FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3770683
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-Siamo tornati indietro al tempo della Dc-intervista all'economista Giacomo Vaciago

Unità-Siamo tornati indietro al tempo della Dc-intervista all'economista Giacomo Vaciago

Siamo tornati indietro al tempo della Dc" MILANO "Mi sento ringiovanito di venti anni. Questa Finanziaria è stata un tuffo nel passato. Come ai vecchi tempi della Democrazia Cristiana, quando non ...

02/10/2002
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Siamo tornati indietro al tempo della Dc"

MILANO "Mi sento ringiovanito di venti anni. Questa Finanziaria è stata un tuffo nel passato. Come ai vecchi tempi della Democrazia Cristiana, quando non si sapeva se i governi fossero arrivati a Natale. Una maggioranza rissosa, le decisioni prese gli ultimi giorni di settembre, mediazioni, liti, cose inventate all'ultimo minuto. Le componenti ci sono tutte per farmi ricordare cose che avevo dimenticato".
Il giovane in questione è Giacomo Vaciago, economista e professore all'Università Cattolica di Milano. Con lui parliamo della manovra del governo Berlusconi. Una manovra che definisce di stampo "populista, addirittura anticapitalista", frutto di un governo "sgraziato" che è riuscito in un capolavoro politico: "quello di aver contro, allo stesso tempo, la Cgil e Confindustria".
Professore Vaciago, la Finanziaria sembra aver scontetato un po' tutti. Nonostante il governo l'abbia definita come una "manovra mai vista", sindacati, enti locali, adesso anche gli industriali, sono rimasti critici. A che cosa si deve attribuire un tale reazione?
"Al fatto che gli interventi messi in atto da Berlusconi e Tremonti non risolvono nessun problema strutturale. Anzi, neanche l'affrontano. Si ha l'idea che si voglia tirare a campare".
Perché si è giunti fino a questo punto?
"Ma perché il 13 maggio 2001 il governo ha vinto le elezioni con delle promesse che si basavano su un tasso di crescita dell'economia al 3%. E questo per cinque anni. Solo dare e niente tagliare, si diceva. Ma solo i bambini ragionano così. Solo la Fata Turchina dà e non taglia mai. Peccato che proprio il 13 maggio fossero cominciate le prime avvisaglie della recessione e che la bolla speculativa di Internet fosse giunta quasi al termine. C'è voluto un anno per capire che questo non era più vero".
Un anno nel quale il nostro Paese è praticamente rimasto al palo in termini di crescita?
"Non solo noi, anche la Germania. Ma non è questo il punto. Il punto è che la crescita ce l'ha chi se la merita. Attualmente nel mondo esistono tre tipi di economie Quella dell'America Latina, che sta andando indietro, quella occidentale, che è ferma, e poi c'è la Cina che in forte crescita. Il problema che non è stato affrontato è come poter ricreare le condizioni di crescita. Queste cose bisogna capirle altrimenti prometti ma non governi".
E come si ricreano?
"Ragionando con una logica capitalistica. Attirando investimenti. I modelli da seguire sono tanti. Olanda, Irlanda, Gran Bretagna sono tutti paesi che hanno fatto politiche per attirare i capitali. Noi invece che cosa facciamo?"
Non lo so, che cosa facciamo?
"Facciamo un condono sul rientro dei nostri capitali. Il fatto è che Tremonti ragiona con una logica da poliziotto tributarista, che chiude un occhio per le malefatte. Questo è il governo più anti capitalista che si sia mai visto".
D'Amato ha parlato di poche luci e molte ombre. Ma Berlusconi non doveva essere uno di loro?
"Berlusconi non è mai stato uno di loro. Parlo dei capitalisti 'illuminati', di quelli che hanno il mercato nel sangue come Marzotto, Merloni, uomini ai quali Berlusconi non è andato mai a genio. Solo la piccola imprenditoria l'ha sempre appoggiato. Ma adesso hanno cominciato a prendere delle belle sberle. Si sono accorti che la manovra non rispecchia quello che aveva promesso. Potremo aggiungere che questa Finanziaria è la fotografia di Berlusconi, di un uomo: populista e anti-imprentitoriale".
Ma questo non doveva essere un governo liberista, quello che liberava l'economia da lacci e lacciuoli?
"Chi, come me, pensava che un governo di centrodestra potesse dare un'impronta liberale alla nostra economia è rimasto un po' deluso. Al suo posto, come detto, rinasce una splendita Dc, con un governo che non osa. Ma a differenza di una volta Berlusconi gode di un ampia maggioranza parlamentare".
Tra i maggiori detrattori, oltre gli industriali, ci sono anche gli enti locali. Tutti lamentano tagli...
"Più che lamentarsi sono furibondi. A che titolo il governo centrale dice alla Regione Lombardia che cosa deve fare. Si parla di federalismo fiscale, ma qualcuno li avverta che è già inserito nella riforma del titolo V della Costituzione. C'è solo da farlo rispettare. Ma questi si muovono come un elefante dentro un negozio di cristalleria. Peccato che in queso caso la cristalleria è la Costituzione".
Qual è il suo un giudizio finale alla Finanziaria?
"È che siamo a metà legislatura e niente si è visto. Un anno e mezzo buttato. Il bicchiere sta diventando mezzo vuoto. È brutto dirlo ma qui si ragiona ancora con la stessa logica che Berlusconi ha usato per i clandestini morti ad Agrigento. Se la ricorda la battuta sul pedalò? Riflette scelte qualunquiste".


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL