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Tirreno-Scuola, sperimentazione al palo

Scuola, sperimentazione al palo Elementari, solo no all'anticipo a cinque anni e mezzo LIVORNO. Nemmeno una delle scuole elementari della provincia ha adottato la "sperimentazione" targata minis...

28/09/2002
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Il Tirreno

Scuola, sperimentazione al palo
Elementari, solo no all'anticipo a cinque anni e mezzo

LIVORNO. Nemmeno una delle scuole elementari della provincia ha adottato la "sperimentazione" targata ministro della Pubblica Istruzione, Letizia Moratti, che appunto suggeriva di anticipare l'inizio del ciclo scolastico all'età di cinque anni e mezzo. "Insomma - è la valutazione dell'assessore provinciale alla pubblica istruzione Carla Roncaglia - l'idea del ministro non ha certo incontrato i favori della gente. Così come non sta incontrando i favori del mondo della scuola in generale, la sua proposta di riforma che, passasse in Parlamento così com'è stata presentata, farebbe più danni della grandine. Fra l'altro - è la successiva sottolineatura dell'assessore - sul territorio livornese da tempo si fanno i conti con i danni già provocati ai professionali, i quali - per la mancata definizione del loro futuro - hanno avuto una rovinosa diminuzione degli iscritti: nove classi in meno all'Orlando di Livorno, due in meno al Volta di Piombino.
"Comunque - non ha mancato di sottolineare Carla Roncaglia - all'interno della stessa maggioranza non mancano dubbi sulla "bontà" della riforma-Moratti. Ciò è dimostrato anche dal fatto che malgrado una maggioranza parlamentare indiscutibile, la riforma non cammina".
Di scuola si è parlato anche al Castello Pasquini di Castiglioncello, dove si è riunito l'Esecutivo dell'Unione Regionale delle Province Toscane (Urpt), che ha fatto propria la relazione della stessa Roncaglia.
"Il processo aperto della riforma Moratti - è stato in sostanza asserito - rischia di mettere seriamente in dubbio i passi fino ad oggi compiuti nell'attuazione dell'autonomia scolastica e nella realizzazione del decentramento amministrativo".
L'associazione delle autonomie ha insomma denunciato "una situazione di generale incertezza nella quale i governi locali si trovano ad operare in materia di istruzione derivante da una legge che appare indefinita e incompleta". In particolare, l'assessore Roncaglia, riunione, ha posto l'attenzione sulla riforma dei cicli e sull'avvio della cosiddetta sperimentazione del progetto di riforma del Ministro Moratti: "Si parla di attività integrative quali la lingua straniera e l'informatica nella scuola primaria, che sono in realtà già presenti da tempo nella scuola dell'obbligo (peraltro in Toscana realizzate spesso sulla base di finanziamenti messi a disposizione dalla stessa Regione). Per quanto riguarda poi l'anticipazione dei bambini nella scuola materna - ha rilevato - ad oggi non si registrano indicazioni precise né sul piano didattico né su quello organizzativo". "Rimangono in sospeso una serie di questioni fondamentali: i tempi assolutamente ristretti mettono in dubbio il necessario coinvolgimento dei docenti e delle famiglie e le procedure di adesione al progetto di sperimentazione richiederebbero il placet degli organi collegiali della scuola, la ricerca delle risorse finanziarie e la disponibilità dell'ente locale, cose che non possono altro che concludersi ad anno scolastico già iniziato".
Sulle risorse economiche e di organico, l'Urpt denuncia "che nei 200 istituti selezionati per la sperimentazione non sussistono le condizioni reali di attuabilità". Infine "non sono chiariti i rapporti con gli enti locali ed in particolare, con i Comuni: non sono chiarite le disponibilità degli spazi per l'anticipazione dell'ingresso alla scuola materna oltre che le risorse finanziarie per le strutture ed i servizi".
Ed ancora: "Da parte del governo, in generale non sono state destinate le risorse per interventi relativi alla Pubblica Istruzione: nell'anno 2002 non sono stati finanziati gli interventi previsti dalla legge in materia di ediliza scolastica e questo significa che Comuni e Province non potranno beneficiare di una parte significativa di fondi per migliorare e adeguare gli edifici alle normative in materia di sicurezza e di agibilità. Sul fronte poi del decentramento e delle nuove competenze affidte agli Enti Locali - è aggiunto - la riforma Moratti non offre garanzie sufficienti a far si che il governo locale possa realmente essere esercitato: limiti, in tal senso, provengono dai tagli agli organici dei docenti e del personale Ata, le mancate risorse per far fronte alle nuove funzioni e la mancata certezza nel rapporto tra le competenze esercitate dal Ministero attraverso gli uffici regionali e gli enti territoriali".
Ma le denunce non fiscono qui: "Manca l'integrazione dei sistemi dell'istruzione e della formazione profesionale (annullato il principio dei crediti formativi), le scelte del governo in materia di personale e di organici - affermano le Province - vanno a discapito delle aree territoriali più disagiate mettendo in serio pericolo il sistema dell'obbligo scolastico e formativo".