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Unità-Le allergie della Lega: Europa e magistrati

Le allergie della Lega: Europa e magistrati di Elio Veltri La Lega è partita all'attacco della bozza di Costituzione Europea sulla giustizia. Prima con Castelli e, il 25 marzo, con una intervist...

31/03/2003
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l'Unità

Le allergie della Lega: Europa e magistrati
di Elio Veltri

La Lega è partita all'attacco della bozza di Costituzione Europea sulla giustizia. Prima con Castelli e, il 25 marzo, con una intervista a tutta pagina sulla "Padania", con Speroni. Il Capo di gabinetto di Bossi, membro supplente della Convenzione Europea, ha lanciato l'allarme con affermazioni del tipo: "Il rischio è quello di andare incontro ad un'Europa governata dai magistrati. Un pericolo che dobbiamo assolutamente scongiurare". E ancora: "Bruxelles pretende il diritto di armonizzare le leggi dei Paesi membri". "Fini è d'accordo con noi", aggiunge Speroni "e interverrà".
Ve li immaginate Giscard, Prodi, Chiraq, Blair, Aznar, tutti intenti a consegnare il governo dell'Unione europea a un gruppo di magistrati (rossi naturalmente)? Castelli e Speroni non sanno di cosa parlano, dal momento che tutti i trattati e gli accordi dell'Unione prevedono proprio "l'armonizzazione" della legislazione sulla giustizia e la creazione di uno spazio comune europeo: una sorta di Maastricht della sicurezza e della giustizia. Ma non sanno nemmeno che questo impegno, anche se i comportamenti sono stati di segno opposto, è scritto nei documenti ufficiali del governo Berlusconi e dello stesso ministero della giustizia. Perciò facciamo parlare le carte, in modo che i nostri evitino brutte figure. A Tampere, in Finlandia, il 15 e 16 Ottobre del 1999 i capi di Stato e di governo dei paesi dell'Unione hanno firmato il protocollo attuativo del trattato di Amsterdam con l'obiettivo di creare nei Paesi membri uno "spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia". Dopo la firma, Chiraq ha detto che con le decisioni adottate "giustizia e criminalità non saranno più i parenti poveri d'Europa". Aznar, a sua volta, ha sottolineato che "non vi è nulla di più forte di un'idea giusta che arriva al momento giusto, come quella dello spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia". D'Alema, Blair e Schroeder hanno commentato l'avvenimento con parole analoghe. Più in dettaglio i "Capisaldi di Tampere" contengono impegni quali la necessità di politiche comuni in materia di asilo e immigrazione che Castelli e Speroni vedono come il fumo negli occhi e lo dicono con chiarezza. D'altronde, la Lega appoggia la guerra di Bush ma vuole che i profughi si arrangino e non mettano piede in Italia.
Sulla giustizia, l'accordo di Tampere prevede che "per godere della libertà è necessario uno spazio autentico di giustizia, in cui i cittadini possano rivolgersi ai tribunali e alle autorità di qualsiasi stato membro con la stessa facilità che nel loro". Inoltre: "gli ordinamenti giuridici degli stati membri dovranno diventare maggiormente compatibili e convergenti" e cioè armonizzarsi, esattamente quello che Castelli e Speroni non vogliono e denunciano come governo dei giudici". "Si impone - è scritto negli accordi di Tampere - una mobilitazione congiunta di forze di polizia e strutture giudiziarie per garantire che i criminali non possano trovare nascondigli né occultare proventi dei loro reati all'interno dell'Unione". E ancora: "Bisogna rafforzare l'Europol e creare l'Eurojust che è un'unità composta di pubblici ministeri, magistrati e funzionari di polizia pari per competenza, distaccati da ogni stato membro". Insomma, tutte le misure che i capi dell'Unione Europea considerano necessarie per garantire la lotta alla criminalità e condizioni di libertà, sicurezza e giustizia per i cittadini europei, per Castelli e Speroni diventano misure di repressione e di limitazione della libertà di ciascuno. Ma sicuramente, gli impegni che trasformano in incubi i sogni dei nostri, sono quelli riguardanti l'immigrazione e il razzismo. Nei "Capisaldi di Tampere", infatti, è scritto che devono essere garantiti ai cittadini che soggiornano legalmente nel territorio degli stati membri "diritti e obblighi analoghi a quelli dei cittadini dell'UE" e che deve essere "intensificata la lotta contro il razzismo e la xenofobia".
Così la pensa l'Europa. Ma qualcosa di analogo, riguardante la giustizia, che oggi viene denunciato come dittatura dei giudici, la troviamo scritta persino negli interventi di Castelli e negli atti del governo. All'inaugurazione dell'anno giudiziario 2002 Castelli ha affermato che il governo ha una forte "vocazione europeista" e ha "profuso molte energie per l'approvazione definitiva di Eurojust". Inoltre, nella relazione al disegno di legge riguardante la "ratifica e l'esecuzione della Convenzione sull'assistenza giudiziaria in materia penale tra gli stati membri dell'Unione" che Castelli ha firmato, c'è scritto che: "La Convenzione si muove nell'ambito di una sempre più accentuata esigenza di collaborazione internazionale sul piano delle indagini e su quello processuale per un efficace azione di contrasto alla criminalità". Ora, è chiaro che nella Costituzione europea i principi riguardanti la creazione di uno spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia, devono esserci per forza, e non solo perché sono contenuti nei trattati già approvati dai capi di Stato e di governo dell'Unione, ma perché ragioni molto concrete, come la lotta al crimine organizzato, la caccia ai capitali illegali e al riciclaggio, l'accoglienza all'immigrazione legale, la lotta al razzismo, sono nel Dna delle democrazie della vecchia Europa. La Lega si oppone perchè è stata protagonista dell'approvazione di tutte le leggi vergogna (rogatorie, falso in bilancio, Cirami, importazione di capitali illeciti), si è opposta al mandato di cattura europeo, al rafforzamento dell'Olaf, alle norme antirazzismo, che contraddicono tutti i "Capisaldi di Tampere" e i principi generali e costitutivi della Costituzione europea. Ma esiste anche un'altra ragione, più profonda, che cova nel ventre dei dirigenti di questa Lega ed è l'avversione per l'Europa che non hanno voluto e non vogliono e detestano, come detestano la mescolanza di culture, di costumi, di popoli. Il loro orizzonte è il recinto della Padania perché ognuno è padrone in casa propria e confondono la difesa delle identità culturali e storiche con l'ossessione del contatto con gli altri, con i barbari. La Lega ritorna indietro, ma non all'autarchia dell'Italietta fascista. Torna indietro rispetto all'Impero romano che aveva unificato gran parte d'Europa attraverso il diritto, la lingua, la religione e le istituzioni. D'altronde, Miglio, che aveva ben altro spessore rispetto a Speroni, con una espressione colorita, scriveva che gli piaceva l'odore di merda delle stalle delle valli prealpine.


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