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Unità-Un anno per distruggere la riforma dei cicli

Un anno per distruggere la riforma dei cicli di red Un parto lungo e travagliato. Proprio perché il progetto targato Moratti è stato contestatissimo. Dall'opposizione ma anche dai sindacati di ...

13/03/2003
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l'Unità

Un anno per distruggere la riforma dei cicli
di red

Un parto lungo e travagliato. Proprio perché il progetto targato Moratti è stato contestatissimo. Dall'opposizione ma anche dai sindacati di categoria, tutti, dagli intellettuali, agli "esperti". Ad un anno dal via libera da parte del Consiglio dei ministri, il 14 marzo 2002, la legge delega per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale, quella che tutti chiamano più semplicemente "controriforma Moratti", è dunque diventata legge.

La nuova scuola delineata dalle destre, debutterà a breve ed entro 24 mesi dovranno essere emanati i decreti attuativi che, in un certo senso, daranno contenuti e forme alla riforma stessa.

Un cammino durato un anno dunque, ma iniziato molto prima: nel luglio del 2001, con il ritiro dalla Corte dei Conti, da parte del ministero dell'Istruzione, del decreto attuativo della riforma dei cicli targata Luigi Berlinguer. Di fatto, lo stop all'attuazione del nuovo settennio di base che sarebbe dovuto partire dal successivo anno scolastico.

Poi, l'11 gennaio 2002, la Moratti presenta al Consiglio dei ministri il ddl sulla riforma della scuola. Dopo quattro ore di acceso dibattito il Governo decide che non è il caso di concludere frettolosamente una partita su un tema così delicato e rinvia tutto a una nuova riunione.
Il 1 febbraio 2002 il Consiglio dei ministri licenzia il ddl delega che non contiene modifiche rispetto al testo presentato l'11 gennaio.
Il 9 aprile 2002, la legge approda in commissione Istruzione del Senato che avvia l'esame del testo.
Il 2 agosto 2002 in Consiglio dei ministri, Letizia Moratti riceve mandato di sottoporre alla Presidenza del Consiglio una proposta per una sperimentazione limitata e contenuta soltanto a qualche unità, geograficamente distribuita, "che possa costituire un test utile ai fini della riforma".
Il 17 ottobre 2002 il provvedimento arriva all'Aula del Senato. L' Assemblea respinge a stragrande maggioranza due pregiudiziali di costituzionalità presentate dal centrosinistra.
Il 13 novembre 2002 dopo che il giorno precedente era mancato per quattro volte il numero legale, il Senato approva il ddl con 124 voti favorevoli, 90 contrari e 3 astensioni.
L'11 dicembre 2002, tra un mare di polemiche, la commissione cultura della Camera approva una risoluzione di Forza Italia che impegna il governo a controllare i libri di storia adottati.
Il 5 febbraio la Commissione Cultura della Camera approva la legge delega per la riforma dei cicli scolastici, respingendo i circa 700 emendamenti presentati dalle opposizioni.
Il 18 febbraio l'aula della Camera approva la riforma della scuola. Il provvedimento deve però tornare al Senato perchè è stato modificato in due punti: l'articolo sulla copertura finanziaria (con una correzione tecnica dell'indicazione del triennio di copertura per la scuola materna e primaria, e con la decisione di legare l'emanazione dei decreti di attuazione delle deleghe all'entrata in vigore di provvedimenti legislativi ad hoc che stanziano le risorse finanziarie). I deputati di Ulivo e Prc escono dall'aula al momento del voto. I voti a favore sono 258, sei i contrari e quattro gli astenuti (minoranze linguistiche).
Oggi il via libera definitivo del Senato.


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