FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3777203
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-Se questo è regime-di Gianni Vattimo

Unità-Se questo è regime-di Gianni Vattimo

Se questo è regime di Gianni Vattimo Siate realisti, non chiedete l'impossibile! Finora il nostro realismo era fondato sulla convinzione che ci fosse un giudice a Berlino, capace di garantire il ...

21/06/2003
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Se questo è regime
di Gianni Vattimo

Siate realisti, non chiedete l'impossibile! Finora il nostro realismo era fondato sulla convinzione che ci fosse un giudice a Berlino, capace di garantire il rispetto della Costituzione anche nel famigerato semestre europeo. Oggi questa convinzione vacilla, il realismo deve prender atto che la realtà supera la fantasia, che ciò che non avremmo mai creduto possibile sta accadendo. Sarebbe di nuovo irrealistico aspettarsi che sia l'ultima volta.
Non ci resta che discutere sulla seguente domanda: che cosa fa un'opposizione parlamentare in un paese dove la democrazia parlamentare esiste ancora formalmente ma sempre meno in concreto? Che cosa si fa, insomma, in una democrazia "protetta", limitata, così imperfetta da diventare una caricatura? I nostri compagni riformisti ci ammoniscono a tornare nei ranghi, a non contare più su girotondi e altre iniziative di piazza. Certo sarà difficile d'ora in poi appellarsi alla "società civile", visto il punto a cui è stata ridotta. Ma se non la mobilitazione dei cittadini, che cosa? Una dura e seria opposizione parlamentare? Certo, chi siede in parlamento nei banchi della minoranza non può che proporsi questo. Ma la sproporzione di voti è così alta che non ci si può assolutamente illudere. Se Berlusconi è riuscito a far approvare tutte le "sue" leggi, dalle rogatorie al falso in bilancio alla Cirami e ora al Lodo Schifani, potrà fare in Parlamento tutto ciò che vorrà. Intensificare l'attacco alla libertà di informazione, costringere i pochi giornali liberi a divenire voci di regime, imporre alle scuole di ogni ordine e grado il commento della sua opera omnia. Ma gli italiani si accorgeranno, prima o poi, del bluff delle sue finte riforme, del deterioramento dei servizi pubblici, dello smantellamento dello stato sociale, del rischio che comporta l'illegalità diffusa e promossa dal governo.
Se ne accorgeranno? Forse è vero che alla lunga questo non potrà non accadere, la forza "materialistica" dell'economia e delle condizioni di vita finisce per far aprire gli occhi a tutti. Ma la "sovrastruttura" mediatica ha giusto la funzione di ritardare questa presa di coscienza, come la vincita di una somma piccola o grande in un quiz televisivo serve a godere di un periodo di prosperità che distrae anche il più povero, gli assicura una domenica della vita che gli farà sopportare meglio la durezza della settimana successiva. Altro che "televisione ininfluente sul voto" - come ci dicono gli ottimisti riformisti citando il successo dell'opposizione nelle recenti elezioni. Se fosse cosi', perché il cavaliere si terrebbe cosi stretto questo suo patrimonio benignamente regalatogli da Craxi? Nel tempo del lavoro superflessibile, e cioè della precarietà che impedisce ogni ricerca di identità, e ogni stabilizzazione dell'esistenza, la sola cosa che unifica gli italiani è la speranza di andare una volta o l'altra al Grande Fratello e diventare una piccola star mediatica, consumando anche gli ultimi residui di legame con la materialità dell'esistenza quotidiana e divenendo a tutti gli effetti personaggi della grande recita diretta dal premier e dai suoi sceneggiatori.
Piuttosto tornare nei ranghi, impegnarci in un esclusivo lavoro istituzionale, ciò che dobbiamo fare in questo crepuscolo della democrazia è inventare modi di intervento che superino la condizione di minorità - non di minoranza costituzionalmente garantita, magari potessimo esserlo - in cui il dominio del populismo mediatico di Berlusconi sempre più ci riduce e ci ridurrà. Boicottare le loro finte trasmissioni di dibattito soprattutto il salotto di regime di Vespa. Smettere di credere che si possa collaborare con loro nelle commissioni e con qualche raro emendamento alle loro leggi. Se regime deve essere, che regime sia. Se ogni giorno passano sopra a principi costituzionali fondamentali per compiacere il padrone, che gli italiani lo sappiano. In questo stato d'assedio mediatico ci restano ancora la dignità e la voce.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL