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Università, per superare il ricorso al precariato l’ipotesi di dare agli atenei libertà di assunzione

Nella serata di ieri, la senatrice del Partito democratico Francesca Puglisi ha anticipato la notizia che il governo avrebbe allo studio una mini-riforma del sistema di reclutamento universitario

05/04/2015
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Il Messaggero

Nella serata di ieri, la senatrice del Partito democratico Francesca Puglisi ha anticipato la notizia che il governo avrebbe allo studio una mini-riforma del sistema di reclutamento universitario, visto che con molta probabilità data la carenza di professori con cattedra assegnata dal prossimo anno accademico, i docenti a contratto aumenteranno. «Gli atenei sono afflitti da troppi vincoli e troppa precarietà che ne soffoca l'autonomia, per questo occorre sottrarre l'università dai vincoli della pubblica amministrazione restituendole autonomia – ha dichiarato la senatrice Puglisi - occorre ringiovanire gli atenei e semplificare il percorso per arrivare in cattedra con un contratto a tutele crescenti, attraverso step di valutazione, rivedere il sistema di diritto allo studio per assicurare in tutte le regioni livelli essenziali delle prestazioni, che vanno tracciati, perché non accada più che capaci e meritevoli privi di mezzi, non possano avere accesso ai più alti gradi di istruzione».
LA REAZIONE DEGLI STUDENTI
Dichiarazioni che hanno sorpreso sia il mondo accademico che gli studenti. «Sebbene l’autonomia degli atenei sia un tema da affrontare, - afferma Alberto Campailla, portavoce di Link - Coordinamento Universitario - la problematica è che il mondo universitario ha subito tagli pari a quasi un miliardo in 5 anni e che c’è stata una vera e propria emorragia di personale causata dai vincoli assunzionali. La scelta del Governo dovrebbe essere quella di investire nella formazione terziaria. Ci auguriamo inoltre  - conclude Campailla - che le promesse relative al diritto allo studio fatte sia da Puglisi che dal ministro Giannini si concretizzino non solo in un cambiamento della normativa e delle competenze tra Stato e regioni, ma in un impegno monetario serio di rifinanziamento del comparto, volto a fermare l’emorragia di iscritti subita dall’università negli ultimi dieci anni».
Mas. Co.