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Unità-La scuola del presidente Pera è nella bufera

La scuola del presidente Pera è nella bufera L'accusa del Sant'Anna di Pisa al ministro Letizia Moratti: "L'eccellenza non si fa per decreto" di Valeria Giglioli / Lucca DAL TRIO...

27/11/2005
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l'Unità

La scuola del presidente Pera è nella bufera

L'accusa del Sant'Anna di Pisa al ministro Letizia Moratti: "L'eccellenza non si fa per decreto"

di Valeria Giglioli / Lucca

DAL TRIONFO alla polemica il passo è stato breve. La Scuola Imt di Lucca ("voluta fortemente dal presidente Pera" rivendica il consigliere regionale forzista Dinelli) è ormai nell'occhio del ciclone. E il nervosismo che alcuni rappresentanti dell'istituto lucchese
lasciano trapelare non sembra favorirne la causa. La Scuola Sant'Anna ha risposto duramente alla nota del direttore del Consorzio Interuniversitario Quagliariello, in cui si ventilava l'ipotesi che il prestigioso istituto pisano temesse la concorrenza di Imt. "La distanza ravvicinata della futura Scuola Imt non è mai stata un elemento di preoccupazione come si paventa nel comunicato. Non è pensabile che il Sant'Anna possa temere l'eventuale concorrenza della Scuola di Lucca". Poi arrivano le bordate: "L'eccellenza non si può conquistare soltanto per decreto, né con l'impegno di risorse finanziarie eccezionali e sperequate, sperando di bruciare i tempi, notoriamente lunghi, necessari per raggiungere risultati di eccellenza dimostrabili e riconosciuti nella comunità scientifica internazionale". E dopo aver confermato le proprie convinzioni sulla validità del progetto iniziale, il Sant'Anna aggiunge che il cambiamento del quadro di riferimento "impone una riflessione di fondo prima di potersi esprimere sul rinnovo eventuale della collaborazione". Insomma, per la Scuola pisana l'abbandono di Imt non sembra un'opzione remota. I guai per l'istituto voluto dal presidente del Senato però non finiscono qui. Il direttore di Imt, Pammolli, ha evidenziato "la delimitazione del campo di attività ai corsi di dottorato" della Scuola, sottolineandone la complementarietà con le attività degli atenei vicini. Ma certo non getta acqua sul fuoco quando aggiunge che "la scuola è consapevole che potrebbe proseguire con altri compagni di viaggio" dato che "Imt ha suscitato l'attenzione di importanti istituzioni universitarie nazionali ed estere". E i numeri (1387 domande di ammissione) che Pammolli porta a sostegno della validità dell'impresa convincono poco in città: "È evidente per tutti che il numero di iscritti, soprattutto nelle attuali circostanze che vedono i dottorandi Imt usufruire di un trattamento particolarmente generoso, non è un criterio di rilievo decisivo" ricorda il coordinatore comunale della Margherita, Stefano Baccelli. D'altronde Imt è sostenuta da considerevoli finanziamenti di enti locali e fondazioni bancarie cittadine: che con l'istituzionalizzazione si vedono in qualche modo 'messi alla porta'. Perché con il cambiamento di status il loro ruolo rischia di trasformarsi in quello di semplici finanziatori esterni, anziché di partner integrati nel progetto. Dopo l'intervento del presidente della Provincia, che si è riservato di valutare "atteggiamenti conseguenti sia in termini di contributo finanziario, sia riguardo al livello del nostro coinvolgimento nell'iniziativa", anche su questo fronte tira aria di tempesta per Imt. E c'è chi giura che, nella Fondazione in cui i finanziatori locali si sono riuniti, i malumori stiano per venire a galla.


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