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Unità-Così lo spoil system decapita lo Stato

07.10.2002 Così lo spoil system decapita lo Stato di Enrico Fierro Io vinco e prendo tutto. Comunque e dovunque. Come in guerra, dove il vincitore ha il diritto di fare man bassa delle "spoglie...

07/10/2002
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l'Unità

07.10.2002
Così lo spoil system decapita lo Stato
di Enrico Fierro

Io vinco e prendo tutto. Comunque e dovunque. Come in guerra, dove il vincitore ha il diritto di fare man bassa delle "spoglie". E' lo spoil system all'italiana voluto dal ministro della Funzione pubblica Franco Frattini, mille dirigenti "di prima fascia" che rischiano ufficio, segretaria e poltrona. Alla mezzanotte di ieri sono scaduti i sessanta giorni previsti dalla legge per la riconferma degli alti burocrati. Il sismografo dei ministeri è letteralmente impazzito. Epurazioni, nomine clientelari, richiesta di giuramento di fedeltà obbligatoria per conservarsi il posto: è successo di tutto e di più. Si è avverata la previsione di "Le Monde": "Berlusconi e i suoi alleati vogliono realizzare il loro programma senza compromessi e negoziati e mettere i loro fedeli ai posti di responsabilità, praticando uno spoil system di dimensioni sconosciute in un paese celebre per la sua arte di equilibri sottili". Messo in soffitta Machiavelli, il governo sta operando come un carrarmato. Durissimo Paolo Nerozzi, segretario confederale della Cgil: "Questi stanno smantellando una classe dirigente per sostituirla con un'altra che a stento si salva, compresi i titoli di studio. Ai nuovi dirigenti chiedono una cosa sola: fedeltà". Esagerazioni di un sindacalista barricadero? Niente affatto. Nerozzi fa un esempio concreto: "È stato chiesto ad un dirigente del ministero dell'Istruzione la fedeltà alla linea politica in cambio del posto. E c'è anche chi accetta perché si deve pur vivere". Nomi? "Li faremo a tempo debito", è la promessa. Già, il posto. I dirigenti che incappano nel tritacarne dello spoil system rischiano grosso, allontanati dalla loro poltrona possono, nel migliore dei casi, restare nell'amministrazione di appartenenza, avere un generico incarico di studio, finire nel ruolo unico della Presidenza del Consiglio, peraltro abolito per legge. Incertezza massima quindi. "Un anno passato con un incarico di studio - dicono le associazioni che tutelano i grand commis - rappresenta la triste anticamera del licenziamento". Tutti a casa, quindi. E la colpa ha un nome e pure un cognome. Non quello del ministro Franco Frattini, ma quello di Massimo Romano, una volta - con Visco e Del Turco ministri delle Finanze - capo dell'Agenzia delle entrate. È stato lui uno dei primi "epurati", dal suo caso nacque l'idea dello spoil system alla Frattini.

Vale la pena ricordare la vicenda. Estate del 2001, il ministro Giulio Tremonti dà il benservito a Massimo Romano, ex ufficiale delle fiamme gialle che al ministero chiamavano "il cervellone". Era l'uomo che ci ha spremuto per far entrare l'Italia nell'euro, tecnico eccezionale, tanto da meritare una speciale medaglia da Ciampi. Fatto fuori e sostituito da Raffele Ferrara ex responsabile fiscale delle Ferrovie, non solo per motivi politici, ma soprattutto perché all'epoca Romano guidava la squadra che si occupava del contenzioso tributario contro Mediaset per il recupero di 250 miliardi di vecchie lire decurtati grazie alla Tremonti uno. L'epurazione di Romano suscitò proteste dell'opposizione e articoli di stampa, ma la strada era aperta: si poteva fare meglio e di più. E così il 19 giugno di quest'anno la Camera approva (235 voti a favore, 186 contrari e due soli astenuti) la legge sullo spoil system. Niente paura, non ci saranno epurazioni, "seguiremo criteri di assoluta razionalità", assicurò Learco Saporito, sottosegretario alla Funzione Pubblica. Ma se si sfoglia l'elenco del chi entra e del chi esce, ci si accorge - tanto per parlare di razionalità - che al ministero della Salute va via Claudio De Giuli, Direttore della programmazione sanitaria, e lo sostituisce Emanuele De Santis Lucentini, assistente del sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas, di Forza Italia. "Un dirigente sostituito da un quarto livello", accusano i sindacati.
Ma, il sottosegretario Saporito insiste: "Avete visto, lo spoil system non provocherà terremoti". I dirigenti di prima fascia cui è stato revocato l'incarico non superano il 15 per cento, giura il ministro Frattini. La realtà, ovviamente, è ben diversa.

Gli interventi di sostituzione degli alti burocrati sono pesanti. Al ministero dell'Istruzione, ad esempio, sono stati rimossi la maggioranza dei direttori regionali, quelli che avevano governato i primi passi della riforma del governo precedente, a quello dei Beni culturali le rimozioni sono 5, il 41 per cento, e si aggiungono a quelle precedenti. Risultato? Il ministero è decapitato. Al ministero dell'Economia la casella rimozioni è vuota, cosa che non deve trarre in inganno, perché nel dicastero di Tremonti gli incarichi sono stati confermati, ma con contratto di un anno invece dei tre previsti dalla legge. Dirigenti riconfermati, ma sotto strettissima sorveglianza. Otto alti burocrati revocati al ministero delle Attività produttive (42,1 per cento), anche per i riconfermati, però, non saranno rose e fiori: una volta erano a capo di strutture importanti e strategiche, ora sono relegati al ruolo di consulenti. Ma anche nei ministeri dove si è usata una linea soft, avvertono i sindacati, bisogna vigilare. Perché, spiegano, la linea morbida è stata adottata per evitare i riflettori accesi in questi giorni sull'applicazione della legge, poi tra dodici mesi opereranno con più tranquillità. Il 6 novembre lo spoil system riguarderà i dirigenti di seconda fascia (per i quali si applica il meccanismo del silenzio assenso), a febbraio 2003 toccherà ai dirigenti degli enti previdenziali, delle società controllate o partecipate dallo Stato e delle agenzie. Un altro giro vorticoso di poltrone, altri posti per gli amici.

Carriere saltate, giuramenti di fedeltà alla nuova politica, epurazioni. Franco Frattini respinge le accuse: "Nessuna epurazione ma un'applicazione corretta e misurata della legge che permetterà di valorizzare la dirigenza pubblica e di poter misurare i risultati conseguiti in merito agli obiettivi prefissati, sulla base di incarichi che, al pari del mondo privato, saranno di durata non superiore ai tre anni e conterranno gli obiettivi da conseguire, senza discrezionalità e favoritismi di alcun genere".


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