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Unità-Roma-.Lezioni a rischio:non ci sono ricercatori

Settembre 2004 Lezioni a rischio:non ci sono ricercatori La protesta dei precari dell'università contro il ddl della Moratti renderà difficile l'anno accademico alla Sapienza e a Tor Verg...

21/09/2004
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l'Unità

Settembre 2004

Lezioni a rischio:non ci sono ricercatori

La protesta dei precari dell'università contro il ddl della Moratti
renderà difficile l'anno accademico alla Sapienza e a Tor Vergata

Wanda Marra

Sarà un altro anno di battaglia per l'università. E a Roma molte lezioni previste potrebbero non esserci.
Almeno a giudicare dalle forme di protesta annunciate ieri: i Ricercatori si rifiuteranno di ricoprire incarichi di supplenza e affidamento fino a quando il Disegno di legge Moratti sulla riforma dell'università approvato dalla Commissione Cultura della Camera lo scorso 31 luglio non sarà ritirato o il suo iter parlamentare non sarà formalmente interrotto.
E il Coordinamento Nazionale dei Ricercatori - che sta portando avanti la mobilitazione - chiede un incontro con il Ministro. Perché di fatto in quel Ddl il loro ruolo viene messo ad esaurimento e compare la figura del professore aggiunto, ancora più subordinata a ordinari e associati di quanto non sia oggi quella del ricercatore. E perché non viene loro riconosciuto quel ruolo di professore che di fatto già svolgono, permettendo agli atenei di offrire un'ampia offerta didattica. Ma anche perché la riforma Moratti prefigura un'università peggiore e più ingiusta. Per gli atenei romani (ma anche per tanti altri in tutto il Paese) questo significa che molti corsi potrebbero non partire affatto e che l'inizio dell'anno accademico potrebbe slittare (è questa, infatti, una delle richieste del Coordinamento ai Presidi). Le adesioni si stanno moltiplicando.
Alla "Sapienza", dove anche il Prorettore Gianni Orlandi ieri ha ribadito il suo totale dissenso rispetto al Ddl, hanno già aderito completamente le Facoltà di Scienze e di Lettere, mentre Ingegneria ha deciso che ciascuno potrà prendere solo un affidamento, cosa che di fatto dimezza i corsi. Architettura 1, Psicologia 1 e 2 si stanno mobilitando. E molti professori si impegnano a non fare corsi aggiuntivi rispetto a quelli istituzionali. Anche a Tor Vergata ha aderito per ora completamente la Facoltà di Scienze. Ma siamo all'inizio. La protesta solo a Roma potrebbe interessare fino a 2500 persone: tanti sono i ricercatori. Mentre anche il Coordinamento dei Ricercatori precari, che nella Capitale sono intorno ai 6000, si è impegnato a rifiutare affidamenti e supplenze.
"Non è una rivolta contro gli studenti ci tiene a precisare Marco Marafina, il Coordinatore Nazionale dei Ricercatori anche se per loro ci saranno sicuramente dei disagi. Vogliamo un'università migliore".
L'anno scorso l'università italiana è insorta in blocco contro il Ddl in causa, con manifestazioni e cortei. E mozioni contrarie sono arrivate anche dalla Conferenza dei Rettori e dai vari Senati Accademici. Mentre un fermo dissenso è stato ribadito appena qualche giorno fa dalle organizzazioni sindacali e le Associazioni della docenza universitaria. Un altro anno accademico è alle soglie e i punti che hanno determinato tale protesta rimangono tutti: oltre all'esaurimento del ruolo dei ricercatori, l'aumento a dismisura del precariato, l'abolizione della distinzione tra tempo pieno e tempo definito. E permane il blocco delle assunzioni: il Cordinamento chiede l'avvio di un reclutamento straordinario in ruolo per far fronte con tempestività al grande numero di pensionamenti (circa 18mila) previsto per i prossimi anni e per consentire l'inserimento degli attuali precari.
La battaglia prima di tutto di informazione comincia già da oggi: mentre il Presidente della Crui, Piero Tosi illustrerà il rapporto sullo stato dell'università italiana (in un discorso che già si preannuncia critico verso la riforma voluta dalla Moratti) all'Auditorium, il Coordinamento dei Ricercatori farà un volantinaggio all'esterno.


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