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Unità-Cosa nasconde il patto Bossi-Berlusconi

Cosa nasconde il patto Bossi-Berlusconi di Furio Colombo "L'indipendenza della Padania è il solo ideale per cui valga la pena di vivere e di morire". Con questa affermazione di Umberto Bossi (det...

04/03/2002
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l'Unità

Cosa nasconde il patto Bossi-Berlusconi
di Furio Colombo

"L'indipendenza della Padania è il solo ideale per cui valga la pena di vivere e di morire". Con questa affermazione di Umberto Bossi (detta quando si è accorto che qualcuno dei suoi, per prudenza, aveva cancellato la vecchia denominazione del partito leghista) è stata data la linea del Congresso della Lega ad Assago.

"Padania libera!", si grida al congresso. Risponde la folla: "Padania libera!" in un grido che tecnicamente sarebbe apologia di reato.

"Europa sovietica, Europa fascista, sinistra nazista!" è l'annuncio di Bossi ai suoi seguaci. Gli applausi esplodono come un tuono.

Dove siamo? Siamo in Italia, il paese che vanta una Costituzione democratica fondata sull'antifascismo, un paese che è membro fondatore dell'Europa, della moneta comune, del trattato di Shengen (che vuole dire libera vita e libera circolazione delle persone).

Dove siamo? Siamo al congresso di un gruppo che ha tentato la secessione anche attraverso la formazione di bande armate, xenofobo, razzista, antisemita (il documento è apparso su "La Padania"). È il congresso di gente che offre in vendita svastiche e testi nazisti e applaude fragorosamente ad ogni dichiarazione violenta, volgare, imbarazzante. È il congresso di leader politici che nessuna destra d'Europa accetta di incontrare.

Ma questa è l'Italia di Berlusconi. In questa Italia la "Lega Nord per l'indipendenza della Padania" è forza di governo.

Umberto Bossi è dunque, allo stesso tempo, il continuatore implacabile della lotta secessionista contro l'Italia e il ministro italiano per le Riforme.

Accanto a lui, nel governo italiano, siede come ministro della Giustizia, un uomo incompetente, modesto e vendicativo che ha giurato fedeltà alla stessa causa di Bossi prima di presentarsi al Quirinale per un secondo giuramento alla Repubblica italiana. Va in giro da ministro con il fazzoletto verde della secessione ovvero dell'attentato all'integrità dello Stato. Con grande dignità i magistrati italiani riuniti a congresso negli scorsi giorni a Salerno lo hanno accolto con un gelido silenzio. È il ministro che, a conclusione di uno show televisivo organizzato soltanto per lui, ha annunciato - da ministro - di volere la grazia per un suo collega leghista, definito bizzarramente "serenissimo" che è in prigione per reati così descritti nella sentenza definitiva: "Colpevoli di essersi impossessati di una motonave dei trasporti pubblici lagunari, di resistenza, interruzione di pubblico servizio, detenzione e porto di fucile mitragliatore, il tutto con finalità di eversione".

Non è il gesto improprio di un ministro che vuole proteggere un amico. È un atto di fedeltà al giuramento leghista che nega il giuramento da ministro della Repubblica. Controprova. Al congresso leghista un certo Ghiò ha gridato: "La grazia al serenissimo solo a patto che venga negata a Sofri".

