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Voti alle università, lite sull’agenzia Tremonti: sono tutti di sinistra

Telefonata alla Gelmini. Tra i candidati anche l’ex moglie di Padoa Schioppa

23/01/2011
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Corriere della sera

ROMA — Il decreto è stato approvato dal consiglio dei ministri appena due giorni fa. Ma potrebbero già riaprirsi i giochi per l’Anvur, l’Agenzia per la valutazione che dovrà dare i voti alle università pesando anche sulle distribuzione dei fondi pubblici. Non hanno convinto tutti i sette nomi scelti dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini in una rosa di quindici indicata dal comitato d’esperti guidato dell’ex direttore della Normale Salvatore Settis. Forse dubbi e critiche non hanno a che fare solo con l’università, ma la questione sta diventando un caso. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha telefonato alla Gelmini, criticandola per aver scelto professori troppo vicini alla sinistra. Tutte e sette le persone hanno una grande esperienza nella valutazione, e quindi un curriculum adatto all’incarico. Perché una critica del genere? E, soprattutto, a chi sarebbe rivolta? L’unico nome che ha una coloratura politica è quello di Andrea Bonaccorsi, apprezzato economista dell’Università di Pisa che alla valutazione ha dedicato molta della sua ricerca. Proprio per questa preparazione ha collaborato con il Pd, partito al quale viene considerato vicino, in particolare all’area di Enrico Letta. L’altro nome sarebbe quello di Fiorella Kostoris, stimata economista della Sapienza, anche lei con una ottima esperienza nella valutazione. Viene data come probabile presidente dell’Anvur, ed è l’unica figura nota non solo tra gli addetti ai lavori. La Kostoris è l'ex moglie di Tommaso Padoa Schioppa che, scomparso da poco, era proprio sulla poltrona di Tremonti nell’ultimo governo Prodi. Ed è noto che in passato fra Tremonti e Padoa Schioppa, oltre alla stima ed alla collaborazione, ci sia stata anche qualche tensione. Possono cambiare i professori scelti solo due giorni fa? In teoria sì perché il percorso del decreto è ancora lungo, con il parere delle commissioni parlamentari, l’esame del Consiglio di Stato ed un nuovo passaggio a Palazzo Chigi. E perché questa non è l’unica perplessità sulla lista uscita dal consiglio dei ministri. Secondo Enrico Decleva — presidente della Conferenza dei rettori e Magnifico della Statale di Milano — ci sono due problemi: «Mancano rappresentanti del Sud e non sono coperte le aree umanistiche e giuridiche» . Ci sono due economisti, un ingegnere, un fisico, un medico, un veterinario ed una sociologa. Ma restano scoperte discipline importanti come il diritto, le lingue, la storia, proprio quelle dove la valutazione è meno diffusa e anche più difficile. Per questo Decleva ha chiesto al ministro di aggiungere all’Anvur altri due componenti, con una modifica da introdurre nel decreto Milleproroghe in questi giorni all’esame del Parlamento. Del resto le stesse critiche sono state avanzate anche dal Pd con Luigi Zanda, vicecapogruppo al Senato. Ma è possibile questo cambiamento? I sette nomi scelti dalla Gelmini faranno parte del comitato direttivo, che dell’Anvur è sì la testa ma anche la parte meno operativa. A valutare in concreto le università sarà il braccio dell’agenzia, e cioè i 14 gruppi di lavoro, uno per ogni area disciplinare. È forse questa la sede migliore per garantire la competenza nelle singole materie. Resta il problema del Sud, perché è vero che ci sono Torino e Padova, Genova, Pisa e anche Trieste. Ma al di sotto di Roma, l’unica con due professori, non c’è neanche un rappresentante. Qui c’è stato un imprevisto. Nella rosa iniziale di quindici candidati c’erano due professori delle università di Napoli. Ma uno di loro, Giuseppe Paolisso, ha ritirato la sua candidatura all’ultimo momento. L’altro — lo storico Andrea Graziosi — è rimasto fuori anche perché dice la legge che nel comitato ci devono essere almeno due donne. Quote rosa sì, quote Sud no: e alla fine è stato impossibile far quadrare tutti i conti. Lorenzo Salvia


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