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UIL-Battaglia d'autunno sui salari pronti a scioperare con la Cgil

INTERVISTA Il leader della Uil, Angeletti: i nuovi contratti devono tenere conto di un'inflazione sopra il 2% "Battaglia d'autunno sui salari pronti a scioperare con la Cgil" le condizioni Cof...

13/08/2002
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INTERVISTA
Il leader della Uil, Angeletti: i nuovi contratti devono tenere conto di un'inflazione sopra il 2%
"Battaglia d'autunno sui salari pronti a scioperare con la Cgil"

le condizioni Cofferati deve riconoscere che
il Patto per l'Italia è un accordo positivo. Il governo non ci rimetta le mani
RICCARDO DE GENNARO

ROMA - I prezzi aumentano, gli stipendi sono fermi, la battaglia che il sindacato prepara per il prossimo settembre ha un nome: stop alla moderazione salariale. "La nostra politica salariale non può più essere difensiva come negli anni Novanta", dichiara il leader della Uil, Luigi Angeletti, il quale si dice pronto a scioperare anche con la Cgil.
Angeletti, il flop dell'autotassazione e la gelata dell'economia rischiano di mettere in discussione uno dei cardini del Patto per l'Italia, quello dei tagli alle tasse. Preoccupato?
"No, sono realisticamente tranquillo. Per ora sto alle dichiarazioni del governo: il ministro dell'Economia ha assicurato che terrà fede ai programmi".
I dati sulla crescita del Pil e l'andamento della produzione, però, sono tutt'altro che confortanti. Se le previsioni di rallentamento dell'economia si dimostrassero fondate il governo potrebbe essere costretto a rivedere molte delle sue promesse, non crede?
"Il governo ha una sola strada per continuare a credere nella crescita: adottare una politica di sostegno alla domanda interna. Il che si fa in due modi: attraverso un aumento dei salari e una riduzione delle tasse per quei redditi che vanno tutti a consumi. Solo sostenendo il potere d'acquisto dei lavoratori si può dare l'avvio a una spirale virtuosa che porti alla crescita dell'economia".
Sta dicendo che il sindacato si appresta ad abbandonare la via della moderazione salariale che ha seguito per tutti gli anni Novanta?
"In una fase come questa la politica salariale non può più essere difensiva. Negli anni Novanta c'erano degli obiettivi da raggiungere, come il controllo dell'inflazione, l'ingresso nell'Europa di Maastricht. Ora lo scenario è cambiato".
Questa volta non c'è il rischio che l'inflazione riparta?
"No, assolutamente. Qui c'è semmai un problema di crescita. Soltanto il presidente della Bce è convinto che ci sia un problema di inflazione. Semmai è un'altra l'accusa che ci faranno".
Quale?
"Diranno che non rispettiamo l'accordo del '93 sulla politica dei redditi. Ma io gli rispondo fin d'ora: ci staremo dentro, chiederemo aumenti in linea con l'inflazione reale".
Il governo ha definito un'inflazione programmata 2003 dell'1,4 per cento. Voi a che cosa pensate per i prossimi rinnovi contrattuali?
"Io direi che per la componente costituita dall'inflazione 2003 una stima deve essere pari perlomeno a un aumento del 2 per cento".
Gli industriali non saranno d'accordo. Non è difficile prevedere uno scontro sociale piuttosto duro...
"Mi aspetto pianti e accuse dagli industriali, ma credo che alla fine la maggior parte delle imprese riconoscerà che dare più soldi al fattore lavoro è un fatto giusto e positivo anche per loro".
La Cgil ha già uno sciopero generale pendente. Voi sareste disponibili, sulla questione salariale, a tornare a scioperare con Cofferati?
"Io non avrei problemi. Certo sarebbe bene che Cofferati riconoscesse la bontà dell'accordo che abbiamo siglato il 5 luglio. In fin dei conti abbiamo costretto il governo a mettere sul piatto tutti i soldi che aveva a disposizione. Governo e Confindustria, poi, volevano un patto che ci costringesse a una politica salariale anni Novanta. Noi non ci siamo stati".
Il Patto si fonda, però, su stime di crescita un po' azzardate: se non si verificano rischia di crollare tutto l'impianto...
"No, il nostro non è un accordo generico con il governo sulla politica economica e finanziaria o sul Dpef. Ma su tre cose concrete: la riduzione delle tasse, la crescita del Mezzogiorno e i nuovi ammortizzatori sociali".
Angeletti, davvero non vede il rischio che quel patto salti?
"Noi l'abbiamo firmato in buona fede. Certo è che se il governo se lo rimangiasse sarebbe un fatto gravissimo sia


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