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Unità-Benvenuti alla farsa". Quando gli esami fanno rima con la protesta

2002 "Benvenuti alla farsa". Quando gli esami fanno rima con la protesta di Massimo Solani Sono appena passate le sette del mattino quando gli studenti iniziano ad arrivare al Liceo Ginnasio Imm...

19/06/2002
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l'Unità

2002
"Benvenuti alla farsa". Quando gli esami fanno rima con la protesta
di Massimo Solani

Sono appena passate le sette del mattino quando gli studenti iniziano ad arrivare al Liceo Ginnasio Immanuel Kant. Sembrano sereni, e a cercare sui loro visi i segni della più classica notte prima degli esami si rischia di fare un buco nell'acqua. Scherzano vocabolario sotto braccio e sorpresi osservano i loro professori che almeno per qualche minuto gli stanno rubando la scena. Gli insegnanti, una decina o qualcuno in più, sono riuniti davanti alle scale di questo edificio marrone della periferia romana, quartiere Casilino. Hanno esposto uno striscione bianco del coordinamento docenti della capitale, e distribuiscono volantini agli studenti. A quei fogli bianchi e fotocopiati, i professori hanno affidato la propria rabbia contro il nuovo esame di maturità ed hanno anche preteso dal presidente della Commissione che la loro protesta fosse messa a verbale. "Questo esame è una farsa - c'è scritto a caratteri cubitali sui volantini- È come se non ci fosse stato. I nostri ragazzi meritano molto di più".

Giulietta Stirati in questo istituto insegna italiano e latino e basta osservarla parlare con gli studenti per capire che i suoi ragazzi le vogliono bene e la stimano. "Noi pensiamo che l'esame di maturità debba essere una tappa importante nella vita degli studenti, un rito di passaggio che merita la sua dignità. Crediamo sia importante che loro stessi si accorgano che la maturità, così strutturata, perde ogni senso. A mio avviso si vuole tagliare ogni importanza formativa alla scuola pubblica, mentre tutto ciò che noi chiediamo è che si facciano degli esami seri. Del resto questo è soltanto un aspetto di una riforma sbagliata fin dalle fondamenta: non si può riqualificare la scuola dequalificando gli insegnanti, magari anche economicamente. Ma tanto a loro non interessa la qualità dell'istruzione, vogliono soltanto che nelle scuole si formino consumatori di cibo e pubblicità". "E bravi elettori di Forza Italia" sussurra qualcuno più indietro.

Hanno tutti voglia di parlare e basta girare gli occhi per trovare qualcuno pronto a dire la sua. "Non è detto che l'esame di maturità, pensato come è ora, favorisca gli studenti - commenta Flaminia Martinelli, insegnante di storia e filosofia - I professori sono esseri umani e in commissione possono portarsi simpatie ed antipatie maturate nell'anno scolastico, mentre una commissione esterna avrebbe potuto garantire una maggiore regolarità. E poi commissioni di soli interni nelle scuole private possono rappresentare l'ennesima intimidazione ai docenti. Quello di cui abbiamo paura è che chi paga vada tranquillo senza impedimenti, mentre invece i professori possono essere facilmente ricattabili: per esempio minacciando un mancato rinnovo del contratto se non ci si allinea alle direttive".

"In questo modo - fa eco Riccardo Palmisciano docente di italiano e latino - anche noi insegnanti veniamo privati del confronto con i colleghi che esaminano i nostri alunni. E poi così vengono scandalosamente favorite le scuole private che potranno rilasciare i diplomi senza più alcun controllo".

Passano alcune ore e la pratica prima prova e già completata. Alle 12:30 è Cristian il primo a scendere le scale del Kant. "Le tracce non sono male, pensavo peggio" commenta. Nemmeno lui è d'accordo con la ministro Moratti che ritiene questo esame più favorevole agli studenti, ma in fin dei conti, lui ci tiene a precisarlo, è proprio la riforma intera che non gli va giù. Dopo di lui arriva anche Valerio. "L'esame era come me lo aspettavo - spiega rilassato - sono felice di farlo con i miei professori, hanno fatto bene a modificarlo"."Non eravamo nervose - confidano Ilaria Alessia - certo che con insegnanti sconosciuti sarebbe diverso. Gli esterni però, avrebbero sicuramente giudicato in maniera più equa: noi saremmo stati chiamati ad un maggiore confronto e ne avremmo avuto una soddisfazione maggiore".
Passa qualche attimo e dalle scale scende un uomo minuto. È il preside, il professor Guglielmo Neri. Lui ospitale e tranquillo si presenta e fin dall'inizio si definisce un "sostenitore dell'esame di stato". "Per com'è ridotto ora è una burla, un doppione degli scrutini finali - spiega - È un vantaggio evidente per le scuole private che non avranno in pratica più controllo esterno. Stiamo entrando nel mercato, del resto, ed il privato ne sarà sempre avvantaggiato".


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