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Uniutà-Tutti tutor, nessun tutor": ecco come le scuole si attrezzano contro la Moratti

Da Cagliari a Roma a Milano, i provvedimenti adottati dagli istituti contrari alla nuova figura del "supermaestro": c'è chi non la applica proprio e chi nomina tutor tutti i docenti "Tutti tu...

28/10/2004
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l'Unità

Da Cagliari a Roma a Milano, i provvedimenti adottati dagli istituti contrari alla nuova figura del "supermaestro": c'è chi non la applica proprio e chi nomina tutor tutti i docenti

"Tutti tutor, nessun tutor": ecco come le scuole si attrezzano contro la Moratti

Davide Madeddu

ROMA Tutti gli insegnanti diventano tutor. Ovvero, ecco come ti applico la Riforma Moratti, nel rispetto dell'autonomia scolastica. Da Cagliari a Roma, continuando con Ancona e il resto d'Italia, il risultato non cambia. Al posto del tutor, il "super maestro" arrivano i tutor. "La riforma, per dirla in maniera molto spiccia, prevede che il tutor si occupi di cinque cose - spiega Antonimo De Rubeis, preside di un distretto scolastico in provincia di Cagliari che da tempo e con una delibera del collegio dei docenti ha affidato i poteri del tutori a tutti gli insegnanti - ebbene, questi compiti li devono svolgere e li svolgono tutti i giorni anche gli altri docenti, quindi non vedo perché si debbano lasciare a uno solo". Risultato? Il collegio dei docenti ha adottato una delibera con cui si rimarca che i compiti del tutor competono a tutti i docenti "che a questo punto diventano tutor a tutti gli effetti".
Legge applicata. Che tradotto può voler dire anche "tutti tutor, nessun tutor" "Sia chiaro - aggiunge De Rubeis - la legge noi la applichiamo, ma nel rispetto dell'autonomia. È un nostro diritto". Non è differente quanto avviene al Francesco Crispi di Monteverde vecchio a Roma. In questo caso, per affidare i poteri dei tutor a tutti gli insegnanti è stata adottata una delibera "pesante". "Si tratta di un provvedimento votato all'unanimità - spiega Antonimo Del giorno, docente e rappresentante sindacale Cgil - per la precisione di un provvedimento che non prevede solo questo ma va anche oltre". Come lo spiega lo stesso rappresentante sindacale degli insegnanti. "Dal momento che esiste la normativa dell'autonomia non decaduta, in base a quella abbiamo riproposto il piano dell'offerta formativa". Risultato? "In concreto, punto primo il tutor non lo attuiamo, e inoltre, dato che i sindacati si sono alzati dal tavolo di contrattazione dell'aran, un ruolo non è previsto". Situazione analoga a quanto avviene a Jesi, dove gli insegnanti dovranno votare proprio domani una nuova delibera. "Si tratta di applicare l'autonomia che dà ampi spazi di manovra - spiega Manuela Carloni - e in ogni caso i poteri che dovrebbe avere il tutor e, soprattutto i compiti che dovrebbe svolgere, sono già portati avanti dagli altri insegnanti". Tendenza che si estende anche al nord Italia.
All'Istituto comprensivo di San Giuliano milanese e all'Istituto comprensivo Montessori sono state approvate due delibere con cui si rimarca la necessità di indipendenza ma soprattutto un altro particolare: "i compiti del tutor sono svolti da tutti i docenti".
Non riconosciuto. Non è comunque tutto. In assenza di un quadro chiaro c'è anche chi, contratto alla mano, decide di non applicare proprio la figura del tutor. Come avviene, giusto per fare un esempio, a Roma. "Abbiamo deciso di sospendere l'applicazione - spiega Claudia, insegnante -. Per il momento c'è una delibera con cui non riconosciamo la figura del tutor, poi si vedrà". Situazione incerta che riguarda il 60% delle scuole d'Italia.
"Le delibere con cui si nominano tutor tutti i docenti - commenta Enrico Panini della Cgil scuola - sono un modo per riconfermare che esiste una professionalità piena che non può essere mortificata".


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