancora pescando dal salario accessorio dei dipendenti o dai fondi dati alle scuole!

La riforma del I° ciclo, come da sempre da noi sostenuto, non ha ragione d'essere visto l'alto livello di professionalità docente impegnato e visto i suoi riconoscimenti internazionali in relazione alla qualità del lavoro svolto e ai risultati ottenuti.
Sulla razionalizzazione della rete scolastica rimaniamo convinti della bontà della prima intenzione che rimandava tutto al 2010/11, dando modo alle diverse amministrazioni locali di attrezzarsi per la dovuta e obbligata rivisitazione dei propri piani formativi, ivi compresi le note implicazioni di ordine edilizio.
Quello che serve sono sostanziali modifiche della legge 133 in modo che non si compiano scelte economiche sbagliate sulle spalle dell'istruzione e formazione, invece va avviato da subito un tavolo di confronto per una puntuale verifica degli sprechi oggi presenti.
Investire nella Conoscenza per uscire dalla crisi e non tagliare in modo indiscriminato! In questa fase i lavoratori della Conoscenza giudicano inaccettabile l’azione del Governo che tende a considerare la scuola pubblica, il sistema universitario, la ricerca, l’AFAM solo come costi sui quali agire con logiche ragionieristiche di puro risparmio mentre nel contempo si regalano risorse a sostegno delle scuole private: su questa questione la FLC chiede alla CGIL tutta per future mobilitazioni, rafforzando ulteriormente i temi della conoscenza nella piattaforma sulla quale i lavoratori hanno scioperato il 12 dicembre ’08.

La situazione determinata dalla crisi, che ogni giorno assume le caratteristiche di una crisi globale, chiede nuove scelte di politica economica e coerenti strategie sindacali per “aggredire” l’allargamento di un’iniqua distribuzione della ricchezza. Occorre perciò oggi mettere al centro il lavoro come “diritto” come elemento di uguaglianza e promozione sociale come motore di sviluppo.
Non è possibile un’uscita dalla crisi senza una politica di sostegno al reddito da salari e pensioni tale da favorire i consumi nella consapevolezza che ciò può essere realizzato solo attraverso una manovra economica adeguata che preveda sgravi fiscali su salari e pensioni e anche un tempestivo rinnovo dei contratti.

La crisi dalle dimensioni mondiali trova coinvolti tutti ma, mentre paesi europei, quale la Francia, trovano il coraggio di programmare comunque il raddoppio della quota PIL a favore dell'istruzione e la ricerca, ritenendo che solo investendo nella conoscenza si possa reggere il confronto tra i paesi dentro il nuovo mercato del lavoro globalizzato, l'Italia del Governo Berlusconi sceglie l'esatta strada opposta sottraendo quasi 11 miliardi di euro ai settori produttivi di conoscenza nonché tagliando oltre 200.000 posti di lavoro.

Serve una maggiore consapevolezza su tutti questi temi! Occorre ritrovare uno spirito unitario sindacale e confederale che sappia prescindere dall’idea di scegliere da che parte stare rispetto alle politiche dell’attuale Governo. Occorre produrre il massimo sforzo affinché si metta, per davvero, il Governo ed il Parlamento di fronte al bivio, ormai segnato, di una scelta capace di reggere l’urto della crisi, che passa dallo stare dentro il mondo del lavoro e con i lavoratori o stare con le rendite di posizione.

La FLC CGIL Lombardia sa bene da che parte stare! E’ dalla parte di chi crede che solo con la crescita della qualità della formazione pubblica, quella di tutti e per ciascuno, degli investimenti in innovazione e ricerca, della riduzione del precariato, delle tutele per chi perde il posto di lavoro, delle politiche di sostegno al reddito delle famiglie, si potrà essere all’altezza per affrontare come sistema Paese la grave crisi economica e finanziaria.

Al sindacato, tutto, alle forze riformatrici e progressiste di questo Paese è assegnata oggi una grande responsabilità: quella di dare prospettiva al futuro delle nuove generazioni perché è a queste che occorre guardare e non al mero interesse economico sempre più di pochi e sempre più lontano, perché irraggiungibile dall’interesse e tutela dei più.

Milano, 16 dicembre 2008

Comitato Direttivo Regionale
FLC Cgil Lombardia