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Unità/Firenze: Scuola senza docenti, cresce la protesta

I sindacati denunciano disagi negli istituti toscani. In difficoltà anche il personale tecnico ausiliario

27/04/2007
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l'Unità

di Mariadora Varano/ Firenze

TAGLI FINO a qualche mese fa era solo un’ipotesi. Ma ora che i dati sulle iscrizioni sono definitivi, le nere previsioni dei sindacati sulle carenze del personale scolastico si sono rivelate fondate. I dati diffusi dalla Direzione scolastica regionale parlano, per il 2007-2008, di ben 7856 alunni in più rispetto all’anno precedente. Invece, i docenti saranno 244 in meno. Una situazione di evidente disagio che potrebbe per molti versi mettere a rischio l’effettività e la qualità del sistema scolastico toscano.
Le richieste al Ministero, avanzate dalla Direzione scolastica regionale su pressione delle organizzazioni sindacali, sono state chiare. Almeno 500 docenti in più, per far fronte alle impellenti necessità della prossima stagione scolastica, specialmente nelle scuole d’infanzia e nella scuola primaria.
«E poi - incalzano i sindacati - è urgente risolvere il problema dei tagli finanziari, che hanno atterrito le risorse disponibili creando innumerevoli difficoltà. Prima fra tutte quella delle supplenze».
A quanto pare, infatti, gran parte degli istituti scolastici non avrebbe fondi a sufficienza per pagare i supplenti. In caso di assenza di un insegnante, i bambini vengono divisi tra più classi. In tal modo, aule già stracolme continuano a lievitare, arrivando in alcuni casi a contenere fino a 28 alunni.
«È una grave lesione del diritto allo studio - tuona Gianna Fracassi, segretaria regionale della Cgil scuola toscana - È già difficile per un docente seguire tutti gli alunni della propria classe, figuriamoci se a questi se ne aggiungono altri cinque o sei».
Ma il problema non è solo quantitativo. «Delle nuove iscrizioni - prosegue Fracassi - molte richiedono una energia e una attenzione sempre maggiore. E questo per garantire l’integrazione dei figli degli immigrati che cominciano la scuola qui da noi».
I disagi prodotti dai tagli al personale,denunciano i sindacati, coinvolgeranno anche l’organizzazione del tempo scolastico. Molti istituti, per ottimizzare la gestione degli alunni a fronte di un numero minore di insegnanti, saranno costretti a eliminare le ore pomeridiane. Le famiglie che avevano fatto affidamento sul tempo pieno al momento dell’iscrizione dovranno trovare soluzioni alternative.
Per non parlare delle liste d’attesa che si formeranno per accedere alle scuole d’infanzia e dell’impossibilità di dare il via a tutti gli indirizzi richiesti per le scuole superiori.
È insomma un coro unanime quello che si leva da Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anp, che insieme nelle prossime settimane porteranno in piazza le ragioni del proprio dissenso. Entro la prima decade di maggio, hanno infatti annunciato, sarà organizzato un presidio di fronte alla Direzione regionale.
L’obiettivo, da una parte, è quello di ricevere risposte dal Ministero sulle richieste di aumento del personale. Dall’altra, si punta a fare pressione per ottenere i finanziamenti auspicati.
Intanto, ad agitare le acque già poco calme, la notizia di ulteriori tagli al personale Ata (ausiliari tecnici e amministrativi), cioè bidelli, segretari e quant’altro.
A Firenze sono oltre 30 gli istituti in grave difficoltà, soprattutto in quartieri affollati come Novoli o l’Isolotto. Ma non mancano disagi nella Piana, nella zona di Montelupo ed Empoli


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