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Università, tre italiane tra le migliori 200 al mondo

La Scuola Superiore Sant'Anna, la Normale di Pisa e Bologna guadagnano posizioni nella classifica Times Higher Education. L'Europa tiene, ma deve fare i conti con la scalata di atenei statunitensi e asiatici

12/09/2019
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la Repubblica

Ilaria Venturi

Continua, anche se a piccoli passi, la scalata degli atenei italiani alla prestigiosa classifica Times Higher Education World University Rankings. Con il successo portato a casa ancora una volta dalle eccellenze pisane, la Scuola Superiore Sant'Anna e la Normale, e dall'Università di Bologna: si confermano sul podio degli atenei italiani e guadagnano posizioni tra le migliori duecento università del mondo.

L'edizione 2020 è stata diffusa oggi dalla rivista britannica indipendente, specializzata nella valutazione dei sistemi universitari internazionali. I due atenei pisani sono saliti rispettivamente di quattro e nove gradini, classificandosi alla 149a posizione (Sant'Anna) e alla 152a (Normale), mentre l'Alma Mater è balzata dalla posizione 180 alla 168: una crescita di dodici posti. "E' un risultato che mi fa molto piacere, anche se i ranking offrono per forza di cose una visione parziale della complessità di un ateneo", dichiara il rettore Francesco Ubertini. "In questi ultimi anni abbiamo lavorato molto per rendere l'Alma Mater sempre più un punto di riferimento a livello internazionale, mettendo in campo iniziative per rinnovare e promuovere la trasmissione del sapere a tutti i livelli".

Tra i primi trecento atenei al mondo anche l'Università di PadovaVita-Salute San Raffaele La Sapienza di Roma. Tra il numero 301-350 ci sono la Statale di Milano, il Politecnico di Milano e l'Università di Trento. Sono 45 gli atenei italiani (due in più dell'anno scorso) su un totale di 1.396 università di 92 Paesi, valutate per insegnamento, trasferimento tecnologico, ricerca, impatto delle citazioni scientifiche e internazionalizzazione dello staff accademico.

L'Italia è così il terzo Paese europeo più rappresentato in classifica insieme alla Spagna, e l'ottavo a livello mondiale. "E' incoraggiante vedere le migliori università italiane in posizioni di forza nella top 200 - commenta Ellie Bothwell, curatrice della classifica -, ma per far prosperare l'educazione superiore italiana è necessario che questi miglioramenti si vedano in tutte le università, da Nord a Sud, e non solo in un piccolo numero di istituzioni selezionate. In particolare le università italiane devono migliorare l'ambiente di apprendimento e di ricerca". Un nodo che chiama in causa gli investimenti. Ed è indubbio che nella gara internazionale il nostro Paese corre con un sistema accademico sottofinanziato.

Ma chi sono i primi dieci atenei al mondo? Oxford è in testa per il quarto anno consecutivo, seguita al secondo posto dal California Institute of Technology, che risale dalla quinta posizione. La medaglia di bronzo va ancora alla Gran Bretagna con l'Università di Cambridge. Seguono Stanford University, Massachusetts Institute of Technology, Princeton, Harvard, Yale, l'Università di Chicago e l'Imperial College di Londra.

La concorrenza si fa sentire. L'Europa è il continente più rappresentato nella top 200, con oltre la metà degli atenei in classifica, anche se molti dei suoi istituti hanno perso posizioni a causa di università in ascesa in Asia e negli Stati Uniti. Un esempio? Una delle scalate più poderose è stata fatta dall'Iran, che con quaranta università ha sorpassato Australia, Francia, Russia e Taiwan. Il Brasile con 46 istituti ha superato Italia e Spagna, mentre il Giappone è il Paese più rappresentato per l'Asia e il secondo al mondo dopo gli Stati Uniti.