FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3777357
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-Berlusconi affonda il semestre italiano

Unità-Berlusconi affonda il semestre italiano

Dalla tribuna stampa il binocolo inquadra un puntino che si agita laggiù. Un puntino piccolo piccolo che s'era messo in testa di rappresentare l'Europa. Certo, solo per sei mesi. No, non avrà il suo...

03/07/2003
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Dalla tribuna stampa il binocolo inquadra un puntino che si agita laggiù. Un puntino piccolo piccolo che s'era messo in testa di rappresentare l'Europa. Certo, solo per sei mesi. No, non avrà il suo "semestre". Quel puntino, alle ore 12.30 del 2 luglio 2003, getta nel cestino il discorso sul programma, quasi quasi accettabile.

Deve averlo digerito a fatica, di stampo troppo "ciampista", forse sin troppo europeo. E, allora, afferra il microfono, mette in fuga il vice premier Fini che gli sta seduto accanto, e affonda nella vergogna. Non se ne rende conto? E cosa importa? Prigioniero dei suoi demoni. Incatenato ai suoi interessi. Berlusconi affonda sé stesso e il suo paese, indicando con il dito il capo dei parlamentari socialdemocratici seduto a pochi metri da lui: "La proporrò per il ruolo di kapò. È un ruolo che le si addice". In questo momento il semestre italiano dell'Unione europea finisce prima di cominciare. È una Caporetto. Quel puntino si agita nell'emiciclo e già le cancellerie sono in allarme. Berlino convoca il povero ambasciatore italiano Fagiolo a cui il governo tedesco fa sapere: "È inaccettabile tutto questo". Addio semestre. Fini, rosso in viso, s'appoggia ad una parete. Vorrebbe sparire e si mette a ridosso del palco del presidente Cox. Buttiglione sembra attonito, paralizzato. Frattini tira dal taschino la penna e la rimette a posto. Ritmicamente. L'aula ribolle. L'uomo-puntino ride e scaglia il suo repertorio: "Siete turisti della democrazia". Un boato lo sommerge.

L'uomo-puntino aveva cominciato così: "L'Italia sente con viva tensione morale e intellettuale la responsabilità della presidenza europea". S'è visto. L'intellettuale Berlusconi, fresco di salvacondotto processuale, presenta le sue opere al cospetto dell'Europa. Promette, di primo mattino, di voler fare il "mediatore". Invece usa la mazza. Dipinge un socialdemocratico tedesco come guardiano di un campo di concentramento e, qualche ora dopo, sostiene che in Italia si raccontano volentieri le barzellette sull'Olocausto. L'Europa è basita. Altro che orgogliosa difesa dell'"interesse nazionale". La gloriosa battaglia sulle quote latte per i leghisti di Bossi è robetta. Siamo alla guerra dichiarata contro una delle tre istituzioni dell'Unione: il Parlamento europeo. Il danno all'Italia risulterà, con il passare delle ore, quasi irreparabile. I diplomatici italiani che accompagnano gli esponenti del governo s'aggirano sgomenti. Uno, però, lo si vede contento e felice. Ride e si diverte. Alle 4 del pomeriggio il capo di Forza Italia lascia il cortile del Parlamento. Il corteo d'auto attende. Berlusconi lo saluta calorosamente: "Grazie Cesare...". E Cesare gli si protende, gli sussurra qualcosa all'orecchio e i due si sconquassano per le risate. Un momento alto per la diplomazia italiana.

Ci sarà da ridere? O da piangere? Con quali propositi, da oggi, lavorerà la presidenza di turno. Cosa racconterà, domani, alla Commissione che arriva a Roma per discutere il programma di lavoro per il semestre? Il capo di Forza Italia va a pranzo da Cox. Ma in tanti non si presentano. Testimoni raccontano di una colazione da supplizio. Cox, che aveva, appena prima, in piena assemblea, giudicato "altamente riprovevole" l'offesa di Berlusconi all'onorevole Schulz, non sa come condurre la conversazione. Si dice che Prodi abbia, per tutto il tempo, evitato di impegnarsi in discussioni concrete. Spesso ha guardato in alto. Occhi al cielo. Berlusconi esce per un momento dal parlamento per togliere il velo ad una delle opere d'arte trascinate qui dall'ambasciatore Vattani. Il puntino torna a parlare e ridere. "Stamattina abbiamo cominciato a divertirci...". Infatti, buttato alle ortiche il discorso sul programma, si trova a suo agio. E dire che Fini si era mosso dal suo posto per andare ai banchi di Veltroni e Napolitano, come per rendere atto del senso di responsabilità. Quasi per ringraziare del ruolo istituzionale con cui era stato deciso di trattare l'avvio della presidenza italiana. Era stato apprezzato il "vi giudicheremo dai fatti" pronunciato da Baron Crespo e da Pasqualina Napoletano. Tutto va a rotoli. E adesso Fini e Buttiglione non sanno che pesci prendere. Frattini va in aula a parlare di Cecenia a nome del Consiglio. Ma ha sul groppone la grana dell'ambasciatore convocato a Berlino.

Ma lo strappo con il Parlamento è sanguinoso. Da lunedì prossimo, molti ministri del governo italiano dovranno presentarsi nelle commissioni a Bruxelles per esporre il programma e rispondere alle domande dei deputati. È del tutto scontato prevedere il clima sin da adesso. Quando sarà la volta, per esempio, del Guardasigilli Castelli, lesto a lodare Berlusconi, cosa potrà accadere? Ormai, di tutto. I guasti provocati sono profondissimi. Persino il gruppo del Ppe ne è consapevole. Non fa il processo a Berlusconi ma ci va vicino. L'Europa è una cosa seria.

Il binocolo torna in aula. Fini attraversa l'emiciclo, va diritto al banco di Prodi. I due parlano fitto sotto gli sguardi della vice presidente Loyola de Palacio. Non sa ancora che il puntino, ben presto, rivelerà la sua natura. Il presidente della Commissione non fa una piega. Sembra che attenda che il puntino scompaia. Infatti, quello s'accascia subendo la ramanzina di Cox. Un applauso insistito saluta Prodi prima che faccia la sua replica. È lui l'italiano che l'Europa riconosce come leader. Dice: "La Commissione, state certi, è garanzia di continuità". Poi, compiendo sino in fondo il suo dovere istituzionale, ripete: "Ci attendiamo molto dalla presidenza italiana". Un auspicio che è come un pugno nello stomaco al dirimpettaio che sta ancora seduto quando tutto è ormai finito. Fini lo chiama: "Dai, esci. Sei stato incontinente. La prossima volta ti metteranno il pannolone".


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL