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Unità-Lettere Biagi, la Cgil presenta un esposto. "Così si criminalizza l'opposizione"

Lettere Biagi, la Cgil presenta un esposto. "Così si criminalizza l'opposizione" di red. Il tempismo è agghiacciante, tanto che è difficile pensare ad una mera coincidenza. Le lettere del prof...

28/06/2002
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l'Unità

Lettere Biagi, la Cgil presenta un esposto. "Così si criminalizza l'opposizione"
di red.

Il tempismo è agghiacciante, tanto che è difficile pensare ad una mera coincidenza. Le lettere del professor Marco Biagi, ucciso a Bologna il 19 marzo, pubblicate venerdì da Repubblica contengono un'accusa a Cofferati: "mi criminalizza" scrive il consulente assassinato in una delle missive nelle quali denuncia le minacce ricevute dai terroristi e l'inerzia dello Stato che gli ha tolto la scorta.

Un riferimento al segretario della Cgil che sembra fatto apposta per dar ragione alle dichiarazioni dei ministri Maroni e Alemanno, che nei giorni scorsi hanno accusato Cofferati di mettere in pericolo le loro vite. "Sono indignato, e profondamente determinato, ad arrivare ad un chiarimento definitivo su questa vicenda, che mi appare oscura ed inquietante" è stato il primo commento di Cofferati. "Non si capisce perché il professore parlasse di me come di un suo avversario: io voglio sapere chi in quei mesi disse a Biagi che io lo minacciavo, per quale ragione gli andava raccontando che ero io l'uomo nero".

E su tutto questo la Cgil chiede che si indaghi. Ecco perché Cofferati, in una conferenza stampa poco fa, ha annunciatato "un esposto-denuncia alla Procura competente". Quella di Bologna. Un esposto nel quale la Cgil "ricostruirà fatti, denuncerà falsità e calunnie contenute in molte affermazioni recenti di esponenti del governo, chiederà l'accertamento della verità a qualsiasi livello, anche di chi opera nelle istituzioni. Chiederemo verità sulle scorte". E questo lavoro, la stesura dell'esposto-denuncia, sarà coordinato da Guido Calvi.

Di più: nella situazione che si è determinata - e siamo di nuovo alle parole del leader della più grande confederazione - "è molto grave quel che sta avvenendo. E qui si rischia di stravolgere i fatti".
E i fatti, allora, sono questi. Primo: la Cgil è da tempo nel "mirino" dei terroristi. "Come dovrebbe essere noto a tutti, anche se non suscita l'attenzione di molti commentatori, questo sindacato è da tempo uno dei bersagli del terrorismo in Italia: lo dicono i danni materiali alle cose e il sacrificio di vite umane che il terrorismo ha inflitto alla nostra organizzazione, lo dicono le rivendicazioni deliranti di misteriose sigle. Noi siamo e siamo stati ripetutamente parte offesa sia nelle persone che nelle nostre strutture e nei nostri simboli".

Ora però, questa "elementare verità viene negata e si produce da tempo una sistematica speculazione, che è diventata nel corso degli ultimi mesi una inaudita
campagna di calunnie contro di noi, favorita da fuga di notizie e da ultimo dalla circolazione di atti riservati sui quali i magistrati stanno lavorando".

"Chiederemo l'accertamento della verità e delle responsabilità a qualsiasi livello, insisto, a qualsiasi livello, di coloro che operano anche nelle istituzioni. Chiederemo che venga fatta verità in primo luogo per quanto riguarda l'omicidio del professor biagi, sulle scorte". Su questo punto, Cofferati è durissimo: "E' inaccettabile
che anche negli ultimi giorni e nelle ultime ore questo tema sia stato derubricato, se non addirittura volutamente occultato. Ad una persona spaventata che chiede protezione, non solo gli si nega la scorta ma gli si tolgono progressivamente le protezioni che aveva in precedenza. E' un fatto gravissimo del quale devono rispondere i reponsabili e che non può essere omesso".

E sempre a questo proposito, Cofferati attacca frontalmente gli esponenti del governo per le dichiarazioni di queste ore: "Trovo i commenti degli esponenti di governo vergognosi: di fronte alle notizie che sono state riportate questa mattina, il tema delle scorte non viene nemmeno commentato: è davvero una vergogna. Penso che il governo e i ministri competenti dovranno risponderne in Parlamento, e spero che le forze politiche chiedano i chiarimenti necessari


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