Unità-I nipotini di Don Milani in marcia per la scuola

di Edoardo Semmola / Barbiana

LETTERA AD UN MINISTRO Cinquant'anni dopo il testo potrebbe essere lo stesso. Cambia solo il destinatario: Letizia Moratti. "Insegno ai ragazzi ad essere
cittadini sovrani", scriveva Don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, maestro di scuola, di vita, e faro di un pensiero educativo rivoluzionario che nel dopoguerra si è levato dalla montagna fiorentina attraverso i suoi celebri scritti, da Lettera ad una professoressa a L'obbedienza non è più una virtù. Quella di Don Milani era una scuola per tutti, di tutti, ma soprattutto una scuola per abbattere le diseguaglianze sociali.
Una strada in salita, dunque, ancora oggi. Come la scuola è un diritto in salita, all'alba della riforma Moratti. Come lunga è la salita che da quattro anni la gente di Vicchio e degli altri comuni del Mugello ripercorre per tornare alla sorgente, alla piccola chiesa di Barbiana. Ieri mattina erano in 400, dietro ai sindaci e ai gonfaloni di tutti i paesi del Mugello e della Piana fiorentina, per partecipare alla marcia rituale, per ricordare il priore di Barbiana, ma anche per dare un segnale rivolto al presente. "Un ricordo, ma non solo, c'è molto di più". Nelle parole di Elettra Lorini, neoletto sindaco di Vicchio - il comune di cui Barbiana fa parte, fra le montagne dell'Appennino tosco-emiliano - c'è tutto il senso di una ricorrenza estremamente sentita. "Da sempre sono impegnata sui temi dell'istruzione, sono stata sindacalista della scuola - continua - e so quindi che scuola significa sviluppo del futuro. Ma il futuro è il risultato di un passato, un passato che qui e oggi ricordiamo con la figura di Don Milani, perché da quassù 50 anni fa è partito un messaggio che ancora oggi riveste una grande importanza".
La salita è dura, sotto il sole tagliente, e ognuno va con il suo passo. "Come nella vita, ognuno col suo passo, nel rispetto di tutte le diversità, e contro la prevaricazione del più forte", commenta un altro primo cittadino, Giovanni Bettarini di Borgo San Lorenzo, il centro più grande del Mugello. "La formazione in Italia purtroppo è sempre più negletta - aggiunge - Oggi abbiamo l'esempio del nostro concittadino Luigi Falorni, regista candidato premio Oscar: il suo Cammello che piange è la tesi di laurea alla scuola di cinema di Monaco in Germania.. in Italia una cosa del genere non accadrebbe mai". Da Firenze sono giunti anche gli assessori all'istruzione del Comune della Regione, Daniela Lastri e Gianfranco Simoncini. E poi insegnanti, studenti, bambini: i protagonisti della scuola c'erano tutti, e tanti. Ma non solo: "Sono qui per onorare Don Milani - racconta una signora - è un piacevole ricordo di gioventù, di quando in Italia c'erano più ideali". "Conosciamo Don Milani anche al mio paese - interviene una donna venuta da Vancouver, Canada, per passare l'estate dal cugino napoletano ma trapiantato a Vicchio - Era un prete che tanto ha fatto per l'educazione qui in Italia. Sono convinta che valga la pena protestare per una buona educazione, è un diritto troppo importante. Anche da noi ci sono molti problemi perché i soldi pubblici non bastano mai: ma tutte le forze politiche sono d'accordo sulla necessità di tutelare salute e istruzione, i capisaldi della società, senza i quali non c'è società. Mentre in Italia non tutti i partiti la pensano così, c'è chi la scuola la vorrebbe fare a pezzi. È giusto quindi che voi italiani protestiate contro Letizia Moratti".
Alla fine, dunque, mancava solo lei: il ministro Moratti. Se invece ci fosse stata... "Avrebbe sudato - chiosa il sindaco Lorini - avrebbe sudato molto". Le proteste scaldano gli animi.