Ma il doppio giuramento consente ben altro. Lo rivela un breve comunicato di venerdì scorso dopo il Consiglio dei Ministri. Travestito da italiano, Castelli ha inserito questo decreto fra le decisioni di governo: d'ora in poi si eliminano le attenuanti sia di trattamento che di pena per i minori (senza distinzioni fra i sedici e i diciotto anni) colpevoli di reati. Quali reati? Attenzione all'elenco: omicidio, associazione mafiosa, violenza sessuale. Comprensibile, dirà qualcuno, anche perché, per fortuna, si tratta di casi rari. Ma sentite l'altro reato, la vera ragione di tutta la manovra: resistenza a pubblico ufficiale in occasione di manifestazioni pubbliche. Dunque persecuzione esplicita e comandata di tutto ciò che può accadere a qualunque ragazzo che partecipi a una dimostrazione, dal G8 di Genova alla occupazione di una scuola. Notate la nuova severità per questo speciale reato di regime: si assimila il reato di resistenza durante una dimostrazione a quelli di omicidio, mafia e stupro in modo da definire gravissima ogni manifestazione di dissenso. La prigione deve durare il più a lungo possibile. Il carcere per adulti comincia a 18 anni, non più a 21.

Castelli è un uomo interessante. Con il suo disprezzo per i giudici, il suo intenso lavoro per rendere sempre più impossibile il funzionamento della giustizia italiana, il suo intervento diretto e inaudito sia in processi penali in corso (il trasferimento del giudice Brambilla per azzerare il processo Sme di Milano contro Berlusconi e Previti), Castelli rivela la sua missione: lavorare per conto della Padania.

Vi prego di non pensare che la Padania sia una Disneyland mentale inventata da Bossi un po' per fanatismo e un po' perché uno senza arte né parte deve pur avere una occupazione, magari basata sulla minaccia e sul ricatto.

Padania è la parola-codice. Identifica un movimento che esiste nelle screditate frange politiche di molti paesi d'Europa, il partito di Jean Marie Le Pen in Francia, il partito di Jörg Haider in Austria, i Repubblikaner tedeschi, i terroristi baschi. Dovunque questi raggruppamenti sono esclusi dal far parte di destre rispettabili (Francia), sono messi fuori legge (Germania), sono combattuti (Spagna). E quando intrecciano rapporti, sia pure indiretti, con maggioranze di governo, la protesta dell'Europa induce a prendere le distanze. È di pochi giorni fa una dichiarazione di Haider che annuncia: "Mi ritiro dalla politica nazionale". Era aumentato il suo tasso di nazismo e diminuito di molto il suo gradimento fra i cittadini austriaci, destra compresa.

È esattamente ciò che è accaduto nella Lega Nord per l'indipendenza della Padania di cui elettoralmente non resta quasi niente. I cittadini, anche quelli di destra, hanno visto giusto e alle urne hanno voltato le spalle. La Lega non ha raggiunto nemmeno il quorum del 4 per cento. Molti italiani hanno sempre notato e non hanno mai dimenticato, nonostante il silenzio di televisioni e giornali, la lunga serie di reati commessi da Lega e leghisti. Il 2 marzo l'Unità ha pubblicato una lista parziale di reati, processi, incriminazioni e condanne anche per reati odiosi, come incendiare i giacigli di extracomunitari rifugiati sotto un ponte, o attentati contro lo Stato attraverso la costituzione di bande armate. Tutti questi reati hanno portato a condanne a carico di capi e di militanti del partito a cui ha giurato fedeltà il ministro della Giustizia.

Ma come mai tanto potere nelle mani di questa screditata banda secessionista? È accaduto quel che resta della Lega, movimento senza speranza alle urne anche a causa della brutta immagine internazionale, è stato traghettato di qua dal fiume della definitiva sconfitta con i mezzi della immensa ricchezza di Berlusconi. Il padrone di Mediaset, deciso a tutto pur di sfuggire alla giustizia, li ha spinti dentro la sua vittoria personale distribuendoli (quasi tutti) in collegi sicuri di Forza Italia.

Alla Lega per la indipendenza della Padania - un movimento il cui nome, per sé, dovrebbe indicare una grave violazione della legge - va dato però un riconoscimento. Non hanno fatto nulla per rimuovere sentimenti e idee para naziste e vetero fasciste, che sono ormai patrimonio della Lega. Non si sono camuffati da persone normali per entrare nel governo.

