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Unità-L'Ulivo vince e no nsa che fare

.06.2002 L'Ulivo vince e non sa che fare di Piero Sansonetti L'Ulivo ha vinto le elezioni comunali e giustamente si è rallegrato per il colpo inferto a Berlusconi e a una destra che sembrava di...

13/06/2002
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l'Unità

.06.2002
L'Ulivo vince e non sa che fare
di Piero Sansonetti

L'Ulivo ha vinto le elezioni comunali e giustamente si è rallegrato per il colpo inferto a Berlusconi e a una destra che sembrava dilagare e divorare l'Italia. E ora? Ha un piano su come far procedere la sua politica nei prossimi quattro anni e su come capitalizzare una vittoria elettorale? Il dubbio è che non ce l'abbia. La notizia di ieri è che è stato costretto a rinviare il vertice programmato per oggi. E che si moltiplicano le dichiarazioni polemiche di alcuni suoi leader rivolte contro altri suoi leader. Non è incoraggiante.
Mettiamoci dalla parte degli elettori, proviamo a entrare nella loro testa. Evidentemente hanno votato alle elezioni comunali per l'Ulivo sulla base di un gran numero di motivi: l'arroganza di questa destra, la sua incapacità di governare l'economia e la società italiana, il rischio di un ingigantirsi pericoloso del potere di Berlusconi, la delusione per le promesse elettorali mancate, la volontà di non consegnare a Forza Italia le proprie città, e altro ancora. Ma anche - supponiamo - per una ragione più politica: hanno pensato che per frenare la destra e dare un colpo di sterzo alla politica italiana occorresse dare più forza alla coalizione di opposizione. E' così? Sembra difficile contestarlo.
Bene, cosa si sono trovati a vedere, gli elettori, all'indomani del voto? Osserviamo la giornata di ieri. Mastella ha detto che non avrebbe partecipato al vertice dell'Ulivo per motivi etici e finanziari (strana accoppiata). Boselli, capo dello Sdi, ha detto che occorre sospendere le polemiche e trovare l'unità della coalizione, e quindi non è proprio il caso di aprire la porta a Di Pietro, che è un cercaguai. Bordon, capogruppo al Senato della Margherita, ha detto che D'Alema è più o meno un mascalzone, che ha fatto fuori Prodi nel '#8216;98 e ora cinicamente getta il nome di Prodi 'tra le gambe degli altri' per suoi fini reconditi. Brutti e Livia Turco, dei Ds, hanno risposto a Bordon che è uno sciagurato e gli hanno intimato di chiedere scusa a D'Alema. Rutelli e Fassino hanno proposto speaker unici dei gruppi parlamentari, e forse un governo ombra; ma la sinistra Ds, i verdi e il Pdci di Diliberto hanno risposto di no, che neanche se ne parla. La Margherita ha chiesto che siano posti dei paletti al dibattito politico, chiarendo cosa vuol dire 'speaker unici' e cosa 'governo ombra'. Infine, tutti insieme, hanno elaborato un comunicato del quale, brevemente, trascriviamo alcune righe, testuali: "Considerato il dibattito che si è aperto pubblicamente sulle modalità per rafforzare l'Ulivo e sviluppare allo stesso tempo la sua capacità di interlocuzione con tutte le forze politiche del centrosinistra si è convenuto sulla opportunità di procedere ad un ulteriore approfondimento istruttorio sull'argomento". Avete capito una parola di questo comunicato? Vi sembra un modo ragionevole di comunicazione politica? Ne ricevete qualche speranza di ripresa di una iniziativa e di una lotta politica adeguata ai rischi che l'Italia di Berlusconi sta correndo?
No. Nessuna delle tre cose. Anzitutto perché gli elettori che alle comunali hanno votato Ulivo, e che hanno consegnato al centrosinistra, con consensi clamorosi, Genova, Verona, Cosenza, La Spezia e un'altra decina di capoluoghi, sono abbastanza disinteressati al numero degli speaker dell'Ulivo (specie se poi essi avranno il compito di tirarsi addosso insulti, come fa Bordon). Vorrebbero invece un programma di lotte politiche. Possiamo sapere se l'Ulivo ha deciso di dare battaglia sull'articolo 18? E sulle pensioni? E cosa intende fare per fermare una riforma fiscale berlusconiana che serve a prendere soldi dai poveri per darli ai ricchi e - soprattutto - serve a sfasciare le finanze dello Stato? Ha in mente qualche idea per estendere alle nuove professioni e ai lavoratori più deboli i diritti garantiti dallo Statuto dei lavoratori? Intende mantenere l'appoggio all'azione militare degli Stati Uniti in Afghanistan o ha cambiato idea? Ha qualche opinione e qualche proposta sul tema della fame nel mondo della quale si parla da qualche giorno in modo drammatico a Roma? Oppure pensa che in fondo questi problemi siano abbastanza secondari, e che è bene rinviare tutto a quando una 'istruttoria' (cioè vari contatti tra i leader dei diversi partiti e correnti che lo compongono) avrà risolto i dubbi sullo speaker, sul governo ombra e tutti gli altri problemi di organigrammi?
Nelle settimane e nei giorni scorsi avevamo avuto l'impressione che il centro-sinistra fosse uscito dalla sua fase infantile di ossessione per le battaglie sui nomi, e le cariche, e le formule, e le parole del politichese. Anche gli elettori avevano avuto questa impressione, e l'hanno dichiarata a voce alta. Ci eravamo sbagliati tutti? Per favore, smentiteci, smentiteci subito. Diteci che non avevamo sbagliato.


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