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Unità-E da Milano un'invocazione a Cofferati: "Non ci lasciare nelle mani di Berlusconi"

E da Milano un'invocazione a Cofferati: "Non ci lasciare nelle mani di Berlusconi" di Giovanni Laccabò Quando la testa del corteo si muove da Porta Venezia spunta come dal nulla Sergio Cofferati...

19/10/2002
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l'Unità

E da Milano un'invocazione a Cofferati: "Non ci lasciare nelle mani di Berlusconi"
di Giovanni Laccabò

Quando la testa del corteo si muove da Porta Venezia spunta come dal nulla Sergio Cofferati e punta dritto verso Paolo Nerozzi e Antonio Panzeri e abbraccia entrambi con calore. Poi è tutto un stringere di mani, la folla concitata intorno grida 'Sergio Sergio' ma lui è già svanito, ripercorre a ritroso il serpentone coloratissimo e combattivo, si ferma a dare solidarietà ai lavoratori dell'Alfa Romeo, ascolta un attimo i loro cori ("Da Arese/ a Termini Imerese/ il posto di lavoro/ non si tocca") e poi chi lo vede più?

Si può solo scorgere l'onda di teste e bandiere che si sposta di lato al suo passaggio, mentre lui fende la folla seguito dalla scorta, un puntino che si muove sempre più lontano fino a raggiungere la coda, dove lo aspettano i suoi della Pirelli che gli han fatto onore fermandosi al 70 per cento contro il 40 del 16 aprile. Al suo primo sciopero da semplice lavoratore - stavolta la giornata gliela trattiene Tronchetti Provera - l'ex leader Cgil è però costretto ad una sosta imprevista, quanto a durata, oltre un'ora bloccato senza poter fare un passo a causa della straordinaria partecipazione, 250 mila persone che potrebbero riempire due volte piazza Duomo: "Adesione superiore alle attese", dirà la Cgil quasi scusandosi di non avere sdoppiato il corteo. Una folla composta e serena, sulla faccia la consapevolezza della importanza di esserci, perché la sfida è grande e vincerla è vitale per il Paese. Ci sono tutte le categorie del privato e del pubblico. Insegnanti con le bandiere dalla Cgil scuola e gli striscioni di istituti e università. Medici e paramedici di tutti gli ospedali. I comunali sono un esercito. Pensionati a schiere e anche con la banda. Poliziotti (anche il mitico Giuseppe Di Pietro, uno dei leader della riforma dell'82), tutto il pubblico impiego, una folla di studenti, l'esercito del commercio e del turismo, i servizi coi bancari di nuovo sotto tiro delle ristrutturazioni e, con le maschere bianche, i coraggiosi ragazzi della new economy e dei call center che venendo al corteo rischiano il posto già precario.

Sergio bloccato nella retroguardia non potrà ammirare questo popolo splendido e pulito che vorrebbe osannarlo: un'ora all'impiedi, ma senza un attimo di riposo perché l'assalto sarà senza sosta nonostante il servizio d'ordine. Incessante il coro di sostegno, applaudono e gridano "Sergio, Sergio hip hip hurrà!". "Salva l'Italia, Sergio salva l'Italia!". "Non ci abbandonare!". Lui snobba i giornalisti ma affronta il caloroso assedio. tutti che lo vogliono salutare di persona, tutti gli chiedono l'autografo e lui non si sottrae e firma valangate di bandiere, tessere Ds e del sindacato, volantini, pezzi di carta qualsiasi, anche un libro, l'"Apologia di Socrate" di Platone. Se gli chiedono chi berrà la cicuta, la risposta resta in sospeso.

Accoglienza trionfale. Un pattuglione di pensionati dello Spi gli stringe la mano si congeda raccomandandogli: "Non ci lasciare nelle mani di Berlusconi". Altri gli cantano, come allo stadio: "Torna con noi, Sergio torna con noi". Per l'occasione si sono fatti rivedere anche i vecchi compagni della Pirelli, la truppa degli ex come il Vito Bitetti o Paolo Barboiani, o il Bruno Riva e tanti altri. L'assedio dei fotografi è incessante, in via Senato arriva Antonio Di Pietro che lo 'sequestra' e lo trattiene a lungo a colloquio.

Intanto i comizi sono già iniziati e quando Cofferati metterà piede in piazza Fontana, saranno anche conclusi. La coda non ha fatto in tempo, eppure sono trascorse due ore. Quando lui arriva al Duomo la grande piazza si è già svuotata. Ha tempo solo per un commento: "Nessuno ora, dopo quanto avvenuto oggi, potrà più nascondere la straordinaria riuscita della nostra iniziativa". Poi via, verso la Camera del Lavoro.

Durante i comizi di Maria Sciancati della Fiom, Antonio Panzeri e Paolo Nerozzi ("Oggi si dimostra che non siamo affatto isolati: è stata una partecipazione straordinaria, ancor più sentita di quella del 16 aprile"), il corteo degli studenti medi e del sindacalismo di base ha lambito la piazza gremita all'inverosimile per raggiungere piazza San Babila, occupata dal cantastorie Trincale e dalle sue grintose ballate create per l'occasione: "Lotteremo uniti ad oltranza/ che non si toccano i nostri diritti/ e se Tremonti ha bisogn di finanze/ le vorrà prender dai vostri profitti".


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