FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3930493
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Studenti e lavoratori in piazza in Francia contro il Jobs Act di Hollande

Studenti e lavoratori in piazza in Francia contro il Jobs Act di Hollande

10/03/2016
Decrease text size Increase text size

da Huffingtonpost.it

di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL

"Ne vale la pena", con questo slogan centinaia di migliaia di studenti e lavoratori francesi sono scesi in piazza il 9 marzo contro la riforma del lavoro targata Hollande, Valls ed El Khomri, la ministra socialista del lavoro.

La straordinaria giornata di mobilitazione è stata organizzata dal principale organismo rappresentativo degli studenti, l'Unef (Unione degli studenti francesi) e dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, a partire dalla CGT, la Confederazione Generale del lavoro. Movimento studentesco e movimento dei lavoratori hanno chiesto, senza mezzi termini, il ritiro di quella che considerano la peggiore legge di riforma del mercato del lavoro dal 1874.

Nonostante la pioggia battente e il freddo, in molte città francesi hanno sfilato migliaia di giovani e anziani pensionati, liceali e operai, universitari e professori, a testimonianza di una comune e collettiva preoccupazione sui danni che potrebbe portare la nuova legge: maggiore precarietà per i giovani, facilità di licenziamento per chi un lavoro ce l'ha, riduzione dei diritti, aumento delle ore di lavoro, sottopagate, maggiore ricorso al lavoro notturno e minorile. E a partire dal successo delle manifestazioni del 9 marzo, l'Unef ha già indetto una nuova giornata di mobilitazione generale per giovedì 17 marzo, in tutte le università francesi, per chiedere il ritiro del disegno di legge di riforma del diritto del lavoro. Il leader dell'Unef, William Martinet, ha affermato che quella del 9 marzo "è stata una splendida giornata di mobilitazione, tenendo conto che abbiamo avuto solo due giorni per prepararla".

La risposta del governo e di Hollande alle rivendicazioni di studenti e lavoratori? All'inizio, il silenzio, più totale, e in qualche caso, i lacrimogeni sparati sulla folla dei manifestanti dalla polizia. A Lione, dove più di diecimila studenti si sono radunati a place Betancourt, è intervenuto un drappello di forze speciali della polizia che ha cercato di disperdere il corteo usando proiettili di plastica e gas lacrimogeni. Secondo le testimonianze degli studenti via Twitter, non vi sarebbero stati feriti, ma la rabbia collettiva è stata enorme. Al punto che in centinaia hanno tweettato: "Les flics gazent les manifestants à Lyon, c'est ça le dialogue social avec Valls. #Fumiers #OnVautMieuxQueCa", i poliziotti gasano i manifestanti a Lione, è questo il dialogo sociale con Valls, e poi lo slogan che è diventato il marchio delle mobilitazioni, "Ne vale la pena".

In questo tweet c'è tutta la rabbia degli studenti e dei giovani francesi contro il governo socialista, accusato di fare le riforme senza alcun tipo di confronto e di dialogo sociale. Nella serata di mercoledì, sull'onda del successo delle manifestazioni, la ministra francese dell'Istruzione nazionale, Najat Vallaud-Belkacem, ha comunicato che intende ricevere a Palazzo Matignon, sede del governo, le organizzazioni dei giovani studenti, perché vuole "capire le inquietudini e le aspirazioni della gioventù". Il presidente dell'Unef, William Martinet, ha poi confermato con un tweet che l'incontro con la ministra è stato fissato per venerdì 11 marzo. A lei, gli studenti chiederanno ancora una volta di ritirare il disegno di legge di riforma del lavoro.

In realtà, questa dinamica dei rapporti tra governo e organizzazioni sociali in Francia accompagna molti governi occidentali, dove spesso si fa confusione tra democrazia decisionale e "democrazia del leader". Insomma, accade in Francia con Valls quel che accade in Italia con Renzi: prima si fanno le riforme, secondo lo schema elaborato dal governo, o dal leader, poi le si porta all'attenzione del Parlamento, e solo dopo l'approvazione, forse, si torna al dialogo sociale.

In Italia e in Francia è accaduto qualcosa di analogo quando sono state varate le rispettive riforme della scuola pubblica, la 107 del 2015 in Italia e la riforma Belkacem in Francia. In entrambi i casi, la legge è stata di iniziativa del governo, non è stato concesso al Parlamento di modificarle in profondità, non vi è stata alcuna volontà di condividerle attraverso il dialogo sociale. Così, in Italia, la pessima legge Giannini sta mettendo in ginocchio la scuola pubblica, e in Francia la pessima legge Belkacem ha ridotto notevolmente i programmi scolastici per un malinteso senso della priorità concessa alle "competenze tecniche", abolendo Latino, Greco e i classici, e dimezzando le ore di Filosofia.

Torniamo alle mobilitazioni dei giovani e dei lavoratori francesi. Alcuni tra gli slogan del 9 marzo dicono con precisione quel che sta accadendo: "Le Medef ordonne, le gouvernement obéit, la jeunesse résiste", il Medef, ovvero la Confindustria francese, ordina, il governo obbedisce, ma la gioventù resiste. È la testimonianza di una generazione di studenti delusa da Hollande, che ha operato una precisa scelta di campo, proprio con le due leggi, sulla scuola pubblica, riducendo il sapere a sapere funzionale e tecnico, e sul lavoro, riducendo i diritti e obbedendo alle richieste neoliberiste degli industriali. "L'ampiezza e il numero della mobilitazione", racconta una studentessa, "mi ricordano l'inizio del movimento contro il CPE del marzo 2006", il nuovo contratto di primo impiego che penalizzava le nuove generazioni e che venne ritirato dopo un mese di mobilitazioni. "Ma al di là di questa legge padronale", continua la studentessa, "che fa di noi dei kleenex, siamo arrabbiati per l'ingiustizia sociale che si esprime in questa brutta legge". E conclude: "questa legge promuove un contesto sociale esplosivo, e questo governo crea nuovi disperati". È davvero questo il futuro delle grandi democrazie europee?

Intanto, come Federazioni lavoratori della conoscenza della Cgil vogliamo esprimere ai giovani studenti francesi e ai lavoratori che sono scesi in centinaia di migliaia nelle piazze, la nostra solidarietà, la nostra vicinanza, e la nostra speranza che dal 9 marzo possa nascere in tutta Europa un grande movimento di opposizione ad ogni politica neoliberista, tanto nel campo del sapere quanto nel campo del lavoro. "Ne vale la pena".


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL