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Unità-Università, schiaffo alla Moratti: stop alla riforma docenti

disegno di legge rinviato alla commissione Cultura. Esultano i parlamentari dell'Unione: "È il risultato della mobilitazione e della fermezza dei rettori" Università, schiaffo alla Moratti: sto...

09/03/2005
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l'Unità

disegno di legge rinviato alla commissione Cultura. Esultano i parlamentari dell'Unione: "È il risultato della mobilitazione e della fermezza dei rettori"

Università, schiaffo alla Moratti: stop alla riforma docenti

Roberto Monteforte

ROMA La protesta paga. Questa volta è proprio vero. Ha dovuto fare marcia indietro il ministro Letizia Moratti sul decreto sullo stato giuridico dei docenti universitari. Dopo la mobilitazione compatta del mondo accademico che ha paralizzato gli Atenei, dopo la rottura con la Conferenza dei Rettori, il disegno di legge delega che era all'esame dell'Aula di Montecitorio è tornato all'esame della commissione Cultura. Formalmente su richiesta del presidente della Commissione, l'azzurro Adornato. "Sono necessari ulteriori approfondimenti" riconosce la Moratti. "Si riaprirà il confronto con tutte le parti interessate". Se ne parlerà, forse, dopo le elezioni regionali.
È soprattutto un successo dei sindacati e delle associazioni del mondo universitario, compatti in questa vertenza. Non è poco, anche se il risultato è ancora parziale. Per questo hanno deciso di rinviare a data da destinarsi la manifestazione nazionale del 15 marzo. Ma viene mantenuto "lo stato di agitazione negli Atenei". "Terremo alta l'attenzione e ci impegneremo per la formulazione di un nuovo testo rispondente agli interessi dell'Università e del Paese" assicurano con un comunicato unitario.
"Questo è un primo importante risultato della mobilitazione dei ricercatori, della ferma presa di posizione della Crui, della battaglia parlamentare delle forze dell'Unione di centrosinistra" commenta Andrea Ranieri, responsabile della Quercia per l'Università. "La vicenda - prosegue - ha messo ancora una volta in chiaro le contraddizioni e le incongruenze della maggioranza, fra quanti volevano spendersi elettoralmente un decreto demagogico e privo di risorse e quanti si vantano ora di averne provocato il rinvio". Per Ranieri "gli unici vincitori sono quanti si sono opposti in questi giorni al decreto". "Spetta a loro, soprattutto, - aggiunge - evidenziare i punti di una proposta nuova e positiva, a partire dalla terza fascia dei docenti, nella prospettiva di una offerta universitaria che sempre più sappia coniugare efficacia, efficienza e qualità al carattere di massa e democratico assunto dall'università".
È soddisfatta anche Giovanna Grignaffini, capogruppo Ds in Commissione Cultura, ma a metà. "È una decisione logica e auspicata fortemente dai Ds che hanno sempre messo in evidenza i tanti limiti della riforma" afferma. Ma aggiunge che si tratta di "una vittoria dal sapore amaro". "Troppo tempo, infatti, si è perso - spiega - a danno dei tanti, tra ricercatori e docenti, che da anni aspettano una riforma del sistema universitario". Sul che fare ha le idee chiare. "Ora è necessario dare la possibilità al Parlamento di poter riesaminare un testo profondamente cambiato, coinvolgendo, cosa che non è avvenuta fino ad ora, tutti gli attori del sistema universitario". E aggiunge: "Bisognerà fare chiarezza sul sistema di reclutamento, entrare nel merito dello stato giuridico dei docenti e, soprattutto, definire in modo chiaro la figura del docente di terza fascia". Si ricomincia da capo anche per Franca Bimbi, deputata della Margherita. "La maggioranza e il Governo - osserva - sono costretti ad accettare la proposta dell'opposizione e il provvedimento riprende l'iter in commissione. Hanno dovuto riconoscere che il provvedimento non soddisfaceva le esigenze di nessuna delle componenti universitarie. Il relatore, onorevole Pepe, ha tentato di gettare la responsabilità sulle università e sulla Crui. In realtà - rimarca la Bimbi - si è dovuto riconoscere che dopo gli ultimi emendamenti del relatore non si era davanti a una riforma, ma a una montagna che aveva partorito un topolino senza coda nè baffi e dunque priva di orientamento".
Ma non si dà pervinto il relatore Mario Pepe (Fi). Si augura che questo rinvio non sia il "de profundis definitivo alla riforma" e per questo avverte che chiederà al suo gruppo di "calendarizzare il testo in Aula per la metà di aprile" e "inviterà il governo e la commissione ad un serrato confronto con tutte le parti coinvolte". Invece al Senato si plaude. "Finalmente prevale la ragionevolezza del confronto democratico nel conflitto che ha opposto l'intera università italiana al ministro Moratti sul tema del nuovo stato giuridico dei docenti e si restituisce al Parlamento il suo ruolo" commentano i senatori del centrosinistra della commissione Istruzione.


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