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Unità-Lo Scienziato che faceva finta di Clonare

Lo Scienziato che faceva finta di Clonare Pietro Greco Woo Suk Hwang - considerato il più grande esperto al mondo in fatto di clonazione umana - ha rassegnato ieri le dimissioni dal suo i...

24/12/2005
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l'Unità

Lo Scienziato che faceva finta di Clonare

Pietro Greco

Woo Suk Hwang - considerato il più grande esperto al mondo in fatto di clonazione umana - ha rassegnato ieri le dimissioni dal suo incarico di professore presso l'università di Seul, in Corea del Sud.
È la seconda volta che Woo Suk Hwang si dimette nel giro di un mese.
A fine novembre, infatti, aveva lasciato l'incarico di direzione di un prestigioso e ricco progetto di ricerca sulle cellule staminali embrionali.
Sembra chiudersi così l'anno incredibile di questo ricercatore che in pochi mesi si era guadagnata una solida reputazione.
ACCUSATO DI ILLECITO SCIENTIFICO, Woo Suk Hwang in primavera aveva toccato l'apice della gloria, dopo aver annunciato un autentica svolta nella ricerca della clonazione a fini terapeutici, e che in autunno si ritrova inopinatamente nella polvere. Sic tran-
seat gloria mundi nell'era della turboscienza, verrebbe da dire. Non fosse che non tutto è chiaro dietro la vertiginosa parabola di Hwang.
Tutto inizia la scorsa primavera. Quando il biologo coreano annuncia sulla rivista americana Science di aver estratto con successo cellule staminali da 11 diversi embrioni clonati da cellule a loro volta estratte da altrettanti pazienti bisognosi di cure. Con questa operazione la clonazione terapeutica esce dal novero delle cose possibili ed entra nel novero delle concrete terapie per una serie di malattie, degenerative e non. Le cellule staminali possono essere trapiantate nei pazienti-donatori e curarli, evitando il fastidioso rigetto, proprio perché all'interno del loro nucleo hanno il medesimo materiale genetico dell'ammalato. La notizia è tale che anche i più fieri oppositori della clonazione terapeutica per motivi etici sono colti dal dubbio. E, in ogni caso, tutti esaltano la bravura di questo ricercatore che ha bruciato le tappe e ha consegnato alla Corea del Sud la leadership nel settore della clonazione a fini terapeutici.
Le tappe di questo successo sono formidabili: nel febbraio 2004 Hwang annuncia di aver clonato 30 embrioni umani, fermandone lo sviluppo ai primissimi stadi; nel maggio 2005 annuncia la clonazione di 11 embrioni per la produzione di cellule staminali; nell'agosto successivo annuncia la nascita di Snuppy, il primo cane clonato al mondo. I risultati non sono da meno: il governo coreano gli consegna 40 milioni di dollari per le sue ricerche; il biologo Usa Gerald Schatten si trasferisce alla corte di Hwang. Sembra quasi un passaggio di consegne della leadership in uno dei settori di punta della scienza regina d'inizio secolo. La biologia che conta non si produce negli Usa dei teocon di Bush, ma in Asia e in primo luogo nella liberale Corea del Sud.
La notizia è forse enfatizzata dai media. Ma sono in molti a non apprezzare il fatto. E se qualcuno immagina per il futuro di Hwang un viaggio a Stoccolma per ritirare il Nobel, qualche altro inizia a lavorare perché quel futuro non si avveri. Fatto è che Hwang e la sua deontologia professionale inizia a essere oggetto di accuse per nulla velate. Il suo laboratorio avrebbe pagato, si dice, alcune signore per farsi donare gli ovuli. Vero, ammette Hwang. Ma ciò è stato realizzato a mia insaputa e quando la legge coreana lo permetteva. Il governo di Seul lo difende. Schatten però lascia il laboratorio e se ne torna in America. Mentre Hwang rassegna la dimissioni dalla direzione del progetto, mentre sostiene, ancora una volta, che tutto è avvenuto a sua insaputa. È il 24 novembre 2005. Il governo lo difende. Intanto un altro suo collaboratore lo accusa di aver documentato su Science la produzione non di 11, ma di due sole linee staminali. In realtà Hwang aveva già ammesso che nell'articolo di maggio c'era qualcosa che non quadrava. Ma assicura che le 11 linee staminali sono state davvero realizzate e che gli errori procedurali non minano questa realtà. Ieri una commissione dell'università di Seul conferma le anomalie procedurali e afferma che gli errori non sono stati casuali, ma intenzionali. A questo punto Hwang rassegna le dimissioni anche dall'incarico universitario, ribadendo che la tecnica della clonazione terapeutica è valida ed è coreana. In un anno Hwang è passato dagli altari alla polvere. La vicenda suggerisce quanto difficile possa essere la vita dello scienziato di punta e caduca la sua gloria in un'era, definita post-accademica, in cui la conoscenza scientifica incontra formidabili interessi religiosi, politici ed economici.


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