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Unità-Studenti, no global, operai: all'università di Roma in difesa dei diritti

20.11.2002 Studenti, no global, operai: all'università di Roma in difesa dei diritti di Valentina Petrini Disobbedienza e norme repressive, lavoratori Fiat e movimento no global, universit?...

21/11/2002
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l'Unità

20.11.2002
Studenti, no global, operai: all'università di Roma in difesa dei diritti
di Valentina Petrini

Disobbedienza e norme repressive, lavoratori Fiat e movimento no global, università e sapere critico. C'è un filo che unisce tutti questi temi? I venti arresti scattati nella notte tra giovedì e venerdì scorso in tre città ai danni di esponenti del social forum, è uno di quegli eventi che può segnare un punto di svolta nel processo di crescita di un movimento. Quale, è ancora presto per dirlo, ma nel quadro sociale, politico ed economico che stiamo vivendo, ci sono diverse categorie sociali (lavoratori, studenti, pensionati') che si stanno incontrando e unendo nella lotta in difesa dei diritti.

La facoltà di Scienze Politiche dell'università la Sapienza di Roma, mercoledì si è fermata per riflettere. Due giorni di dibattiti e assemblee per lanciare la 'Campagna per l'appropriazione degli spazi' e capire la logica che si cela dietro gli arresti voluti dalla Procura di Cosenza. L'università si mobilita, dunque. Si ribella ai 'reati di opinione', così come il movimento ha ribattezzato le colpe imputate alle venti persone arrestate. Due giorni di dibattiti e assemblee proprio in un'aula autogestita, l'aula 12 della Facoltà di Scienze Politiche, come quella in cui i Ros (nucleo speciale dei carabinieri) giovedì scorso hanno fatto irruzione, aula autogestita filo rosso.

Dietro il tavolo dei relatori, Papi Bronzini, giurista del lavoro, Paolo Virno, docente di Sociologia all'università di Cosenza, Alessandro Mantovani, giornalista del 'Manifesto' e Teresa Serra, professoressa di Filosofia del diritto alla Sapienza. Dietro i banchi alcune centinaia di studenti.

"La mia presenza qui oggi ha un unico obiettivo: parlarvi di come la mia città, Cosenza, ha reagito alla notizia di questi arresti". Lui è Giovanni, neo laureato in Scienze Politiche. Apre il dibattito raccontando lo sgomento e la rabbia della sua Cosenza all'indomani dei fermi. "Sono portavoce di una città indignata per quanto è successo. Alla manifestazione di sabato vi aspettiamo in tanti. Tutti a Cosenza con responsabilità, la città saprà ospitarvi". Quello di sabato 23 è solo uno dei tanti appuntamenti di mobilitazione della settimana. Il corteo che sfilerà per le vie consentine a sostegno dei 'compagni arrestati' sarà preceduto, venerdì pomeriggio da un'assemblea nazionale all'interno dell'università della Calabria dal titolo 'Dal sud per le lotte sociali contro i reati d'opinione'.

Disobbedienza e norme repressive. Perché parlarne in un'assemblea universitaria? "Il problema della riforma e della mercificazione dei saperi non è altra cosa rispetto alle tematiche del movimento '#8211;spiega Francesco uno studenti di Scienze politiche- Quando abbiamo organizzato questi due giorni di discussione e assemblee, gli arresti non c'erano ancora stati, ma comunque volevamo affrontare il tema della disobbedienza".

Dal ricercatore, 'precario' così si è definito nel corso dell'assemblea, alla professoressa di filosofia del diritto, al giornalista che spiega cosa sono i Ros e come intervengono rispetto alle altre forze dell'ordine, al giurista del lavoro che commenta gli atti di accusa della procura di Cosenza contro i venti ragazzi, al professore di sociologia che tiene una lezione sul concetto di disobbedienza, violenza e non-violenza. E mentre l'assemblea discuteva di tutto ciò, sulla lavagna, alle spalle dei relatori, un cartellone riassume tutti i treni speciali in partenza da giovedì fino a sabato mattina per Termini Imerese, a sostegno della lotta dei lavoratori Fiat, e per Cosenza.

Insomma il filo sottile che collega università a mondo del lavoro ed entrambe queste cose al movimento anti globalizzazione, non è poi così sottile e comincia ad essere evidente proprio nei corridoi delle facoltà dove rassegne stampa e incontri a tema riguardano sempre più spesso argomenti come la Fiat o Firenze città aperta.

"Per questo noi proponiamo l'autoformazione '#8211;spiega Maurizio, di Scienze politiche- il 'no' solo e fine a se stesso alla riforma non basta più. Questo è l'anno di grande sperimentazione del 3+2 e noi studenti siamo stati i primi a contestarla quando ancora non era legge. Oggi lo è e oltre a continuare ad avversarla dobbiamo anche cercare di modificarla. Tutto quello che i programmi non prevedono può rientrare in un progetto di autoformazione autogestito dagli studenti".

A chiudere l'assemblea è Paolo Virno, docente di Sociologia dell'università di Cosenza. "Quando dieci anni fa lavoravo alla rivista 'Luogo comune' a sinistra c'era un certo imbarazzo ad utilizzare il termine disobbedienza civile '#8211;racconta ad un'aula piena di studenti- Era come se con questa espressione si rinunciasse alla radicalità della contestazione. Ma la disobbedienza è un atto anti-monopolistico, contro il monopolio della decisione politica. Disobbedienza non significa sovvertire lo Stato". E poi in chiusura Virno ricorda: "Vi è una quota di intelligenza sociale che non vuole essere rappresentata. E' questo è un dato di fatto. Ma per arrivare ai giorni nostri dico solo una cosa. Il reato di associazione sovversiva (uno di quelli imputati ai venti arrestati riuniti intorno alla sigla Rete del sud) è oggi solo una scatola vuota che di volta in volta si riempie e purtroppo questo reato calza a pennello con il movimento no-global".

Neanche il tempo di pronunciare le ultime parole che l'azione dimostrativa di cui si parlava in facoltà da alcuni giorni è fatta. Aula 11, 12, 13 occupate per due giorni.


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