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Università online, così si esce dalla povertà

È una vera rivoluzione: in 5 anni l’istruzione a distanza cambierà il mondo

11/02/2013
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La Stampa
THOMAS L. FRIEDMAN

C’ è una cosa che mi dà grandi speranze per il futuro: la rivoluzione nell’istruzione superiore globale on line. Non c’è nulla che potenzialmente possa togliere più persone dalla povertà fornendo l’istruzione necessaria a trovare un lavoro o a migliorare quello che già hanno. Nulla che potenzialmente apra un miliardo in più di cervelli per risolvere i più grandi problemi del mondo. Nulla che potenzialmente ci permetta di re-immaginare l’istruzione superiore con un massiccio uso di corsi online aperti a tutti (o Mooc), le piattaforme che si vanno sviluppando sul modello di Stanford o del Massachusetts Institute of Technology o di società come Coursera e Udacity. Lo scorso maggio ho scritto di Coursera - co-fondato dai computer scientist di Stanford Daphne Koller e Andrew Ng che aveva appena aperto. Sono tornato a Palo Alto per vedere come si è sviluppato.

A maggio, c’erano 300 mila persone che frequentavano 38 corsi tenuti da professori di Stanford e di qualche altra università di élite. Oggi ci sono 2,5 milioni di studenti, che seguono 221 corsi tenuti da 33 università, di cui otto internazionali.

Anant Agarwal, ex direttore del laboratorio di intelligenza artificiale del Mit, adesso è il presidente di edX, una Mooc no profit costruita congiuntamente da Mit e Harvard. Agarwal mi ha detto che da maggio circa 155 mila studenti di tutto il mondo hanno frequentato il primo corso edX: una classe introduttiva del Mit sui circuiti integrati. «È un numero superiore a quello di tutti gli studenti del Mit nei suoi 150 anni di storia», mi ha detto. Sì, solo una piccola percentuale completa gli studi, e in genere proviene dalle classi medie o alte dei Paesi di origine. Eppure io sono convinto che nel giro di cinque anni queste piattaforme raggiungeranno strati sociali molto più ampi. Immaginate quanto tutto ciò potrebbe cambiare la politica degli aiuti americani all’estero. Per una cifra relativamente modesta, gli Stati Uniti potrebbero affittare uno spazio in un villaggio egiziano, installare due dozzine di computer e un accesso Internet satellitare ad alta velocità, assumere un insegnante locale come facilitatore e invitare qualunque egiziano che voglia frequentare corsi on line con i migliori professori del mondo, sottotitolati in arabo.

Un membro del team Coursera che recentemente ha tenuto un corso sulla sostenibilità mi ha detto che questo era molto più interessante di quello, analogo, che lui aveva frequentato da universitario. Il corso online aveva alunni di tutto il mondo, con alle spalle ambienti geografici e redditi completamente diversi, e il risultato era che «le discussioni in classe erano molto più interessanti e utili di quelle con compagni dello stesso livello sociale», quali si incontrano in un tipico college americano. Mitch Duneier, un professore di sociologia a Princeton, ha scritto sulla «Chronicle of Higher Education» un articolo sulla sua esperienza di insegnante in un corso Coursera: «Qualche mese fa a Princeton arrivarono via Internet 40 mila studenti di 113 Paesi per un corso gratuito di introduzione alla sociologia... La mia introduzione è stata la lettura di un capitolo del classico di C. Wright Mill del 1959, «L’immaginazione sociologica». Ho chiesto agli studenti di seguire riga dopo riga sulla loro copia, come faccio sempre qua nell’aula. Di solito, dopo la lezione mi viene fatta qualche domanda assai acuta. In questo caso, invece, nel giro di poche ore il forum si è riempito di centinaia di commenti e di domande. Qualche giorno dopo erano migliaia... Nel giro di tre settimane avevo ricevuto più riscontri alle mie idee sociologiche di quante non ne avessi avuti in tutta la mia carriera di insegnante, il che ha influenzato in modo significativo le mie lezioni successive».

Agarwal racconta di uno studente del Cairo che seguiva un corso sui circuiti informatici ma aveva delle difficoltà. Così postò un messaggio di rinuncia nel forum on line della classe, dove gli studenti si aiutano gli uni gli altri. In risposta, alcuni studenti del Cairo l’hanno invitato a prendere un tè insieme e si sono offerti di aiutarlo perché potesse restare nel corso. Un quindicenne della Mongolia, che aveva partecipato alla stessa classe e ottenuto un ottimo punteggio finale, adesso sta facendo domanda per il Mit e Berkeley.

Se guardiamo al futuro dell’istruzione superiore, ha detto il presidente del Mit, L. Rafael Reif, molte università offriranno corsi online a studenti in qualunque parte del mondo e daranno certificati che attesteranno il lavoro fatto e gli esami superati. Quando saranno stati sviluppati sistemi credibili di verifica che nessuno ha copiato, l’istruzione on line si diffonderà davvero su vasta scala. Posso immaginare il giorno in cui ognuno potrà crearsi il suo corso di laurea scegliendo i migliori corsi dei migliori professori di tutto il mondo, pagando soltanto la tassa per il certificato finale. Questo cambierà il modo di insegnare, di imparare e di entrare nel mondo del lavoro. «Un nuovo mondo si sta sviluppando - ha detto Reif - e tutti dovranno adattarvisi».
 


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