Bossi e Castelli, anzi, una volta divenuti ministri chiave della Repubblica italiana, hanno alzato la voce, l'hanno resa più stridente, più anti-europea e hanno fatto largo non solo all'incitamento alla violenza, che hanno sempre ospitato, ma hanno lasciato venire alla luce le voci e le pubblicazioni del razzismo, della xenofobia, della caccia al diverso, del seme profondo di tutti i razzismi, l'antisemitismo.

Il giorno 8 febbraio il quotidiano del ministro della Giustizia Castelli, controllato fino alle virgole (meglio, fino agli insulti) dal ministro per le Riforme Umberto Bossi, ha pubblicato a pag. 2 un articolo nazistoide e antisemita di un certo Valerio Pagani. L'autore ricorda come "un profeta" tale frate Eusebio, cappellano militare delle Brigate nere nel 1943 (l'epoca dell'orrore di eccidi e persecuzioni) e ne cita una predica: "Con l'avanzare della guerra (ovvero la vittoria degli alleati, ndr) l'Italia e la Chiesa corrono grande pericolo".

Ma ecco la conclusione del testo padano: "È veramente paradossale che gli ebrei siano riusciti ad ottenere le scuse ufficiali della Chiesa nonostante che non si siano mai pentiti di avere fatto crocefiggere Gesù". Da buon razzista l'autore mente, per raggiungere il suo effetto. Gli ebrei, in Italia o nel mondo, non hanno mai chiesto ad alcuno di offrire scuse. Semmai rifiutano di dimenticare. Ma la domanda è: che cosa ci fa questo ciarpame sulle pagine (una intera mezza pagina) di un quotidiano di governo ispirato da due ministri chiave della Repubblica? Non ci scandalizzeremo, naturalmente, del compiacente sostegno di Berlusconi, che per ragioni di vicende giudiziarie e di ricatti subiti, fa pagare qualunque prezzo al Paese. Il prezzo più alto è la progettata devastazione della Costituzione antifascista, pur di tenere insieme quella legione straniera che è il suo governo.

Ma perché media e giornali fingono ancora di credere che la Lega sia un gruppo folkloristico anche adesso, mentre la responsabilità delle riforme di questo Paese e la giustizia italiana sono cadute sotto il loro controllo?

Pochi giorni fa c'è stato il congresso dei giovani padani. Frasi chiave: "Il giovane padano è la nobile incarnazione della propria terra". "Io voglio e difendo tutto ciò che si basa sulla mia identità. Rifiuto quella degli altri". Dovunque libri di Julius Evola e di Cesare Ferri ("lotta senza tregua all'immigrazione extraeuropea, strumento di irreversibile sfiguramento razziale e culturale"). È tutta roba che non si trova più nelle manifestazioni di fascismo nostalgico. Ci sono, invece, connessioni evidenti con il gruppo fascista di Freda, sciolto per legge nel 2000. Il volto del partito di Bossi e Castelli è un volto di odio razzista, di ossessione identitaria, di impulso repressivo, vicinissimo, anche nelle espressioni verbali, al nazismo spontaneo dei gruppi armati e delle bande che hanno preceduto l'avvento di Hitler.

Basta un'occhiata a libri tedeschi di quel periodo (recensiti volentieri dalla "Padania") per avere una conferma di questa affermazione. Basta ricordare la violenza repressiva della legge sull'immigrazione Bossi-Fini e il nuovo decreto Castelli che consente rastrellamenti di giovani nelle dimostrazioni di strada e di scuola. Capite all'istante l'immenso danno che Berlusconi - attraverso la Lega - sta facendo all'Italia. Capite perche copre e sostiene Bossi, lo stesso Bossi che lo ha accusato per anni, sui giornali e alla televisione di "rapporti mafiosi", giungendo a pubblicare una foto di Berlusconi accanto a ritratti di boss mafiosi. Capite l'intrigo di ricatti che fa da trama al governo di Berlusconi. Capite a che cosa ci si deve opporre.