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Unità-la destra vara la sua finanziaria: meno soldi a chi ha già meno

destra vara la sua finanziaria: meno soldi a chi ha già meno di Bianca Di Giovanni "Non bisogna vincere, bisogna convincere". È uno slogan da politico di razza quello che Bruno Tabacci recita i...

12/11/2002
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l'Unità

destra vara la sua finanziaria: meno soldi a chi ha già meno
di Bianca Di Giovanni

"Non bisogna vincere, bisogna convincere". È uno slogan da politico di razza quello che Bruno Tabacci recita in Transatlantico nell'ultima giornata alla Camera della Finanziaria, dopo una nottata di trattative a oltranza. Che vuol dire? Che il suo partito, l'Udc, in nome della coalizione non ha fatto strappi, non ha menato le mani sul tavolo, non ha alzato la voce - sottinteso: come Lega e An - ma è riuscito ad ottenere quanto basta (tradotto: un "mezzo" emendamento sulle Fondazioni bancarie).
Così, con l'ultima "operazione convinzione" arrivata a poche ore dal varo, la legge di Bilancio è uscita ieri sera dalla Camera. Ma il cammino è solo a metà (lo dice lo stesso premier presente ieri a Montecitorio): il resto lo farà il Senato. In realtà per la prima volta il testo lascia Montecitorio con parecchie partite ancora aperte affidate alla "solerzia" dei senatori. Prima tra tutte quella delle entrate, che non tornano proprio con quegli 8 miliardi di euro attesi dal concordato. È assai probabile che Palazzo Madama dia un "contributo" con qualche condono. Entrate a parte, si sente l'affanno delle misure "ripescate" all'ultimo minuto, senza scelte precise, senza motivi congrui. Quello che esce dalla Camera sembra il "bottino" (magro) spartito tra Giulio Tremonti (Lega) e Gianfranco Miccichè (Forza Italia e Sud). Gli altri hanno dovuto ingoiare, in attesa di tempi migliori.
"È una Finanziaria senza messaggio - dichiara Pier Luigi Bersani - Tanto che non mancano le contraddizioni: si dice che i fondi sono pochi, poi si annunciano meraviglie per il Mezzogiorno". Sulla stessa linea Piero Fassino: "Il testo non fa una politica di sviluppo, e non fa una politica di coesione sociale. I soldi per fare ciò che ha promesso Tremonti non ci sono. Non ci sono per il Mezzogiorno, per la scuola, per gli enti locali".

Solo promesse (appena un ordine del giorno) sono rimasti i fondi per Roma Capitale (60 milioni di euro l'anno), su cui si è scatenata l'ultima polemica che ha attraversato anche la maggioranza, con un'evidente insoddisfazione di An. Ma i "no" sono stati molti, molti di più. Anche qui, è lo stesso Silvio Berlusconi ad ammetterlo, rivelando la fatica dei lunghi bracci di ferro in notturna per tacitare gli alleati. Il fatto è che a rimetterci sono stati proprio quei ceti meno abbienti che il premier racconta di voler difendere. Spazzato via il reddito minimo di inserimento previsto dall'Ulivo: dall'anno prossimo 200mila famiglie saranno private dei 300 euro al mese su cui potevano contare. "Non è un caso che a favore dell'emendamento dell'Ulivo si siano espressi molti parlamentari della maggioranza - dichiara Livia Turco - che hanno potuto verificare nei loro collegi l'efficacia di questa misura".

Niente va alle Regioni e agli enti locali, che a due giorni dal varo hanno lanciato il loro Sos sui servizi ai cittadini senza ottenere (ancora?) niente. Difficile tracciare un bilancio definitivo su questo fronte. In ogni caso le Regioni devono vedersela con impegni presi 18 mesi fa e ancora non mantenuti nella sanità. Inoltre devono affrontare a entrate congelate i rinnovi del contratto del pubblico impiego concordato dal governo centrale. Le Province, dal canto loro, non possono proprio fare i bilanci se le cose restano così come sono. Quanto ai Comuni, qualche alleggerimento c'è stato con l'allentamento sul vincolo di spesa per beni e servizi. Ma sono in pochi a fare salti di gioia. Un esempio arriva da Siena, dove il Comune ha calcolato un "costo" di 100 euro a famiglia causa Finanziaria.

L'amministrazione sta facendo tutti gli sforzi per mantenere inalterati i
servizi che eroga (con soluzioni interne, come uno swap collegato all'emissione di Boc), ma alcune complicazioni restano. Per esempio non si potrà abbassare l'Ici dal 4,3 al 4 per mille, oppure si andrà in sofferenza sui trasporti visto che non sono previsti contributi a ristoro dell'Iva non detraibile. Ma Siena è ancora un'isola felice. A Roma si stanno compiendo tutti gli sforzi per mantenere il servizio degli asili nido. "Questa Finanziaria è un'offesa alle donne ed alle famiglie - commenta Barbara Pollastrini della segreteria ds - Il governo ha scaricato sulle amministrazioni territoriali il compito di ridurre e chiudere servizi sociali come gli asili, i trasporti, l'assistenza ai disabili e agli anziani".


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