Tempo pieno a scuola, i 5 Stelle ci riprovano: con la metà dei docenti
Ripresentato l’emendamento per introdurre il tempio pieno nella primaria in tutte le regioni. Ma con la metà dei docenti: 1000 anziché 2000. Secondo le stime della Cisl, ne servirebbero 43 mila per andare a regime
Valentina Santarpia
Dopo la bocciatura e il successivo accantonamento dell’emendamento alla legge di Bilancio sul tempo pieno, i 5 Stelle ci riprovano: è stato ripresentato un emendamento che punta alla generalizzazione del tempo pieno nella scuola primaria. La speranza del governo è che stavolta la modifica venga accettata, perché le spese di realizzazione vengono ridotte: da 2000 docenti assunti, richiesti nella prima versione dell’emendamento, il 52 bis stavolta si accontenta di 1000 insegnanti in più.
I numeri
Peccato che già la Cisl e Tuttoscuola avessero stimato che per realizzare il tempo pieno ovunque ci vorrebbero 43 mila insegnanti e addirittura ventuno anni oltre che uno stanziamento di risorse ad hoc per i servizi essenziali, come i collaboratori che dovranno mantenere le scuole aperte, le pulizie da garantire, e così via. Impossibile che con le scarne risorse messe a disposizione da quest’emendamento si possa garantire il tempo pieno nelle 86.658 classi in cui manca, ovvero il 66,4% delle classi di primaria nel nostro Paese. Ma è anche vero che l’eventuale approvazione- l’emendamento non è stato ancora approvato- servirebbe ai 5 Stelle per dimostrare di aver mantenuto il punto. «Un grande successo che non so se ve lo racconteranno, non so se girerà per l’importanza che ha...», aveva detto Di Maio annunciando l’estensione del tempo pieno. Che poi riguardi una manciata di classi, poco importa.
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